martedì 2 giugno 2009

Le aperture di Ratzinger, Papa «per forza» (bellissimo commento di Luigi Accattoli)


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Le aperture di Ratzinger, Papa «per forza»

di Luigi Accattoli

[02 giugno 2009]

Caro direttore, propongo ai tuoi lettori di memorizzare un motto detto da Benedetto XVI sabato, colloquiando con una folla di bambini: «Non avrei mai pensato di diventare Papa».
Quelle parole aiutano a cogliere il disinteresse e la libertà di spirito con cui egli porta avanti la sua missione, come di chi risponde a una chiamata che ancora lo sorprende.
Ci sono tre o quattro fatti, precedenti l'elezione, che danno corpo alla confessione fatta sabato e attestano come egli davvero non pensasse al Pontificato, non solo da piccolo ma neanche negli ultimi tempi.
Qui li metto in ordine.
Sabato - dunque - durante una conversazione a braccio con settemila appartenenti all'Opera per l'Infanzia missionaria, una bambina gli chiede: «Quando eri ragazzo hai mai pensato di diventare Papa?». Questa la risposta: «A dire la verità, non avrei mai pensato di diventare Papa perché, come ho già detto, sono stato un ragazzo abbastanza ingenuo in un piccolo paese molto lontano dai centri, nella provincia dimenticata.
Naturalmente abbiamo conosciuto, venerato e amato il Papa -era Pio XI - ma per noi era a un'altezza irraggiungibile, un altro mondo quasi (...). E devo dire che ancora oggi ho difficoltà a capire come il Signore abbia potuto pensare a me, destinare me a questo ministero. Ma lo accetto dalle sue mani, anche se è una cosa sorprendente e mi sembra molto oltre le mie forze. Ma il Signore mi aiuta».
Ma davvero il "cardinale decano" che tutti i media davano tra i "papabili", nell'aprile del 2005, restò sorpreso dall'elezione, avvenuta al quarto scrutinio e a sole 24 ore dall'inizio del Conclave?
Io sono convinto della sorpresa e provo ad argomentarla partendo dal maglione nero sotto l'abito bianco con cui si presentò alla folla un'ora dopo l'elezione.
L'emozione sul volto e le braccia in nero sono stati i due primi messaggi al mondo, quando si affacciò al balcone della Sala delle Benedizioni.
Quel maglione stava a dire che il "decano" non aveva con sé in Conclave neanche una camicia, non pensando di essere eletto.
Uno dei cerimonieri gli disse: «Santità le do la mia camicia».
Ma il neoeletto rispose: «Vado così».
Come «umile lavoratore nella vigna del Signore», quale appunto si presentò.
Che egli non vedesse l'ora di tornare in Baviera per godersi in pace un'ultima stagione con il fratello don Georg nella casa tra i prati che si erano acquistati - dividendo la spesa - alla periferia di Regensburg, è cosa nota.
Ci sono decine di occasioni pubbliche in cui espresse quel "sogno": quando compì 15 anni di "servizio" curiale e poi venti, e al settantesimo e poi al settantacinquesimo compleanno.
Ma Papa Wojtyla non lo lasciava andare ed egli ubbidiva.
Meno noto è che in un volumetto intitolato Immagini di speranza pubblicato in Germania nel 1997 - cioè al compimento dei settanta e tradotto in italiano dalla San Paolo nel 1999 - egli avesse scritto, dando per imminente il ritorno in patria, queste parole rivelatrici: «Durante gli anni da me trascorsi a Roma...».
Sempre del 1997 è il volume autobiografico La mia vita (anch'esso pubblicato in italiano dalla San Paolo), che si chiude con la rievocazione della leggenda dell'orso di Corbiniano, che era nel suo stemma cardinalizio e che è ancora in quello papale.
Il monaco bavarese in cammino per Roma si imbatte in un orso che gli uccide la cavalcatura, forse una mula; e il santo ordina all'orso di prendere il posto della bestia uccisa. Così concludeva il cardinale: «Di Corbiniano si racconta che a Roma restituì la libertà all'orso. Se questo se ne sia andato in Abruzzo o abbia fatto ritorno sulle Alpi, alla leggenda non interessa. Intanto io ho portato il mio bagaglio a Roma e ormai da diversi anni cammino con il mio carico per le strade della città eterna. Quando sarò lasciato libero, non lo so, ma so che anche per me vale il detto di Sant'Agostino: sono divenuto una bestia da soma, e proprio così io sono vicino a te».
Il Papa teologo tornò sulla leggenda dell'orso il 9 settembre 2006 parlando alla folla di Monaco di Baviera: «L'orso di san Corbiniano, a Roma, fu lasciato libero. Nel mio caso, il "Padrone" ha deciso diversamente».
Trovo qualcosa di biblico, del Signore che porta qualcuno dove non vorrebbe, nella chiamata al pontificato che "sorprende" Ratzinger a 78 anni.
In questo sobbarcarsi un peso non cercato vedo l'aspetto più avvincente della missione di papa Benedetto: qualcosa come il segno di una disponibilità totale che si fa totale apertura. Oltre le attese, oltre le vedute coltivate.

