giovedì 1 ottobre 2009

I musei vaticani: quando i Pontefici formavano i cittadini. Intervista al direttore Paolucci (Angela Ambrogetti)


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Riceviamo e con grande piacere pubblichiamo:

I musei vaticani: quando i pontefici formavano i cittadini

postato da angelambrogetti [01/10/2009 11:55]

Non è una novità nei musei d' Europa e in Italia. Ma per i Musei vaticani, che normalmente chiudono i battenti alle tre del pomeriggio, l'apertura serale è un vero evento. È una delle novità introdotte da Antonio Paolucci da un paio d' anni direttore dei Musei.
Paolucci, raffinato storico dell' arte, è arrivato ai Musei vaticani dopo esperienze di soprintendente a Firenze, Mantova e di Ministro dei Beni culturali della Repubblica italiana. L'idea era quella di ridare il museo ai cittadini, secondo le intenzioni dei papi che li avevano creati. La prima sera a luglio è stata un successo, i venerdì di settembre ed ottobre sono ancora un esperimento e poi dalla prossima estate sarà un appuntamento fisso.

"Ho visto tante famiglie fidanzati coppie amici gente della città. Non c' erano gli inclusive tour di giapponesi. Era una forma di riappropriazione del museo che i papi hanno creato proprio per la gente."

Direttore che cosa ha portato ai Musei vaticani della sua esperienza italiana e viceversa?

"Io credo di aver portato qui dentro l esperienza maturata nei musei della Repubblica italiana. A Venezia Firenze, Mantova dove sono stato soprintendente e al ministero dei beni culturali, sono stato ministro tra il 95 e il 96. Se c'è un limite a mio modo di vedere nella conduzione dei musei vaticani è una specie di sospettosa auteferenzialità che è un po' il carattere distintivo di questi luoghi . Ammorbidire e aprire questa autoreferenzialità alle relazioni esterne non può essere che utile. Fuori di qui nel mondo così detto "laico" ho portato e devo dire non senza stupore la percezione di una burocrazia, quella vaticana che funziona mediamente meglio di quella ministeriale italiana. Io che conosco bene quella ministeriale e comincio a conoscere abbastanza bene questa, devo dire che il sistema della autocrazia e della cooptazione tutto sommato se ben governato può dare dei buoni risultati

Il Museo è un luogo d' incontro?

Io credo che questa sia una letteratura abbastanza ingenua e una mitografia sul museo come luogo d' incontro. Uno si incontra al bar al ristorante in Piazza a spasso. Qui deve incontrare le opere d' arte, deve incontrare l' Apollo di Belvedere il Laocoonte, le Stanze di Raffaello, Michelangelo.Il problema dei musei vaticani come di tutti i grandi musei storici del mondo è rendere comprensibile quello che è estremamente difficile da capire. Capire Raffaello o Michelangelo è difficile come capire un sonetto di Shakespeare o una novella di Cervantes. La gente di questo non si rende conto , vede delle figure dei colori e pensa di aver capito . In realtà non ha capito niente . E' estremamente difficile capire le opere d' Arte, parlare con loro in modo che poi loro qualcosa ti insegnino.
Credo che oggi il vero problema dei musei storici del mondo in questa epoca di black out semantico in cui c'è l' oscuramento dei segni, dei significati. Ad esempio che cosa è la circoncisione o cosa sono le 12 fatiche di Ercole? Chi era Aiace? Sono i segni che hanno dominato la civiltà do occidente per due millenni e non sono più percettibili. Ecco far capire i segni e far capire come gli artisti hanno messo in figura i segni. Secondo me il futuro è della didattica della educazione. Il museo serve e così lo hanno concepito i grandi papi illuministi che lo hanno fatto. I musei sono stati fatti da Clemente XIV, Pio VI e Pio VII, questi sono i papi che hanno fato i Musei vaticani proprio negli stessi anni in cui venivano fuori i musei moderni d' Europa come il Louvre o il Museo storico di Vienna e Berlino etc. A cosa serve un museo si chiedeva questa gente , perché val la pena spenderci dei soldi e molti anche. Il museo serve a trasformare le plebi in cittadini. Ecco il formidabile ruolo educativo del museo. Musei e scuole servono a trasformare le plebi in cittadini. E io , papa o capo di stato , ho bisogno di avere dei cittadini perché sono più utili e più importanti delle plebi che sono imprevedibili e ingovernabili. I cittadini no sono cooperatori in qualche modo di un governo illuminato. Così si ragionava fra ‘700 e ‘800.

