martedì 27 ottobre 2009

ll Corriere dà una mano a Scalfari. Scambio di sostegni fra il cardinal Martini e il Fondatore (ma dell'altro giornale). Commento di Marco Bertoncini


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ll Corriere dà una mano a Scalfari

PRIMO PIANO
Di Marco Bertoncini

Scambio di sostegni fra il cardinal Martini e il Fondatore (ma dell'altro giornale)

Entrambi i quotidiani dicono che il papa è un teologo scadente

Eugenio Scalfari fa da spalla al cardinale Carlo Maria Martini. Il cardinale Carlo Maria Martini ricambia, facendo da spalla a Eugenio Scalfari. Il tutto nel giro di tre giorni. Scalfari suona il consueto trombone e, dalle colonne de L'Espresso in edicola venerdì scorso, inneggia al cardinal Martini perché «la pensa in modo radicalmente diverso da ciò che pensa la Gerarchia; rappresenta quella Chiesa che la Gerarchia tollera con fastidio».
Il Fondatore, però, tromboneggia anche in senso negativo, addirittura colpendo più in alto di quanto sia collocato Martini: i vertici della stessa «Gerarchia». Elenca alcuni papi «esemplari: Giovanni XXIII, Paolo VI, Papa Wojtyla». Quest'ultimo, ad essere attenti, non aveva ricevuto molti elogi da Scalfari, quand'era in vita; ma quel che conta è l'affondo: «Quello attuale è un modesto teologo che fa rimpiangere i suoi predecessori». S'ignorano le competenze teologiche di Eugenio Scalfari, che finora, oltre che considerarsi giornalista principe e maestro insuperato di politica, aveva al più vantato narcisisticamente velleità filosofiche; però non si ha notizia di sue specifiche incursioni nell'ardua disciplina che è la teologia. Passano due giorni, ed ecco sul Corriere della Sera di domenica apparire la paginata del citato cardinal Martini, dispensatore di etica, esegesi biblica, teologia, storia e sociologia in pillole, in risposta agli interrogativi dei lettori.
Una lettrice milanese gli chiede: «Ci consiglia qualche lettura tra i grandi teologi contemporanei?». Ecco la risposta dell'arcivescovo emerito di Milano: «Non posso citare libri singoli, ma ribadire quanto ho affermato, cioè che il secolo scorso ha visto un cospicuo numero di grandi teologi ed esegeti, tanto da essere probabilmente il secolo più fecondo della storia. Basti ricordare nomi come M. Blondel, J. Danielou, H. de Lubac, Y. Congar, M.D. Chenu, H. Bouillard, P. Benoit, R. Guardini, H. Urs von Balthasar, H. Rahner, K. Rahner, O. Cullmann, R. Bultmann, G. Colombo, G. Moioli ecc. Io ricorderei anche P. Teilhard de Chardin, benché non teologo di professione, e moltissimi altri. A lei l'imbarazzo della scelta».
Si dirà che viene omesso il nome di Eugenio Scalfari, e pazienza; ma quel che preme rilevare è che, pur presente un personaggio assai discusso e a suo tempo oggetto di attenzioni da parte della Santa Sede per la sua scarsa ortodossia quale Teilhard de Chardin, manca un teologo d'indubbia notorietà, molto maggiore di quelli citati da Martini. Manca Joseph Ratzinger. Ecco che, così, il cardinal Martini fa da sponda a Scalfari. Scalfari definisce Ratzinger «modesto teologo», Martini avvalora la tesi cassandolo dal «cospicuo numero di grandi teologi ed esegeti» del Novecento. Tutt'al più Ratzinger potrebbe starsene in quell'eccetera piazzato dopo quindici nomi.
La sparata scalfariana quindi riceve l'avallo di un principe della Chiesa, perfino ex papabile; lasciamo stare se compare, non su una rivista di scienza teologica, bensì in una pagina che può parere un salotto di donna Letizia della fede.
Qualche buonista asserirà che in fondo Martini potrebbe aver avuto un vuoto di memoria oppure aver voluto evitare un omaggio al pontefice «felicemente regnante», come un tempo soleva dirsi. A spulciare gli archivi, però, si trova un'acida stilettata dello stesso cardinale verso il non più collega Ratzinger.
Il 24 maggio 2007, infatti, sullo stesso Corriere apparve una poco benevola recensione di Martini al vendutissimo primo volume del Gesù di Nazaret, opera del pontefice. Accanto a una bordata di critiche al testo, tutte enunciate con spigolosità accademia di professore che strizza un esponente di scuola avversa, il cardinale notava: «L'autore [cioè Ratzinger-Benedetto XVI: si noti l'asetticità dell'indicazione] non è esegeta, ma teologo, e sebbene si muova agilmente nella letteratura esegetica del suo tempo, non ha fatto studi di prima mano per esempio sul testo critico del Nuovo Testamento». Insomma: dopo aver limitato la competenza del papa alla teologia (nel 2007), rimarcandone presunte carenze filologiche, due anni dopo Martini nega all'ex prefetto della congregazione per la Dottrina della fede anche la competenza teologica. Dal che si evince che Scalfari aveva pienamente ragione nell'esprimersi con tanta sintetica asprezza verso il papa.

