mercoledì 7 ottobre 2009

Il Papa all'udienza generale: Cristo è la "medicina" contro il relativismo, il risolutore dei mali del mondo (Radio Vaticana)


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Il Papa all'udienza generale: Cristo è la "medicina" contro il relativismo, il risolutore dei mali del mondo. I lavori sinodali affidati alla Vergine del Rosario

Una “luminosa figura di sacerdote”, che a metà del XVI secolo fece di Cristo il centro assoluto della sua opera apostolica, contrastando con i valori del Vangelo la scissione tra fede e ragione che in quel periodo iniziava a delinearsi. In occasione dell’Anno Sacerdotale, Benedetto XVI ha presentato questa mattina, all’udienza generale in Piazza San Pietro, la storia di San Giovanni Leonardi, fondatore dei Chierici Regolari della Madre di Dio e Patrono dei farmacisti, del quale dopodomani si ricordano i 400 anni dalla nascita. Al termine, nel giorno della festa liturgica della Vergine del Rosario, il Papa ha affidato a Lei i lavori del Sinodo dei Vescovi per l’Africa in corso in Vaticano. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Tutto comincia da una passione per gli aromi e i medicamenti che, a metà del ‘500, è praticata dalla corporazione degli “speziali”. L’adolescente Giovanni Leonardi studia e presto affina la vocazione alla farmacopea, ma si apre pure all’altra vocazione, quella del sacerdozio, che coltivava da tempo e che lo porta - ha spiegato Benedetto XVI ai 40 mila in Piazza San Pietro - a trasmettere agli uomini “la medicina di Dio”, il Cristo Risorto, che per Leonardi è, e sarà sempre, “misura di tutte le cose”:

“Animato dalla convinzione che di tale medicina necessitano tutti gli esseri umani più di ogni altra cosa, san Giovanni Leonardi cercò di fare dell’incontro personale con Gesù Cristo la ragione fondamentale della propria esistenza (...) Il primato di Cristo su tutto divenne per lui il concreto criterio di giudizio e di azione e il principio generatore della sua attività sacerdotale”.

Questa passione per Cristo, oltre a indurlo a spendersi senza risparmio per l’Ordine dei Chierici Regolari della Madre di Dio da lui fondato - come pure per le missioni per le quali contribuì all’istituzione della Congregazione di Propaganda Fide - lo portò a farsi promotore presso Papa Paolo V di un rinnovamento morale e di costumi a partire all’interno della Chiesa. Osservava, ha detto il Papa:

“Che ‘chi vuole operare una seria riforma religiosa e morale deve fare anzitutto, come un buon medico, un'attenta diagnosi dei mali che travagliano la Chiesa per poter così essere in grado di prescrivere per ciascuno di essi il rimedio più appropriato’. E notava che ‘il rinnovamento della Chiesa deve verificarsi parimenti nei capi e nei dipendenti, in alto e in basso. Deve cominciare da chi comanda ed estendersi ai sudditi’”.

Ai suoi occhi, la Chiesa appariva realisticamente “santa ma fragile” e, dunque, ha spiegato il Pontefice, San Giovanni Leonardi cercò di renderla sempre più bella, un segno “trasparente” del suo capo:

“Capì che ogni riforma va fatta dentro la Chiesa e mai contro la Chiesa. In questo, san Giovanni Leonardi è stato veramente straordinario e il suo esempio resta sempre attuale”.

L’azione di San Leonardi si sviluppa, ha notato ancora Benedetto XVI, negli stessi anni - tra la fine del ‘600 e l’inizio del ‘700 - nei quali cominciano “ a delinearsi le premesse della futura cultura contemporanea”, caratterizzata, ha detto il Papa:

“Da una indebita scissione tra fede e ragione, che ha prodotto tra i suoi effetti negativi la marginalizzazione di Dio, con l’illusione di una possibile e totale autonomia dell’uomo il quale sceglie di vivere “come se Dio non ci fosse”. E’ la crisi del pensiero moderno, che più volte ho avuto modo di evidenziare e che approda spesso in forme di relativismo”.

Anche in questo caso, ha affermato il Pontefice, la risposta di San Giovanni Leonardi è chiara e attuale: “Cristo innanzitutto” al centro del cuore, della storia e del cosmo:

“E di Cristo - affermava con forza - l’umanità ha estremo bisogno, perchè Lui è la nostra ‘misura’. Non c’è ambiente che non possa essere toccato dalla sua forza; non c’è male che non trovi in Lui rimedio, non c’è problema che in Lui non si risolva. ‘O Cristo o niente’! Ecco la sua ricetta per ogni tipo di riforma spirituale e sociale”.

In conclusione, Benedetto XVI ha rivolto questo auspicio tanto al clero quanto all’insieme dei credenti:

“L’esempio e l’intercessione di questo ‘affascinante uomo di Dio’ siano, particolarmente in questo Anno Sacerdotale, richiamo e incoraggiamento per i sacerdoti e per tutti i cristiani a vivere con passione ed entusiasmo la propria vocazione”.

Durante le catechesi, parlando in lingua polacca, il Papa ha affidato alla Madonna del Rosario i lavori sinodali dei vescovi dell’Africa in corso in Vaticano, ribadendo poco dopo in lingua italiana “l'importanza” di questa preghiera mariana, “tanto cara - ha ricordato - anche ai miei venerati Predecessori”. Benedetto XVI ha esortato in particolare i giovani, i malati e i nuovi sposi a fare del Rosario il centro della loro vita cristiana. Quindi, saluti del Pontefice sono giunti anche al cardinale Ivan Dias e ai collaboratori del Dicastero per l’Evangelizzazione dei Popoli, ai responsabili e agli studenti del Pontificio Collegio Urbano di Propaganda Fide, ai partecipanti al pellegrinaggio promosso dall’Ordine della Madre di Dio, in occasione del quarto centenario della morte di San Giovanni Leonardi, ai sacerdoti, religiose e seminaristi dell’Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote e ai rappresentanti dell'Associazione “Pianeta Down”, e , tra gli altri, ai Cavalieri del Ringraziamento di Roio, in provincia de L’Aquila. “Alla Vergine Maria della Croce, venerata nel Santuario di Roio affido ancora una volta - ha concluso il Papa - le attese e le speranze delle popolazioni colpite dal recente terremoto”.

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