sabato 7 novembre 2009
Crocifisso, pronto il ricorso. «Sentenza non vincolante» (Fornari)
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DOPO LA SENTENZA
Crocifisso, pronto il ricorso
«Sentenza non vincolante»
Pier Luigi Fornari
È affidato al ministro degli Esteri, Franco Frattini, l’incarico di curare il ricorso alla Grande chambre della Corte europea dei diritti dell’uomo per contestare la sentenza sulla presenza del crocifisso nelle scuole.
Quel pronunciamento è definito «inaccettabile» dal comunicato finale del Consiglio dei ministri di ieri, apertosi proprio ascoltando quanto hanno riferito il premier Silvio Berlusconi e Frattini su tali iniziative. Il plenum di Palazzo Chigi le ha «pienamente condivise». «La sentenza non è vincolante e quindi non c’è nessuna possibilità di coercizione nei confronti del nostro Paese di impedire i crocifissi nelle aule», ha affermato Berlusconi in conferenza stampa, spiegando che il ricorso, una volta accettato, andrà alla Grande chambre che si pronuncerà, «ma qualunque possa essere la decisione non ci sarà capacità di interferire».
«L’Europa tutta, ma in particolare un paese cattolico come il nostro "non puo, non dirsi cristiano", come ha detto Benedetto Croce», ha evidenziato il Cavaliere, ribadendo dunque che la decisione della Corte è «assolutamente non rispettosa della realtà». Infatti «chi cammina in qualunque paese d’Italia non può non trovare un segno delle nostre radici e delle nostre tradizioni cristiane». Berlusconi, inoltre, ha rammentato la sua «personale» battaglia per «convincere anche i paesi laici o laicisti, come la Francia di Jacques Chirac, a inserire le radici giudaico-cristiane nella Costituzione europea». Quanto alla sentenza, ha spiegato, che è stata emanata da «una commissione soltanto del Consiglio d’Europa, cui partecipano 40 e passa Stati, tra cui alcuni che non sono nell’Unione europea».
Sollecitato da una domanda specifica, il premier ha messo molto bene in chiaro che non c’è assolutamente bisogno di un referendum sul crocifisso nelle aule scolastiche. «Penso che non ci sia nessuna necessità di un referendum», ha detto, perché «se c’è una cosa sulla quale anche un ateo può tranquillamente convenire è che la nostra storia è quella cristiana». E Berlusconi ha ulteriormente confutato l’idea secondo cui il crocifisso non si potrebbe esporre dove ci sono non cristiani: «Ci sono otto paesi d’Europa che hanno la croce nella loro bandiera. Allora dovrebbero cambiarla perché ci sono stranieri che hanno preso la cittadinanza di quei paesi ed hanno altre fedi?».
«Non applicheremo quella sentenza – ha assicurato anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa –. Cosa ci possono fare? Ci danno una multa? Ci cacciano dall’Europa?».
Per l’ex di An coordinatore del Pdl, quel pronunciamento «resterà in ogni caso una grida manzoniana, anche se dovesse essere respinto il ricorso». «È molto strano che ancora oggi» Strasburgo, ha rimarcato La Russa, «possa cercare di impedire le nostre libere scelte sulla religione», nel ventennale della caduta del muro di Berlino, barriera che per lunghi anni impedì l’«esercizio della libertà di culto nell’Est». Nelle manifestazioni di quell’evento, ha annunciato il ministro, inizierà la raccolta di firme a sostegno del ricorso, ideata da Viviana Beccalossi, coordinatrice provinciale del Pdl a Brescia. Iniziativa alla quale il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini ha annunciato la sua adesione.
© Copyright Avvenire, 7 novembre 2009 consultabile online anche qui.
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1 commento:
Raffa, ho appena letto questo:
Stato e laicità - L’analisi “Una chiara lezione dalla Corte europea”
http://moked.it/
Mi pare chiaro che gli ebrei difendano la sentenza dei sette "stoccafissi" di Strasburgo come li chiama Padre Livio.
Immagina le reazioni se, in una situazione storicamente diversa, fosse successo il contrario. E' sotto gli occhi di tutti come vengono trattati i fedeli delle altre religioni in Israele.
Alessia
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