giovedì 13 agosto 2009
Il Papa: il dramma di Dio che trepida per salvare l'umanità. L'omelia di San Bernardo di Chiaravalle (Izzo)
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Riceviamo e con grandissimo piacere e gratitudine pubblichiamo questo importante commento di Salvatore Izzo che cita vari passaggi dell'omelia di San Bernardo di Chiaravalle richiamata dal Santo Padre all'udienza.
R.
PAPA: IL DRAMMA DI DIO CHE TREPIDA PER SALVARE UMANITA'
(AGI) - Castelgandolfo, 12 ago.
(di Salvatore Izzo)
"Dio non agisce contro la nostra liberta'".
Lo ha ricordato oggi Benedetto XVI indicando, alla vigilia della festa dell'Assunta, la Vergine Maria come modello dei sacerdoti, per il "si'" che essa ha risposto all'Angelo.
L'Annunciazione, ha spiegato, "ci mostra che Dio si fa dipendente dalla sua creatura: come ha scritto San Bernardo, si puo' dire che aspetta con trepidazione cosa dira' la sua creatura".
"Cosi' - ha aggiunto il Papa teologo - Maria e' realmente e profondamente coinvolta nella Redenzione e nella nostra salvezza". Testualmente nell'omelia citata dal Papa, San Bernardo di Chiaravalle affermava rivolto alla Vergine: "Tutto il mondo e' in attesa, prostrato alle tue ginocchia, dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano. O Vergine, da' presto la risposta. Rispondi sollecitamente all'angelo, anzi, attraverso l'angelo, al Signore. Rispondi la tua parola e accogli la Parola: di' la tua parola umana e concepisci la Parola divina, emetti la parola che passa e ricevi la parola eterna".
Le parole di Bernardo decantano poi l'amore che caratterizzo' quel concepimento: "Apri la tua intimita', o Vergine dilata il grembo, prepara l'utero, perche', ecco, l'Onnipotente sta per compiere in te grandi cose, al punto che ti dicano beata tutte le generazioni. E non avere in sospetto la fecondita', o Vergine Saggia, perche' non ti toglie l'integrita' verginale. Concepirai, ma senza peccato.
Sarai gravida, ma senza essere gravata. Partorirai, ma non con dolore. Non conoscerai uomo, e genererai un Figlio. Ma quale Figlio? Sarai la madre di colui che ha per Padre Dio.
Il Figlio dello splendore paterno sara' la corona della tua castita'. La Sapienza dell'amore paterno sara' il frutto del tuo utero verginale. Insomma tu partorirai Dio, e da Dio concepirai".
"Con l'Ave - ha commentato l'arcivescovo di Chieti (ma anche teologo e poeta) Bruno Forte - l'Angelo sembra dirTi il desiderio che Dio ha di Te, anelando Lui, il Signore del cielo e della terra, al Tuo si' di umile creatura, Vergine e Sposa, che sarai la Madre del Suo Figlio. In Te Dio dimostra di amarci, di volerci interlocutori del patto, di donarsi a noi desiderando il dono del cuore che l'accolga.
Percio', davanti a quell'Ave sembra nascere nel cuore del mondo un'invocazione, pervasa dall'attesa, quasi una supplica a Te, giovane Figlia di Sion: 'Da' presto la tua risposta; rispondi sollecitamente al Signore; di' la tua parola umana e concepisci la parola divina.
Apri, Vergine beata, il cuore alla lode, le labbra all'assenso, il grembo al Creatore'".
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