sabato 8 agosto 2009

Messa in latino? A Mandas non si può. Mani vieta un convegno organizzato dal parroco. Don Manca: il giudizio lo darà il Santo Padre (Lissia)


Vedi anche:

SPECIALE: IL MOTU PROPRIO "SUMMORUM PONTIFICUM"

Le giustificazioni del vescovo di Cagliari e la risposta di Messainlatino.it

Chiesa gonfiabile a Cagliari. Per quella, l'Arcivescovo Mani non si è lasciato smuovere dalle proteste (Messainlatino)

Il vescovo di Cagliari proibisce il convegno sulla riforma del Santo Padre. Motivazione espressa? NESSUNA (Messainlatino)

Su segnalazione di Mario leggiamo questo illuminante articolo:

Messa in latino? A Mandas non si può L’arcivescovo Mani vieta un convegno organizzato dal parroco

Mani: hanno protestato i parrocchiani
Don Manca: il giudizio lo darà il Santo Padre


di Mauro Lissia

CAGLIARI.

Doveva essere un convegno, una riflessione collettiva sull’invito di papa Ratzinger a rivalutare la celebrazione della messa in latino. Iniziativa della parrocchia di Mandas: due relatori in arrivo da Spagna e Francia, sessanta sacerdoti e un numero imprecisato di laici pronti a discutere della ‘Motu proprio summorum pontificum’ che ha riaperto la strada al rito religioso tradizionale.
La prima delle due giornate sarebbe stata domani, l’altra lunedì. Sarebbe, perchè il divieto dell’arcivescovo Giuseppe Mani, imposto formalmente con una lettera al parroco Pascal Manca, ha fatto saltare tutto.
Lasciando di stucco gli organizzatori, il comune che aveva messo a disposizione i locali e i partecipanti.
E se don Manca affida il giudizio ai tribunali del cielo («noi non possiamo che obbedire, ci penseranno il Signore e la Santa Sede») sono durissimi i commenti - tutti rigorosamente anonimi - sul blog www.messainlatino.it, dove Mani viene definito «tirannico».
L’archeologo Mauro Dadea, che era iscritto ai lavori di Mandas, è furibondo: «Gravissimo questo divieto, erano in programma interventi di esperti liturgisti, si trattava di una libera iniziativa di riflessione nata da un invito giunto dal Papa e dal fatto che moltissimi fedeli vorrebbero la messa in latino al posto di questo rito, che è stato inventato...».
Le differenze sono note: a parte la lingua, la celebrazione tradizionale della messa prevede che il sacerdote rivolga lo sguardo verso Dio, quindi le spalle ai fedeli. Col rito nuovo, deciso da Paolo VI, avviene il contrario. Papa Ratzinger non ha promosso l’uno o l’altro, ma ha restituito la libertà di scegliere. Aprendo un dibattito all’interno della Chiesa che sia pure in toni sommessi sembra sconfinare nella polemica. L’arcivescovo Mani però nello scontro delle posizioni non vuole entrare, malgrado la sua linea in qualche modo traspaia: «Da sacerdote ho celebrato la messa in latino per diciassette anni, se qualcuno pensa che io sia contrario vada la domenica mattina alle dieci alla basilica di Santa Croce, dove si celebra il rito nella lingua antica. Liberissimi di farlo, solo che domenica scorsa i fedeli erano quindici...».
Il punto però è un altro: il divieto imposto alla parrocchia di Mandas.
Don Manca ha obbedito a stento, ma l’arcivescovo ha una spiegazione: «Nessuno ha pensato di limitare il diritto di discutere su quel tema, la verità è che sono venuti da me alcuni parrocchiani di Mandas e mi hanno chiesto di fare qualcosa perchè il loro paese non diventasse il centro di un’iniziativa legata alla messa tradizionale». Mani quindi, così sostiene, ha soltanto accolto una protesta arrivata da un gruppo di fedeli: «Non posso fare i nomi, ma non erano pochi e mi è sembrato giusto rispettarli. Non ho vietato di fare un convegno sulla messa in latino, ho vietato di organizzarlo a Mandas. Se vogliono possono andare a Lanusei, Barumini, Escalaplano, ovunque i parrocchiani gradiscano. Ma non a Mandas».
L’arcivescovo nega con decisione che lo stop imposto al convegno abbia arrecato danni economici: «I locali erano offerti dal Comune, non c’è stata alcuna spesa. D’altronde io avevo avvertito a voce il parroco che questa iniziativa avrebbe provocato molti malumori, alla fine sono stato costretto a fermarla».
Storia finita. Resta la delusione del parroco: «Credo che i parrocchiani di Mandas avessero diritto di sapere ciò che il Papa ha voluto dire - spiega don Manca - e il convegno era aperto anche a chi non è d’accordo. Possibilità di ripensamenti? Conosco monsignor Mani... quando ha deciso, ha deciso e basta».