La storia dell' arte ha ancora una "cittadinanza" nell' istruzione media dei cittadini?

In Italia ne ha poco all' estero non ha per nulla. Io mi auguro che almeno nei licei formativi, nel liceo classico soprattutto , la storia dell'arte rimanga.
Roberto Longhi che era il mio maestro diceva che la vera lingua degli italiani è la lingua figurativa. Gli italiani hanno inventato le figure e la musica. E questo il nostro primato nel mondo. Noi sappiamo "fare le figure e cantare". Vi pare poco . Altri sanno fare i filosofi e altro .

Ci sono nuovi progetti di fruibilità?

E' follia pensare che in un'ora e mezzo, questo è il tempo medio degli inclusive tour, si possano conoscere i Musei Vaticani. Io che li conosco fin da quando ero studente sono direttore da quasi due anni, posso dire soltanto che non li conosco. Conosco qualcosa, qualche segmento, qualche opera in particolare. Che cosa si può far capire in un' ora e mezzo? Secondo me si dovrebbe far capire e questo si può fare anche in un attraversamento veloce, e su questo dovrebbero riflettere i miei superiori reverendissimi, quale è stata la missione storica e culturale della Chiesa di Roma. Pensiamo a questa " eresia" dell' ebraismo, la più aniconica fra le culture del mediterraneo che viene qui e gioca l'azzardo incredibile di accettare la cultura figurativa ellenistica greco romana. Per cui da a Cristo la faccia di Febo Apollo, a Daniele nella fosse dei Leoni quella di Ercole invitto. E la Chiesa che nel ‘400 e ‘500 accetta l'azzardo con il vero visibile l' epifania di Dio, l' ombra di Dio sulla terra. Se non avessero pensato questo non sarebbero stati Giovanni Bellini, Raffaello , Tiziano. E poi il museo etnografico, la Chiesa che rispetta anche le culture cosi dette barbariche, e che dire dell' arte contemporanea con la Galleria voluta da qual grande papa meravigliosamente pessimista che era Paolo VI. In un' ora e mezzo si possono dire queste cose.
La unicità la specificità e la singolarità dei Musei vaticani, che non a caso si nominano al plurale. Perché la Chiesa ha cercato di coprire tutte le espressioni dell' uomo. L' uomo che è artista, che è creatore e quindi figura di Dio, sia che faccia una piroga in Papuasia sia che dipinga il Giudizio Universale.
Paolo VI ad esempio queste cose le aveva capite e le ha testimoniate. E' stato l' unico vero papa moderno amico delle arti.
Scendendo alla realtà.I Musei sono una azienda in attivo, forse l' unica del Vaticano, con 600 dipendenti e 4 milio0ni e mezzo di visitatori , incassa più di quanto spende. Questo è un dato oggettivo e ci possiamo permettere qualche iniziativa in più.

E l' idea di biglietterie separate come al Louvre?

Sono perplesso perché temo che si perda la comprensione della sfaccettata pluralità dei Musei.
Lei immagini un ingresso separato per la Cappella Sistina. La gente solo quello, perché solo quello gli interessa e tutto il resto meravigliosamente vuoto. Con il mio egoismo di storico dell' arte sarei contento , ma non mi sembra utile. Certo non so con questi ritmi di usura che cosa rimarrà tra due o tre generazioni della Cappella Sistina.

dal blog di Angela Ambrogetti

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