© Copyright Liberal, 2 giugno 2009 consultabile online anche qui.

8 commenti:

euge ha detto...

Bellissimo davvero!!!!!!!!!

Non dimenticherò mai quel giorno come non dimenticherò mai gli occhi di Papa Benedetto lucidi per la commozione e la sua emozione che traspariva dalle sue prime parole pronunciate al mondo, come successore di Pietro.

Anonimo ha detto...

Complimenti, lo metterei tra le perle di articoli! Marco

gianniz ha detto...

Molto bello!
Accattoli è davvero un ottimo vaticanista! Sottile, geniale, arguto (quel tanto che serve per sembrare anche, positivamente, provvocatorio, quando e quanto serve). Sicuramente competente. Ma soprattutto, a me sembra, di profonda fede.
E questo si vede e si sente!

sonny ha detto...

Concordo con tutti voi.Sbaglio o Accattoli ha "sciolto" un po' di più la penna nei riguardi di Papa Benedetto da quando non scrive più per il Corrierone? Credo di aver percepito una sorta di maggior libertà di azione. Bravo Accattoli che da pensionato si può esprimere
più liberamente. Che tenerezza quelle maniche di maglione che sbucavano fuori. Indimenticabile!

Anonimo ha detto...

Anche io quel giorno o provato una gioia grandissima.
E' sempre evidente che Benedetto XVI porta Pietro ovunque vada, e non se stesso.
Come sono belli i piedi di colui che porta un lieto annunzio di pace!

Anonimo ha detto...

Anche io quel giorno o provato una gioia grandissima.
E' sempre evidente che Benedetto XVI porta Pietro ovunque vada, e non se stesso.
Come sono belli i piedi di colui che porta un lieto annunzio di pace!

sam ha detto...

Io ero giù in Piazza S.Pietro, col comignolo ancora fumante, prima pregando di sentire quel nome e poi saltando di gioia come una matta quando l'ho sentito.

A conferma di quanto scrive Accattoli, ve lo ricordate questo fatto? Quando il mitico Card.Ratzinger fece il suo coraggiosissimo discorso al Conclave, ricordo che Farina uscì su Libero scrivendo più o meno che così aveva voluto escludere definitivamente la possibilità di una sua elezione. Mi pare di ricordare che il bravissimo Farina sembrava credere che con quel discorso l'elezione diventava impossibile.

:-))))))

+++
Lode a Te Signore, Spirito Santo!
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Carissima Raffa io purtroppo sono ancora impossibilitata, ma ti suggerisco una ricerca d'archivio...

euge ha detto...

per sam: non fu solo Farina ha dare di quel discorso questa lettura ma, se non erro, lo fece anche Vespa in uno dei suoi Porta a Porta!

GRAZIE ALLO SPIRITO SANTO PER BENEDETTO XVI