martedì 27 ottobre 2009
Lefebvriani, portavoce dell'Opus Dei: confusione su "Prelatura personale" (Asca e Apcom)
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LEFEBVRIANI: PORTAVOCE OPUS DEI, CONFUSIONE SU 'PRELATURA PERSONALE'
Il portavoce dell'Opus dei in Italia, Pippo Corigliano, e' scettico sulla possibilita' che i lefebvriani vengano inquadrati nella Chiesa cattolica in una struttura giuridica analoga alla prelatura personale riservata da papa Giovanni Paolo II al movimento fondato da San Josemaria Escriva' de Balaguer.
''A titolo personale - scrive Corigliano in una nota - vorrei chiarire un punto su cui c'e' un po' di confusione. Leggo da varie parti che la prelatura personale dell'Opus Dei puo' servire da precedente o da modello per i Lefebvriani. Anche per il caso degli anglicani cattolici (non so esattamente come si chiameranno) si e' parlato della prelatura personale come modello. In questi casi il modello gia' esistente e' l'ordinariato militare. Cioe' una diocesi a tutti gli effetti che provvede alla cura pastorale dei propri fedeli che vi aderiscono a titolo personale, come i militari in questo caso.
Questa e' una diocesi personale, non una prelatura personale. La diocesi territoriale, come quella di Bari o Napoli, invece conta i suoi fedeli in base al territorio''.
''Le prelature personali - prosegue Corigliano - sono state pensate dal Concilio come strutture che si creano per peculiari attivita' pastorali.
Nel caso dell'Opus Dei questo scopo pastorale e' l'aiuto spirituale per santificare il lavoro ordinario e la vita quotidiana. Esse sono compatibili con le diocesi territoriali e collaborano con esse. Ad esempio se marito e moglie sono dell'Opus Dei si sono sposati dal loro parroco che battezzera' i loro bambini. Vanno a messa in parrocchia e cosi' via... Mentre i militari hanno un loro vescovo e un loro clero che provvede a tutte le loro necessita' pastorali. Probabilmente dico cose gia' note ma ultimamente circolano inesattezze in crescendo''.
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Vaticano/ Portavoce Opus dei: Evitare confusione su lefebvriani
Corigliano: Prelatura personale non è come ordinariato militare
Il portavoce italiano dell'Opus dei, Pippo Corigliano, mette in dubbio la notizia che i lefebvriani vengano inquadrati nella Chiesa cattolica in una struttura giuridica analoga alla prelatura personale dei seguaci di Josemaria Escrivà de Balaguer. "A titolo personale - scrive Corigliano in una nota - vorrei chiarire un punto su cui c'è un po' di confusione. Leggo da varie parti che la prelatura personale dell'Opus Dei può servire da precedente o da modello per i Lefebvriani. Anche per il caso degli anglicani cattolici (non so esattamente come si chiameranno) si è parlato della prelatura personale come modello. In questi casi il modello già esistente è l'ordinariato militare. Cioé una diocesi a tutti gli effetti che provvede alla cura pastorale dei propri fedeli che vi aderiscono a titolo personale, come i militari in questo caso. Questa è una diocesi personale, non una prelatura personale. La diocesi territoriale, come quella di Bari o Napoli, invece conta i suoi fedeli in base al territorio". "Le prelature personali - prosegue Corigliano - sono state pensate dal Concilio come strutture che si creano per peculiari attività pastorali. Nel caso dell'Opus Dei questo scopo pastorale è l'aiuto spirituale per santificare il lavoro ordinario e la vita quotidiana. Esse sono compatibili con le diocesi territoriali e collaborano con esse. Ad esempio se marito e moglie sono dell'Opus Dei si sono sposati dal loro parroco che battezzerà i loro bambini. Vanno a messa in parrocchia e così via... Mentre i militari hanno un loro vescovo e un loro clero che provvede a tutte le loro necessità pastorali. Probabilmente dico cose già note ma ultimamente circolano inesattezze in crescendo".
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Molto bene questa precisazione.
Come ci hanno spiegato in modo chiarissimo gli amici di Messainlatino stamattina e Fr. A.R. di Cantuale Antonianum qualche giorno fa c'e' molta confusione fra "ordinariati", "amministrazione apostolica" e "prelatura personale".
Personalmente non credo che la "prelatura" sia la soluzione adatta per i Lefebvriani che, ovviamente (e giustamente almeno fino alla prossima generazione di prelati), non accetterebbero di rispondere in tutto e per tutto al vescovo diocesano in ordine alle "opere pastorali o missionarie".
R.
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