P. S. Le annotazioni critiche dell'esegeta Martini verso il teologo (modesto, dice Scalfari) Ratzinger furono demolite ad una ad una, con puntualità netta e acribia ammirevole, citando testi originali, commentatori, traduzioni, da un teologo, don Pietro Cantoni, un mese dopo l'apparizione della stroncatura sul Corriere della Sera. Lo studio («Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Gesù di Nazaret: errori del Papa o dei suoi critici») si può leggere all'indirizzo internet www.opusmariae.it/cantoni_ratzingergesu.htm.

© Copyright Italia Oggi, 27 ottobre 2009 consultabile online anche qui.

Non ritorno su Scalfari perche' ho gia' detto tutto cio' che pensavo sul "fondatore".
Per quanto riguarda Martini, non sono sorpresa dal suo atteggiamento.
Noto pero' una differenza di stile abissale: in molte occasioni Benedetto XVI invito' alla lettura dei testi di Martini o ne cito' semplicemente il nome. Una "gentilezza" non da poco da parte del Successore di Pietro, gentilezza mai ripagata dall'arcivescovo emerito di Milano.
Che differenza di stile! Che classe! Che liberta' intellettuale, che amore e rispetto per il prossimo (da parte del Papa ovviamente)!
Martini non cita il Papa fra i teologi che andrebbero letti?
Pazienza...mi sarei sorpresa del contrario.
Piccola chiosa: io sono ambrosiana e quindi vivo la realta' di questa diocesi. Ergo: posso dire la mia.
I grandi vescovi ed i grandi teologi si riconosco dai frutti che raccolgono dopo la semina.
Beh, le enormi chiese ambrosiane sono vuote in modo inesorabile, le parrocchie vengono accorpate per mancanza di clero, si ha difficolta' a rintracciare i sacerdoti quando ce n'e' bisogno ed il seminario di Venegono non attrae giovani.
Meno dubbi e piu' certezze. Forse questo e' il segreto per affascinare la gioventu'
.
R.

15 commenti:

sonny ha detto...

Sono grata ogni giorno allo Spirito Santo per quel 19 Aprile 2005....

mariateresa ha detto...

Non facciamoci il sangue cattivo.
Sul cardinale Martini ci sarebbe da dire molte cose e non possiamo ridurlo a questo articolo.Io credo onestamente che il nostro Benedetto e Martini si stimino. Certo hanno uno stile diverso. Su questo Raffaella ha ragione da vendere. E veramente non è diverso solo lo stile ma sarebbe un discorso troppo lungo e oggi non ho tempo. Però non credo sinceramente che il cardinale sia al livello dei giochini da sottoscala descritti nell'articolo.
E' normale che i giornalisti lo sottolineino.Anche se un articolo così mi sembra sproporzionato. ma io non ho voglia di entrare in discussioni di questo tipo perchè mi sembrano sotto la suola delle scarpe.
Anch'io provo la stessa gratidudine che prova sonny.