© Copyright La Nuova Sardegna, 8 agosto 2009

Non ho parole...e chi sarebbero questi parrocchiani?
Con la crisi di vocazioni, di fedeli, di frequenza alla messa domenicale, un vescovo puo' davvero permettersi di mettere alla porta chi desidera semplicemente ascoltare un convegno?
Suvvia...
E i gruppi tradizionalisti non hanno forse gli stessi diritti degli altri?
Che cos'hanno? Una malattia contagiosa?
No, caro Mani, non ci siamo proprio.
Anche se i fedeli che assistono alla messa tridentina sono quindici o anche due o tre o sette, essi hanno diritto al massimo rispetto da parte del loro vescovo.
Suggerisco al bravo, devoto ed esemplare don Manca di rivolgersi a chi di dovere anche se dubito che qualcuno interverra'...

R.

p.s. Nessuno ha protestato per la piscina, ehm, la chiesa gonfiabile?
In caso affermativo, il pallone verra' bucato con un bel botto?

R.

13 commenti:

Anonimo ha detto...

Anche se fosse una sola persona a chiedere il rito in latino, non si discute, e la Messa deve essere celebrata. Molti sacerdoti non tengono conto delle indicazioni e insegnamenti del Santo Padre. Dobbiamo davvero pregare per i sacerdoti.

Anonimo ha detto...

coraggio don Manca! non perderti d'animo...magari se farai una preghiera interreligiosa con mussulmani e buddisti il Vescovo in persona sarà presente!!!

Antonio ha detto...

Le parole di mons. Mani sono sconcertanti...mi chiedo se si sia comportato da vescovo o da capo fazione...
"Grida,non darti posa, annunzia al popolo mio le sue scelleratezze e alla casa di Giacobbe i suoi peccati!"

Anonimo ha detto...

Il problema qui non e' di schierarsi con il Vescovo o con il Parroco, semmai e' quello di trovare un punto di incontro tra le varie anime di Santa Romana Chiesa. Per quanto riguarda Mandas, non si tratta di avere parrocchiani pro o contro il Motu proprio (sarebbero contro il Santo Padre a quel punto, ma piu' semplicemente di far capire al santo popolo di Dio vari aspetti poco conosciuti. Per questo motivo sara' organizzato a breve un convegno su "La religiosita' e fede popolare nei secoli. Da Concilio di Trento al Motu proprio di Benedetto XVI"

Anonimo ha detto...

All'interno di quella che -formalmente- è la chiesa cattolica ci sono oramai (come minimo) due chiese: una sta con il Papa, l'altra no. I giornali cattolici (l'Osservatore Romano, Avvenire) e le riviste (Famiglia Cristiana ed altre) fingono di non vedere...
"Vatuttobenmadamalamarchesa" come motto, unitamente a capolavori patrimonio dell'Unesco di cerchiobottismo, fanno tirare a campare, scherzando pericolosamente col fuoco, confidando nel buon senso di chi coglie ormai forte il puzzo degli attriti e nell'indifferenza di chi non si accorge di nulla (franza o spagna, purchè se magna) o non se ne cura.
Ammirevole Pietro non vuole scaricare nessuno dalla barca, finchè galleggia. Dovesse aumentare la tempesta, bisognerà alleggerirsi della zavorra: c'è da temere che gli ordini del capitano della nave siano compresi bene, perchè certi ufficiali potrebbero gettare fuori bordo le mappe, per salvare l'ultima copia di Repubblica o fuor di metafora la statua della Madonna per salvare la statua della libertà...
RS

Antonio ha detto...

