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di C.Ci.
MILANO
Un vero e proprio summit della finanza bianca. Con esponenti di primissima fila, banchieri e industriali, invitati della Fondazione Centesimus Annus per un confronto ad ampio spettro sui temi dell’economia e dell’etica, a poche settimane dalla pubblicazione di Caritas in veritate.
L’enciclica di Benedetto XVI è stato ieri il «sottofondo» e insieme la «guideline» dell’incontro alla Biblioteca Ambrosiana dedicato alle cause della crisi finanziaria e, soprattutto, alle exit strategy .
I due relatori, Ettore Gotti Tedeschi e Corrado Passera hanno aperto un confronto, moderato da Alberto Quadrio Curzio, ricco di spunti e temi che, inevitabilmente, hanno toccato anche le questioni della cronaca finanziaria, a partire dal vivace duello con il ministro del Tesoro dopo il «no» dei big del credito ai Tremonti bond.
Lo ha ricordato il presidente della Brembo Alberto Bombassei: «Passera ci ha spiegato che ovviamente non è d'accordo con quello che ha detto Tremonti». Un tema sensibile per la platea, sottolineato anche da Grazia Bottiglieri, dell’omonimo gruppo di shipping.
Ma il confronto è decollato su tematiche meno legate alla cronaca, fedele anche allo spirito dell’incontro che, come ha scritto nei giorni scorsi il «Sole 24 Ore», aveva l’obiettivo di «tentare di individuare soluzioni e problematiche sempre nuove da trasmettere poi alla Segreteria di Stato perché possa farne l’uso che riterrà più opportuno».
Gotti Tedeschi, neo presidente dello Ior, economista e consulente per la redazione della Caritas in veritate ha più volte richiamato l’enciclica con un’ampia analisi sulle ragioni, anche demografiche, della crisi e riferimenti alla Populorum Progressio e all’Humanae Vitae di Paolo VI. L’economia, ha spiegato in estrema sintesi, non può avere autonomia morale e l’etica cattolica è quella che il Pontefice insegna al popolo dei cristiani. In sala banchieri del calibro di Giovanni Bazoli, Emilio Zanetti (Ubi), Carlo Fratta Pasini (Banco Popolare), Giovanni De Censi (Credito Valtellinese) e Aureliano Benedetti (Carifirenze), ma anche industriali. Federico Falck, oltre a Bombassei, insieme a esponenti e intellettuali di area cattolica come l’ex presidente della Consulta Giovanni Maria Flick che ha sviluppato un intervento nel quale ha accostato gli insegnamenti dell’enciclica di Joseph Ratzinger alla carta costituzionale.
È toccato all’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo invece definire i capisaldi di una exit strategy dalla crisi basata su quattro cardini: la competitività del sistema Paese, l’affermazione di modelli concorrenziali, coesione e dinamismo sociale. Un intervento che è stato anche una puntigliosa rivendicazione dei pregi di un sistema, quello italiano, che ha retto meglio di altri le scosse della crisi. Per effetto della tradizionale propensione al risparmio, certo, ma anche per la bontà di regole, amministratori e degli stessi regolatori.
© Copyright Corriere della sera, 2 ottobre 2009 consultabile online anche qui.
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