Maria R. ha detto...

Se non ci fosse la "luce", non si potrebbe capire cosa sia il "buio"....

Deo Gratias per questo nostro adorato Papa che non bada a spese energetiche! (e non use le lampadine "a basso consumo;)

Parati semper ha detto...

Niente di nuovo sotto il sole...c'è soltanto da perseverare nella preghiera per questi signori e nello stesso tempo continuare a denunciarne le "cadute di stile" più o meno volute. A mio avviso la piaga vera è questa "trombonagginne" che certi signori continuano a mostrare, forti dell'autorevolezza riconoscitua da certa cultura che, ahimè, è quella dominante. Sull'elenco di teologi citati dal Card. Martini molto ci sarebbe da discutere...

Anonimo ha detto...

Carlo Maria Martini, di cui apprezzavo le belle lettere inviate alla sua diocesi, adesso mi lascia perplesso .
Qualora, il suo modo di esprimersi dovresse screditare l'attuale Pontefice, credo che nel giorno del Giudizio ne dovrà rendere conto a Dio e non a Scalfari.
Buona giornata eminenza .

Anonimo ha detto...

Anch'io cara Sonny. Il 19 aprile 2005 è stato un indimenticabile giorno di grazia.
Raffa, per sollevarci lo spirito ti segnalo questo bell'articolo dal Sussidiario:
CHIESA/ Rose: è la fede di Benedetto a spaccare i sassi in Uganda
http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=45241#
Alessia

francesco ha detto...

mi sembra pretestuoso!
è chiaro che il cardinal Martini si riferisce a teologi non più viventi... ed è anche vero che la produzione propriamente teologica del Papa è praticamente finita con il suo ingresso nella Congregazione per la dottrina della fede... mentre, come appunto dice Martini, quelli citati sono teologi "di professione"!
diverso è il sussiego di scalfari che non ha alcuna ragione d'essere... già solo la produzione accademica di Ratzinger lo pone tra i grandi del Novecento... semmai teologi non grandissimi erano Giovanni Paolo II (la cui produzione più significativa era quella filosofica) o Giovanni XXIII (che era uno storico)
beh anche Martini (che è un esperto di critica testuale) giustamente è stato un grande pastore, ma teologicamente non ha un grande spessore...

Maria R. ha detto...

Un teologo rimane sempre teologo. Avesse anche scritto una sola riga, così "vera" da aprirci la mente e l'anima a Dio.

Non ha senso fare il distinguo fra viventi e non o fra attività pre e post pontificale.
Altrimenti si finisce con lo snaturare l'essenza di un Papa che nasce e rimane un grande teologo (nb. fonte esperienza personale di lettura "illuminante").

Anonimo ha detto...

Signore e signori, nonostante il profluvio di belle parole e lettere diocesane, Martini è sempre stato uomo di potere più che di Chiesa. Dunque, cos'altro aspettarsi? Probabilmente gli brucia la mancata salita al soglio petrino, ma Dio esiste, no? Toni M.

Anonimo ha detto...

Mega O.T., Raffa.
Parecchio interessante il Foglio oggi. Per esempio c'è intera paginata sugli appunti del Concilio di Henri de Lubac. Vi compaiono i nomi di alcuni colleghi: Hans Kueng, Mons, Wojtyla e un certo Dottor Joseph Ratzinger "teologo tanto pacifico e benevolo quanto competente".
Un articolo di Roberto De Mattei sulla rivoluzione liturgica di Papa Benedetto. Un piccolo articolo sul Papa americano con un paio di interpretazioni made in USA sull'apertura agli anglicani. Infine, si dà conto della presenza, oggi a Milano al Centro Culturale, del grande matematico educatore Laurent Lafforgue che terrà una lezione ispirata alla Caritas in veritate. Casualmente Lafforgue era in prima fila ad ascoltare la lezione del Papa al College des Bernardins e se non erro la definì una grazia e Benedetto XVI un grande spirito riconosciuto anche dai suoi colleghi matematici aldilà dei pregiudizi. Beh, Raffa niente male per un teologo "modesto".
Alessia

Anonimo ha detto...

