martedì 14 aprile 2009
Fedeli di tutto il mondo ai riti della notte santa e della domenica di Pasqua (Osservatore Romano)
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Fedeli di tutto il mondo ai riti della notte santa e della domenica di Pasqua
Pace e giustizia per l'Africa e la Terra Santa
Pace e giustizia per l'Africa e per la Terrasanta. Solidarietà per gli abruzzesi colpiti dal terremoto e per quanti vivono le conseguenze dello scompiglio finanziario, di vecchie e nuove povertà, violenze e terrorismo.
La domenica di Pasqua l'attenzione di Benedetto XVI è andata ai drammi del mondo, anche con l'augurio di pace e di speranza in sessantatré lingue, compresi cinese, russo, ebraico e arabo. Secondo la tradizione, a mezzogiorno il Papa ha pronunciato il messaggio pasquale e impartito la benedizione Urbi et Orbi dalla loggia centrale della basilica.
Duecentomila persone riempivano piazza San Pietro - abbellita per il ventiquattresimo anno dai fioristi olandesi (il giallo, stavolta, il colore predominante delle decorazioni)- fino a via della Conciliazione.
Sulla piazza erano schierati, come ogni anno, reparti della Guardia Svizzera e delle Forze armate italiane. La banda musicale pontificia e quella dei carabinieri hanno eseguito i due inni.
Il Papa, prima della benedizione alla città e al mondo, ha celebrato la messa, preceduta dalle antiche sequenze rituali davanti all'icona del Santissimo Salvatore, detta neo acheropíta, realizzata da un artista georgiano che si è richiamato all'antico originale conservato alla Scala Santa al Laterano. Benedetto XVI, una novità rispetto agli anni precedenti, ha tenuto una breve omelia. Alla preghiera dei fedeli, in arabo è stata invocata la "pace nella verità", mentre in ebraico sono stati ricordati tutti i sofferenti.
Accanto a Benedetto XVI erano i cardinali diaconi Agostino Cacciavillan e Julián Herranz. Sette i cardinali presenti, tra i quali Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e Agostino Vallini, vicario di Roma.
La sera precedente il Papa aveva presieduto l'antichissima e tradizionale veglia pasquale nella basilica di San Pietro, davanti a una folla di fedeli.
Come di consueto, il Papa ha amministrato i sacramenti dell'iniziazione cristiana ad alcuni catecumeni adulti. Quest'anno erano tre italiani, una cinese e uno statunitense: Susanna Ancona, 44 anni; Jonathan George Hart, 29 anni e Kenta Yamada, 23 anni; Yu Lan Sih, 56 anni; Heidi Trydan Sierras, 29 anni.
La veglia è iniziata, nell'atrio della basilica, con il "Lucernario", durante il quale vengono benedetti il fuoco e il cero pasquale.
E proprio il cero pasquale, sorretto dal diacono Massimiliano Nobile, ha aperto il corteo processionale che ha fatto il suo ingresso nella basilica, immersa nel buio. Ad ognuna delle tre invocazioni del Lumen Christi, si sono via via accese le candele sorrette dai fedeli radunati nella basilica. La prima è stata quella sorretta dal Papa.
Giunto all'altare della confessione il diacono ha intonato l'Exultet, il celebre annunzio pasquale. Alla liturgia della Parola, la prima lettura, tratta dalla Genesi, è stata letta in spagnolo, la seconda, sempre dalla Genesi, è stata letta in tedesco, la terza dall'Esodo in francese e la quarta dal profeta Ezechiele in inglese. Il canto del Gloria in excelsis Deo intonato dal Pontefice e accompagnato dal suono delle campane ha interrotto il silenzio della notte. È stata data poi lettura dell'epistola di san Paolo Apostolo ai Romani e il diacono avvicinandosi al Papa gli ha annunciato: Beatissime Pater, annuntio vobis gaudium magnum, quod est Alleluia. Rafael Sanchez Cazorla ha proclamato in latino il Vangelo di Marco.
Al termine il Papa ha tenuto l'omelia.
Ha fatto seguito la liturgia battesimale, durante la quale i cinque catecumeni adulti hanno ricevuto il battesimo e il sacramento della confermazione. Successivamente, i neobattezzati, portate le offerte all'altare, hanno partecipato per la prima volta alla liturgia eucaristica. I canti sono stati eseguiti dalla Cappella sistina diretta dal maestro Giuseppe Liberto.
Insieme con Benedetto XVI hanno concelebrato diciotto cardinali, tra i quali, Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio, Tarcisio Bertone, segretario di Stato, e Giovanni Battista Re. Con il corpo diplomatico erano gli arcivescovi Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati; i monsignori Gabriele Caccia, assessore della Segreteria di Stato, Pietro Parolin, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati, e Fortunatus Nwachukwu, capo del Protocollo. In posti riservati erano gli arcivescovi Félix del Blanco Prieto, elemosiniere di Sua Santità, e James Michael Harvey, prefetto della Casa Pontificia, il vescovo Paolo De Nicolò, reggente della Prefettura della Casa Pontificia, i monsignori Georg Gänswein, segretario particolare di Benedetto XVI e Alfred Xuereb, della segreteria particolare.
Tutti hanno poi partecipato anche alla celebrazione della messa della domenica di Pasqua. Tra i presenti, anche il direttore del nostro giornale.
(©L'Osservatore Romano - 14-15 aprile 2009)
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