lunedì 24 agosto 2009
Liturgia, le proposte approvate da Benedetto XVI (Il Giornale)
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Le proposte approvate da Benedetto XVI
di Redazione
Il documento consegnato al Papa il 4 aprile scorso contiene 5 novità che sono passate ora al vaglio di vescovi e cardinali della Congregazione per il Culto Divino.
Ecco i punti discussi:
A Si intende rivedere la parte introduttiva del messale mettendo molti più paletti alla creatività, e sottolineando il senso del sacro e l'importanza dell'adorazione.
B Si prevede in futuro la ripubblicazione di tutti i messali bilingui, con testo latino a fronte.
C Si vuole contenere l'usanza, ormai diffusissima, di dare la comunione sulla mano, ricordando che si tratta di una concessione straordinaria, ma che il modo normale di ricevere l'ostia è in bocca.
D Si chiede che nelle solennità si torni a celebrare in latino, anche se secondo il nuovo rito.
E Si sottolinea l'importanza per il celebrante di rivolgersi verso Oriente, almeno durante la consacrazione eucaristica, come accadeva di prassi prima della riforma, quando sia fedeli che il prete guardavano verso la croce e il sacerdote dava dunque le spalle all’assemblea.
© Copyright Il Giornale, 22 agosto 2009 consultabile online anche qui.
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6 commenti:
ERA ORA!!!!!!!!!!
GRAZIE BENEDETTO XVI
A leggere la sacrosantum concilium il latino dovrebbe ancora essere la lingua della principali celebrazioni. L'italiano dovrebbe comparire ogni tanto... invece i preti che oggi sanno celebrare in latino si contano con le dita della mano... Marco
Infatti Marco. negli atti del Concilio si legge benissimo che il latino è e rimane a pieno titolo , la lingua ufficiale della chiesa e l'eccezione viene fatta per l'uso della lingua italiana. Questo dimostra che chi sbandiera il Concilio per provare il contrario, non ne ha letta neanche mezza pagina e quel che è più grave, è che il latino è perfettamente ignorato dai sacerdoti e da coloro che nei seminari dovrebbero occuparsi della loro istruzione.
Credo che l'abbandono della lingua latina avvenuto in questi decenni nei seminari sia una cosa davvero scandalosa.
Il fatto che i sacerdoti sapessero il latino aveva una grande valenza anche dal punto di vista socio-culturale.
Al contempo credo sia doveroso che i futuri sacerdoti sappiano celebrare nelle ambedue forme del Rito romano.
Antonio
Sarà una strada lunga, ma almeno l'abbiamo imboccata. Per noi è forse tardi, ma speriamo almeno per i nostri figli e nipoti.
Speriamo. Speriamo. Intanto si accelerino i contatti con la Fraternità SPX e la si faccia rientrare a pieno titolo ed a piena dignità nella Chiesa. In fin dei conti, se non era per loro, quel poco di Tradizione che ancora rimane si sarebbe perduto. E non parlo solo della liturgia (bellissimo il libro di Mossbach - ve lo consiglio).
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