26/10/2009 La volpe e l'uva. Ancora ebbro per l'ottenuta sottomissione del Card.Martini e di non pochi alti prelati al verbo di Repubblica, Scalfari prova come sempre a modificare il significato delle parole per deviare a suo piacere il magistero papale. Ma ancora una volta contro BXVI si rompe i denti. Ratzinger è proprio un teologo" troppo modesto" per lui.
Mazzarino da ALMA PREX

laura ha detto...

D'accordo con Sonny. Il resto non has importanza

Anonimo ha detto...

Desidero far presenti due punti:
I- Nel Vangelo si dice "abbiamo creduto e conosciuto", quindi il teologo cattolico ragiona su Dio dopo essersi inginocchiato con fede (come fa il Santo Padre), non come molti teologi non credenti (non faccio nomiiiiiii) che disquisiscono su Dio senza frutto!
II- Come esiste una Comunione dei Santi, esiste anche il suo opposto!
Ogni giorno vediamo all'opera Satana con i suoi accoliti.

euge ha detto...

Un teologo rimane sempre teologo. Avesse anche scritto una sola riga, così "vera" da aprirci la mente e l'anima a Dio.


Condivido la tua riflessione Maria. Se si è teologi si rimane teologi per sempre. Il fatto che il Card. Ratzinger sia stato prima Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ed ora ringraziando Dio è Benedetto XVI, non esclude il fatto che era ed è uno dei più grandi teologi esistenti. Vorrei anche sottolineare che uno dei due Pontefici che il " sommo teologo Scalfari " rimpiange, vale a dire Giovanni Paolo II, non solo volle il " modesto teologo " al suo fianco con tutte le sue forze ma, lo mantenne nel suo ruolo di Prefetto, nonostante le svariate domande di pensionamento presentate dall'allora Card. Ratzinger.
Per il resto, SONO GRATA A DIO PER IL DONO DI PAPA BENEDETTO XVI. IL 19 APRILE 2005 E' UNA DATA CHE HA SEGNATO FORTEMENTE IL MIO RIAVVICINAMENTO ALLA FEDE ED ALLA CHIESA.

sam ha detto...

Ho letto l'ottimo lavoro di Don Pietro Cantoni. Ma che tristezza quelle critiche al Papa... non tanto per la loro completa infondatezza, quanto per l'acredine e l'invidia che trasudano.
Perciò non sono d'accordo con Mariateresa. E' solo Ratzinger che riesce, più che stimare, persino ad amare Martini. Non vedo la reciprocità.

A proposito poi dell'intero contributo, riporto qui quel che dicevo ieri in un altro post.

Dalla biografia del Card.Martini su Wikipedia:

"Massimo propulsore dell'ecumenismo tra le varie Chiese e confessioni cristiane da parte cattolica, sollecita a Milano la fondazione del Consiglio Ecumenico delle Chiese Cristiane.
Al contempo promuove in maniera coraggiosa rispetto al magistero il dialogo tra cristianesimo e ebraismo, segnando in materia una svolta non solo a Milano e in Italia, ma in Europa e in Occidente. In questo campo trova la piena collaborazione e adesione da parte di intellettuali come Paolo de Benedetti e il Presidente dei Rabbini Italiani, allora Rabbino Capo di Milano, professor Rav Giuseppe Laras."

Certo se la terra, gli esseri viventi, l'uomo e tutto il resto sono frutto del caso, allora anche la contestuale attestazione di scarsa o nulla levatura del Teologo Ratzinger da parte di Scalfari e Martini, in occasione di una rivoluzione in campo ecumenico, è da considerarsi puramente casuale.