DIIS MANIBVS SACRVM..sacro agli dei Mani...
Monsignore rivela che ha celebrato per diciassette anni col rito romano antico...
Robespierre oggi ci vieta la parola! ...adorate l'Ente Supremo!

Anonimo ha detto...

a Mandas già mille firme in favore dell'operato del Parroco.. a voi il giudizio

Anonimo ha detto...

L'ho trovata su un altro sito: merita!

http://www.youtube.com/watch?v=vU6tBc2_U7k

Anonimo ha detto...

Vorrei sapere se con la stessa celerità questo vescovo mette in riga certi preti quando vengono denunciati eventuali abusi liturgici.

Anonimo ha detto...

Se un Vescovo si comporta in funzione di alcuni fedeli che minacciano malumori contro altri fratelli, comunque opera contro la Chiesa e la lacera. La mia impressione è che Mons. Mani si sia bruciato le mani ed anche la carriera. Bloccare un convegno legittimo, imponendo arbitrariamente l'obbedienza ad un sacerdote, a tre giorni dall'inizio, rivela ben poca stoffa ed acume per cui non voglio neppure pensare che intenda gestire alcuni cristiani contro altri per opporsi ad una determinazione del Papa. Altrimenti Cagliari diventerebbe Linz. Se questo fosse Signore abbi pietà di questo poveretto.

Areki ha detto...

Sono un sacerdote da 22 anni e sinceramente sono stufo degli abusi di pseudo liturgisti e certi vescovi che ostacolano in tutti i modi il legittimo desiderio di tanti fedeli e confratelli che vogliono approfondire la liturgia antica e il Summorum Pontificum. Invito la Santa Sede ad intervenire in modo più esplicito. Santo Padre celebri una santa messa in rito tridentino in forma pubblica. Vengano richiamati a dovere vescovi con così poca carità e prudenza come Mons. Mani.
don Bernardo

Anonimo ha detto...

Il problema non e' se vi siano 7 persone contro il convegno o mille a favore. LA CHIESA NN E' UN PARLAMENTO POPOLARE O UN SOVIET.

E' AL DI FUORI DI QUALSIASI BUON SENSO CHE IN UNA PARROCCHIA NN SI POSSA DISCUTERE O FARE UN CONVEGNO SU UN PROVVEDIMENTO ATTUALE DEL PAPA.

C'e' poi da piangere per l'indotto economico perso, specie in questi periodi di magra.

Comunque chi non ama la verita' non ha carita'.

Non sono daccordo che bisogna discutere all'infinito con due o tre o 10 persone che non concordano, e che sempre ci saranno.

VERGOGNA

disonore ha detto...

Sono esterrefatto... ormai questo vescovo non mi sorprende più... questo vescovo prende sempre più posizioni incomprensibili, sempre pronto a farsi postino dei pettegolezzi di paese e intervenire in forza della sua autorità vescovile e non della sua autorità morale. Vuole tacitare qualunque discussione e qualsiasi inziativa che parroci lungimiranti pongono in essere. Un vero dittatore che gradisce spesso mettersi in mostra difendendo gli indifendibili e i comportamenti indifendibili... non lo capisco più.. forse la sua lunga permanenza coi militari lo ha portato a pensare che bastino le stellette per avere ragione. Sua eccellenza mi consenta, lei sta provocando la distruzione di quel poco di buono che ancora c'è nella sua diocesi, mi pare che lei non abbia più l'appoggio della maggior parte dei suoi preti che le dicono sempre più di no e scappano altrove appena possono... Si faccia lei un serio esame di coscienza e si faccia da parte, torni ai miltari.
Senza rancora... un amico