martedì 11 agosto 2009
Benedetto XVI: sulla terra si apre l’inferno quando l’umanità dimentica il Signore e si sostituisce a lui (Mazza)
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Il Papa: nei lager la negazione di Dio e dell’uomo
Benedetto XVI: sulla terra si apre l’inferno quando l’umanità dimentica il Signore e si sostituisce a lui
DA R OMA
SALVATORE MAZZA
Quando si esalta «la libertà quale unico principio dell’uomo, in alternativa a Dio», l’uomo finisce per essere trasformato «in un dio». Ma si tratta di «un dio sbagliato, che fa dell’arbitrarietà il proprio sistema di comportamento».
Per questo l’odierna cultura nichilista può paragonarsi ai lager nazisti, che «come ogni campo di sterminio, possono essere considerati simboli estremi del male, dell’inferno che si apre sulla terra quando l’uomo dimentica Dio e a Lui si sostituisce, usurpandogli il diritto di decidere che cosa è bene e che cosa è male, di dare la vita e la morte».
È stata una riflessione sui santi che la liturgia ricorda in questi giorni d’agosto a dare lo spunto, domenica scorsa, a queste considerazioni che Benedetto XVI ha proposto ai fedeli saliti a Castel Gandolfo per l’appuntamento con la preghiera dell’ Angelus .
Da sant’Ippolito a san Lorenzo, e fino a santa Teresa Benedetta della Croce – al secolo Edith Stein – e san Massimiliano Kolbe, questi ultimi due «uccisi nel lager di Auschwitz». Testimoni di «un’antitesi che attraversa tutta quanta la storia, ma che alla fine del secondo millennio, con il nichilismo contemporaneo, è giunta ad un punto cruciale, come grandi letterati e pensatori hanno percepito, e come gli avvenimenti hanno ampiamente dimostrato». Benedetto XVI, che già nella sua visita ad Auschwitz-Birkenau del 26 maggio 2006 aveva affermato come in quel luogo «l’umanità ha attraversato una 'valle oscura'», ha osservato tuttavia che «purtroppo» il «triste fenomeno» del rifiuto di Dio «non è circoscritto ai lager».
Essi, piuttosto, «sono la punta culminante di una realtà ampia e diffusa, spesso dai confini sfuggenti l’opposizione fra umanesimo ateo e umanesimo cristiano, fra santità e nichilismo». E così «da una parte – ha messo in evidenza Benedetto XVI – ci sono filosofie e ideologie, ma sempre più anche modi di pensare e di agire, che esaltano la libertà quale unico principio dell’uomo, in alternativa a Dio, e in tal modo trasformano l’uomo in un dio, che fa dell’arbitrarietà il proprio sistema di comportamento».
Dall’altra parte, invece, «abbiamo appunto i santi che, praticando il Vangelo della carità, rendono ragione della loro speranza; essi mostrano il vero volto di Dio, che è Amore, e, al tempo stesso, il volto autentico dell’uomo, creato a immagine e somiglianza divina». Al termine dell’Angelus , in collegamento televisivo con la Polonia, papa Ratzinger ha rivolto «una particolare parola di vicinanza alla moltitudine dei fedeli che, in questi giorni di agosto, vanno a piedi in pellegrinaggio al Santuario della Vergine di Jasna Gora, a Czestochowa, e verso gli altri santuari mariani».
«Che il vostro cammino – è stato l’auspicio di Benedetto XVI – porti copiosi frutti: la conversione dei cuori, il dono della divina misericordia e la protezione della Madonna. Affido alle vostre preghiere il mio universale ministero e le intenzioni della Chiesa».
Passando infine dal polacco all’italiano, il Pontefice s’è congedato dai fedeli rivolgendo «un cordiale saluto in particolare ai fedeli della parrocchia Nostra Signora della Salute in Cagliari, ai giovani della parrocchia Maria Madre di Dio, in Siracusa; all’Istituto secolare Compagnia di Gesù Maestro di Mazara del Vallo; alla Compagnia dei tipi loschi del beato Piergiorgio Frassati. Maria Santissima, che invochiamo con la preghiera dell’Angelus , ci aiuti a rispondere sempre fedelmente alla vocazione alla santità che Cristo rivolge ad ogni cristiano».
© Copyright Avvenire, 11 agosto 2009
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1 commento:
Finalmente una voce "fuori dal coro"
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