domenica 6 settembre 2009

Il Papa a Viterbo: lo speciale di Giacomo Galeazzi


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Il Papa: "Conferma i tuoi fratelli": quest’invito del Signore l’avverto oggi indirizzato a me con una intensità singolare. Pregate, cari fratelli e sorelle, perché possa svolgere sempre con fedeltà e amore la missione di Pastore di tutto il gregge di Cristo (Angelus)

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Il Papa a Viterbo: "Il deserto più profondo è il cuore umano, quando perde la capacità di ascoltare, di parlare, di comunicare con Dio e con gli altri. Si diventa allora ciechi perché incapaci di vedere la realtà; si chiudono gli orecchi per non ascoltare il grido di chi implora aiuto; si indurisce il cuore nell’indifferenza e nell’egoismo" (Omelia)

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VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE A VITERBO E BAGNOREGIO (6 SETTEMBRE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

"Il deserto più profondo è il cuore umano - ha detto Benedetto XVI nella sua omelia nella valle di Faul, a Viterbo - quando perde la capacità di ascoltare, di parlare, di comunicare con Dio e con gli altri".

"Deserto più profondo è cuore umano"

Ventimila fedeli alla concelebrazione eucaristica del Papa a Viterbo

GIACOMO GALEAZZI

INVIATO A VITERBO

"Il deserto più profondo è il cuore umano - ha detto Benedetto XVI nella sua omelia nella valle di Faul, a Viterbo - quando perde la capacità di ascoltare, di parlare, di comunicare con Dio e con gli altri". Prendendo spunto dal vangelo di Isaia, il papa spiega che il "'deserto', nel suo linguaggio simbolico, può evocare gli eventi drammatici, le situazioni difficili e la solitudine che segna non raramente la vita; il deserto più profondo è il cuore umano, quando perde la capacità di ascoltare, di parlare, di comunicare con Dio e con gli altri. Si diventa allora ciechi perché incapaci di vedere la realtà; si chiudono gli orecchi per non ascoltare il grido di chi implora aiuto; si indurisce il cuore nell'indifferenza e nell'egoismo".
"Il profeta Isaia - ha aggiunto il pontefice - incoraggia gli 'smarriti di cuore' e annuncia questa stupenda novità, che l'esperienza conferma: quando il Signore è presente si riaprono gli occhi del cieco, si schiudono gli orecchi del sordo, lo zoppo "salta" come un cervo.
Tutto rinasce e tutto rivive perché acque benefiche irrigano il deserto". All'inizio della sua omelia nella Valle di Faul, a Viterbo, Benedetto XVI si è rivolto "con deferenza" alle autorità, citando, nell'ordine, "i rappresentanti del Parlamento, del Governo, della Regione e della Provincia, ed in modo speciale il sindaco della città, che si è fatto interprete dei cordiali sentimenti della popolazione viterbese".
Alla celebrazione assiste, in prima fila, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, mentre non è presente alcuna alta autorità del Parlamento. Qundo stamattina Benedetto XVI è sceso dall'elicottero alla stadio Rocchi di Viterbo dove è stato accolto e salutato propio dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta con un inchino e un baciamano. Il Papa ha risposto con un sorriso e con un gesto di assenso. Dopo Letta hanno salutato il Pontefice il sindaco di Viterbo Giulio Marini, il presidente della regione Lazio Piero Marrazzo, il presidente della provincia di Viterbo Alessandro Mazzoli.
I saluti sono durati poco più di un minuto. Benedetto XVI è quindi salito sulla papamobile ed è partito alla volta di piazza San Lorenzo, dove giungerà attraversando il centro storico della città. Lungo la strada sono assiepati migliaia di fedeli.

dal blog di Giacomo Galeazzi

Gesù vuole "vincere nell'uomo la solitudine e l'incomunicabilità create dall'egoismo", per dare volto ad una "nuova umanità ", una umanità "buona, come buona è tutta la creazione di Dio", "senza discriminazioni, senza esclusioni", ha detto il Papa durante l'omelia nella Valle di Faul, a Viterbo.

"No a favoritismi politici"

Tra le intenzioni contenute nella preghiera dei fedeli letta durante la messa celebrata dal Papa a Viterbo, ce ne è stata anche una rivolta alle " autorità civili", affinché "senza favoritismi personali cerchino il bene di tutti e promuovano la civiltà dell'amore e il riconoscimento delle nostre radici cristiane".

