mercoledì 18 novembre 2009

La scomoda verità del Pontefice: il pane è un diritto (Alessandra Borghese)


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Don Costa (Libreria Editrice Vaticana): sul Papa opinione pubblica più attenta dei media (Izzo)

Il Papa alla Fao: "La fame è il segno più crudele e concreto della povertà. Non è possibile continuare ad accettare opulenza e spreco, quando il dramma della fame assume dimensioni sempre maggiori" (Discorso)

Il Papa alla Fao: quattro idee molto concrete sulla fame (Giorgio Bernardelli)

Segnalazione blog "Il Marchese del Grillo"

Prossimamente in libreria "Benedetto XVI oltre le mode del pensiero" di Francesco Antonio Grana. In anteprima la prefazione del card. Michele Giordano

LA SCOMODA VERITÀ DEL PONTEFICE: IL PANE E' UN DIRITTO

Alessandra Borghese

PER IL DIRETTORE della Fao, Jacques Diouf, la Chiesa cattolica è sempre stata vicina e di grande sostegno ai programmi dell'organizzazione internazionale delle Nazione Unite che ha per motto Fiat Panis (pane per tutti).
L'intervento del Papa al vertice della Fao sulla sicurezza alimentare è stata una fortissima presenza, che ha portato una dimensione anche spirituale al problema della fame nel mondo.
Ovviamente non tutti avranno gradito la visita del pontefice romano, resta comunque il fatto che il papa è l'unica persona al di sopra delle parti capace di parlare e testimoniare con chiarezza il grave dramma dei morti di fame. Attenti osservatori hanno notato una grande differenza con la visita di Giovanni Paolo II del 1996. Allora ci furono 113 capi di stato (anche Fidel Castro partecipò) e l'Occidente fu ben rappresentato. A differenza di oggi dove l'unico leader presente del G8 è stato il «padrone di casa italiano» il premier Silvio Berlusconi. D'altro canto molti leader europei non hanno condiviso questa riunione internazionale perché senza impegni realmente concreti, ma solo propositi, a che servono i summit? Ma il direttore generale Diouf ha insistito. Ha convinto Re Abdullah II di Giordania a sponsorizzare per 2 milioni di euro l'evento ed è riuscito a far intervenire anche il Sommo pontefice che durante il sinodo per l'Africa, lo scorso 12 ottobre, gli confermò personalmente la presenza.
IL SEGRETARIO GENERALE delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, ha esclamato dal podio «oggi moriranno 17.000 bambini, diventano 6 milioni l'anno. Circa un miliardo di persone soffrono la fame oggi nel mondo». Insomma siamo arrivati a un punto di non ritorno dove le promesse devono assolutamente diventare realtà. La responsabilità di quei 20 miliardi approvati al G8 dell'Aquila per i prossimi tre anni devono essere assunte e portate avanti dai paesi firmatari. E così via con una serie di impegni elencati.
Il discorso del Pontefice si è basato su alcuni punti chiave che permettono di capire cosa pensa la chiesa sul tema fame nel mondo. Benedetto XVI alle Nazioni Unite lo scorso 18 aprile 2008 fece una summa dei diritti umani, ieri alla Fao ha posto invece l'accento sullo sviluppo e la vergognosa situazione dove «davanti alla tragedia della fame il mondo non nasconde opulenza e sprechi». Il Papa ha proposto una dottrina della lotta alla fame volta a far riflettere i politici e le istituzioni. Provo qui di seguito a riassumere i concetti chiave usando le sue parole. Secondo Benedetto XVI, la Terra può nutrire tutti i suoi abitanti a sufficienza. Questi dati indicano l'assenza di una relazione di causa-effetto tra la crescita della popolazione e la fame. Manca quindi un accesso al cibo e all'acqua regolare e adeguato. Ciò deve essere affrontato in una prospettiva di lungo periodo promuovendo lo sviluppo agricolo mediante investimenti mirati diretti alle popolazioni interessate affinché possano diventare autonome. Ma soltanto in nome della comune appartenenza alla famiglia umana universale si può chiedere ad ogni popolo e paese di essere solidale e farsi carico di responsabilità concrete per le necessità altrui.
PER IL SANTO PADRE è importante ridefinire i concetti e principi fin qui applicati nelle relazioni internazionali. Senza dimenticare i diritti fondamentali di ogni persona tra cui spicca il diritto ad un'alimentazione sufficiente, sana e nutriente, come pure all'acqua. Diritti universali per tutti gli esseri umani senza distinzioni e discriminazioni. I metodi di produzione alimentare impongono invece una tutela dell'ambiente anche verso le generazioni che verranno.
Ma le normative, le legislazioni e gli investimenti non bastano, occorre un profondo cambiamento negli stili di vita personali e comunitari, e soprattutto avere presente il dovere morale per distinguere nelle azioni umane il bene dal male. Il problema decisivo per Papa Benedetto è la complessiva tenuta morale della società. La fame è il segno più concreto e crudele della povertà. Ma la tecnica da sola non può bastare per vincere una sfida così grande. Per questo non va esclusa la dimensione religiosa e spirituale della persona umana perché il valore trascendente può sorreggere l'impegno per sradicare miseria, fame e povertà nelle diverse forme.

© Copyright Il Giorno 17 novembre 2009

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