martedì 11 agosto 2009

Ru486, Avvenire critica Veronesi: "tesi antiumane" (Izzo)


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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

RU486: AVVENIRE CRITICA VERONESI, ''TESI ANTIUMANE''

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 11 ago.

Somiglia molto al superuomo teorizzato da Nietzesche la superdonna descritta dall'ex ministro della salute Umberto Veronesi, che ha celebrato su Repubblica l'approvazione della pillola RU486 come ''l'annuncio di prossime certe e trionfali vittorie''.
A definire ''il veleno che annienta un figlio'' come una ''ulteriore tappa della liberazione femminile non erano arrivati - scrive oggi il quotidiano cattolico Avvenire - i piu' accesi fautori dell'aborto da bere.
A dirla tutta, a uscir fuori al naturale, ci ha pensato il maestro di pensiero della medicina politicamente corretta''.
Il tema delle ''derive dei nostri giorni'' e' affrontato dal quotidiano della Cei in prima pagina con un editoriale intitolato ''Il delirio dell'onnipotenza che chiamano liberta''', che commenta il monito lanciato dal Papa domenica scorsa circa i rischi di visioni che possono far rivivere le follie del nazismo nel mondo di oggi.
Firmato dal teologo e musicologo Pierangelo Sequeri, l'articolo condanna come rovinosa ''la sperimentazione dell'onnipotenza divina da parte dell'uomo''.
A pagina due, il commento, a firma della giornalista Marina Corradi, che risponde in concreto alle affermazioni dell'ex ministro della Salute.
''L'immaginazione di Veronesi di un mondo di amazzoni autosufficienti e' pura deriva di onnipotenza maschile'', rileva Avvenire, osservando che ''solo un uomo puo' pensare mondi simili: clonando, con antica arroganza, la sua misura del vivere e sovrapponendola alle donne''.
''Ma le autistiche amazzoni che fanno figli da sole, sono fortunatamente un orizzonte futuribile e lontano. Drammaticamente attuale invece - scrive il giornale diretto da Diono Boffo - e' la questione della pillola abortiva. E il messaggio dell'oncologo delle donne, del medico ' democratico', e' 'e' un passo avanti nella vostra liberazione'''. ''Pare di risentire - continua l'articolo - gli echi della battaglia, quando alle ragazze degli anni Settanta l'aborto legalizzato venne raccontato come una conquista e quasi una promozione sociale.
Rieccoci: dai giornali giusti i maestri giusti conducono i loro corretti sermoni''.
Le bambine di oggi, dunque, diventeranno donne votate al successo grazie a ''una pillola che educa a pensare che 'quel problema' e', in fondo, un problema da poco: fra qualche anno sara' possibile non mancare neanche un giorno al lavoro. Cosi' vi vogliono, bambine'', conclude il giornale della Chiesa Italiana: ''produttive, efficienti, competitive. Concrete, e senza rimpianti. Dei veri uomini. E' questa, la rivoluzione millantata. Dimenticarsi di se', di una propria natura, di un'accoglienza all'altro come scritta addosso: nella generosita' del grembo, nello sguardo. Dimenticarsi di se' nel radioso, livido 'Mondo Nuovo' del professor Veronesi''.

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