GIACOMO GALEAZZI

INVIATO A VITERBO

Tra le intenzioni contenute nella preghiera dei fedeli letta durante la messa celebrata dal Papa a Viterbo, ce ne è stata anche una rivolta alle " autorità civili", affinché "senza favoritismi personali cerchino il bene di tutti e promuovano la civiltà dell'amore e il riconoscimento delle nostre radici cristiane". I testi sono stati redatti dall'Ufficio liturgico diocesano in collaborazione con quello pontificio.
Gesù vuole "vincere nell'uomo la solitudine e l'incomunicabilità create dall'egoismo", per dare volto ad una "nuova umanità ", una umanità "buona, come buona è tutta la creazione di Dio", "senza discriminazioni, senza esclusioni", ha detto il Papa durante l'omelia nella Valle di Faul, a Viterbo. Commentando un passo del Vangelo in cui Gesù guarisce un sordomuto tra i pagani, papa Ratzinger sottolinea che questi, visto il prodigio, riconoscono che Gesù "ha fatto bene ogni cosa". E nei suoi segni - ha detto - si può vedere come obiettivo di Cristo sia "che il mondo sia veramente e per tutti "campo di genuina fraternità ". La memoria della Seconda guerra mondiale "sia monito per tutti a non ripetere tali barbarie e ad intensificare gli sforzi per costruire nel nostro tempo, segnato ancora da conflitti e contrapposizioni, una pace duratura". Così il Papa, durante la preghiera dell'Angelus a Viterbo, ha salutato i partecipanti all'incontro sul dialogo interreligioso, che si apre oggi a Cracovia a 70 anni dall'inizio della Seconda guerra mondiale. "Non possiamo non ricordare i drammatici fatti che diedero inizio ad uno dei più terribili conflitti della storia, che ha causato decine di milioni di morti e ha provocato tante sofferenze all'amato popolo polacco; un conflitto - ha detto Benedetto XVI - che ha visto la tragedia dell'Olocausto e lo sterminio di altre schiere di innocenti". La memoria di questi eventi, dunque, "sia monito a non ripetere questa barbarie" e a lavorare per costruire "una pace duratura", "trasmettendo alle nuove generazioni uno stile di vita improntato all'amore, alla solidarietà e alla stima per l'altro". Per questo, ha concluso il pontefice, è "particolarmente importante" l'apporto che le diverse religioni possono dare "contro la violenza, il razzismo, il totalitarismo e l'estremismo" che "cancellano l'orizzonte di Dio e conducono al disprezzo dell'uomo stesso". I partecipanti all'incontro di Cracovia, riuniti nel Santuario della Divina Misericordia per la messa inaugurale celebrata dall'arcivescvoco della città polacca, card. Stanislaw Dziwisz, hanno ascoltato il messaggio del Papa in un collegamento con Viterbo.

dal blog di Giacomo Galeazzi

2 commenti:

sam ha detto...

Ma nessuno, a parte te Raffaella cara, ha ripreso questo passaggio chiave?
"Conferma i tuoi fratelli": quest’invito del Signore l’avverto oggi indirizzato a me con una intensità singolare. Pregate, cari fratelli e sorelle, perché possa svolgere sempre con fedeltà e amore la missione di Pastore di tutto il gregge di Cristo (cfr Gv 21,15 ss).

Ma passiamo subito ai fatti.
Ecco una preghiera per tutti i fedeli del Blog, semplice trasposizione delle parole odierne del Papa.

Signore Gesù,
noi ti preghiamo
perché il nostro Santo Padre possa svolgere sempre con fedeltà e amore la missione di Pastore di tutto il gregge di Cristo.
Ti preghiamo di sostenerlo nella missione - "Conferma i tuoi fratelli" - che Tu stesso hai assegnato a Pietro e che Benedetto XVI oggi avverte che Tu stai indirizzando a lui con una intensità singolare.
Con il Santo Padre ti preghaimo che le diverse articolazioni della Chiesa tendano ad una sempre più piena unità e fraterna comunione, condizioni indispensabili per offrire al mondo un’efficace testimonianza evangelica.
La Vergine Maria interceda per tutte queste intenzioni e mantenga la nostra fede sempre forte e gioiosa.
Amen

euge ha detto...

Grazie sam!