giovedì 12 novembre 2009

Il Papa: "L'università ha bisogno di veri maestri" (Sir)


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“Il contesto odierno è caratterizzato da una preoccupante emergenza educativa” nella quale “assume una rilevanza del tutto particolare il compito di coloro che sono chiamati all’insegnamento”.
Lo ha detto questa mattina il Papa, ricevendo in udienza il rettore, il corpo docente, gli studenti e il personale della Libera Università Maria Santissima Assunta (Lumsa) in occasione del 70° anniversario di fondazione. “Oggi, come in passato – ha aggiunto il Pontefice - l’Università ha bisogno di veri maestri, che trasmettano, insieme a contenuti e saperi scientifici, un rigoroso metodo di ricerca e valori e motivazioni profonde”.
“Si tratta anzitutto del ruolo dei docenti universitari – ha precisato Benedetto XVI -, ma anche dello stesso iter formativo degli studenti che si preparano a svolgere la professione di docenti nei diversi ordini e gradi della scuola, oppure di professionisti nei vari ambiti della società. Infatti, ogni professione diventa occasione per testimoniare e tradurre in pratica i valori interiorizzati personalmente durante il periodo accademico”.
Sottolineando “l’esigenza di un investimento più deciso e coraggioso nel campo del sapere e dell’educazione”, il Papa ha avvertito che in ambito educativo occorre creare “legami di pensiero” e “insegnare a collaborare tra discipline diverse”, mentre “dinanzi ai profondi mutamenti in atto, sempre più urgente è la necessità di appellarsi ai valori fondamentali da trasmettere, come indispensabile patrimonio, alle giovani generazioni”. In tale contesto, ha sottolineato ancora il Pontefice, “alle Università cattoliche è affidato un ruolo rilevante, nella fedeltà alla loro identità specifica e nello sforzo di prestare un servizio qualificato nella Chiesa e nella società”. Richiamando la costituzione “Ex corde Ecclesiae” di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha ribadito che l’Università cattolica è chiamata a “garantire istituzionalmente una presenza cristiana nel mondo accademico”. Nella complessa realtà sociale e culturale, essa “è chiamata ad agire con l’ispirazione cristiana dei singoli e della comunità universitaria come tale; con l’incessante riflessione sapienziale, illuminata dalla fede, e la ricerca scientifica; con la fedeltà al messaggio cristiano” e “con l’impegno istituzionale al servizio del popolo di Dio e della famiglia umana”.
Di qui il riferimento alla Lumsa, nata nel 1939 “con un’identità cattolica ben precisa, su impulso anche della Santa Sede, con la quale conserva uno stretto legame”, e che negli anni ha saputo “rimanere fedele all’intuizione originaria di Madre Tincani e, al tempo stesso, rispondere alle nuove sfide della società”. Nel richiamare la Magna charta dell’Ateneo, Benedetto XVI ha osservato che esso “si propone un lavoro scientifico orientato alla ricerca della verità, nel dialogo tra fede e ragione, in una ideale tensione verso l’integrazione delle conoscenze e dei valori”, e “si prefigge al tempo stesso un’attività formativa da condursi con costante attenzione etica, elaborando positive sintesi tra fede e cultura” per “la crescita piena ed armonica della persona umana”. Di qui l’esortazione agli studenti a mantenere “sempre aperti la mente il cuore alla verità”, “ad affinare la capacità di ricerca del vero e del bene durante tutta la vita”, a “diventare costruttori di una società più giusta e solidale”. “Accompagnare il rigoroso lavoro accademico con un’intensa vita interiore, sostenuta dalla preghiera” è il mandato conclusivo affidato dal Pontefice alla Lumsa.

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