sabato 24 ottobre 2009

Approvate le cinquantasette proposizioni dei padri sinodali: Le attese del continente africano (Osservatore Romano)


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Approvate le cinquantasette proposizioni dei padri sinodali

Le attese del continente africano

Con le cinquantasette proposizioni - lette dal relatore generale, cardinale Turkson, e votate in aula tra venerdì pomeriggio e sabato mattina - i padri sinodali hanno chiesto al Papa di valutare l'opportunità di un documento sulla Chiesa in Africa a servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace. Un testo, dunque, che riassuma i contenuti del sinodo e offra indicazioni e prospettive per il futuro del continente.
Le proposte al Pontefice - ha spiegato il cardinale ghanese - si aggiungono così a un corpus di documenti che comprende anche i Lineamenta, l'Instrumentum laboris, le relazioni prima e dopo la discussione, tutti i testi degli interventi presentati in aula e per iscritto, le discussioni e le relazioni dei circoli minori.
Il testo definitivo delle proposizioni è stato presentato ai giornalisti - nell'ultima conferenza stampa del sinodo svoltasi sabato mattina - dal cardinale Turkson e dai due segretari speciali, l'arcivescovo Antonio Damião Franklin e il vescovo Edmond Djitangar. In apertura è stata annunciata la nomina del cardinale Turkson a presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, incarico che, per motivi pastorali, ricoprirà a partire dal 6 gennaio del prossimo anno.
Con le proposizioni, i partecipanti al sinodo hanno innanzitutto voluto comunicare a Benedetto XVI di aver vissuto il sinodo come una nuova Pentecoste, dopo che la precedente assemblea africana del 1994 era stata considerata un'esperienza di risurrezione e speranza. La prima proposta punta a raggiungere una maggiore comunione ecclesiale a ogni livello, incoraggiando la cooperazione all'interno della Chiesa.
Per i padri si tratta di ravvivare le strutture di comunione ecclesiale che già ci sono ma anche di promuoverne altre: l'idea che sottopongono al Papa è di fondare consigli continentali per il clero, per i laici e le donne cattoliche. In questa direzione c'è pure il suggerimento a dare indicazioni pratiche per una più adeguata formazione di sacerdoti, religiosi e laici nei loro ruoli specifici, anche con una presenza più puntuale e professionale dei cattolici nei media.
Le cinquantasette proposizioni riaffermano, in sostanza, tutti i punti chiave delle tre settimane di sinodo. Viene ribadita l'irreversibilità del dialogo ecumenico e interreligioso, con un approccio particolare con l'islam: le proposizioni invitano a superare qualsiasi forma di discriminazione, di intolleranza e di fondamentalismo religioso e a prevedere una collaborazione su temi sociali e sulla riconciliazione.
Tra le proposte concrete anche una serie di appelli ai Governi perché si imbocchi, una volta per tutte, la strada della riconciliazione, della giustizia e della pace. Dunque, appelli perché si faccia di tutto per combattere la povertà, sradicare le violenze, gli sfruttamenti, le ingiustizie, le corruzioni. Da parte sua la Chiesa deve mettere in campo tutta l'efficacia della dottrina sociale. Mentre va incoraggiata la partecipazione dei cattolici alla vita pubblica, è considerato decisivo dai padri sinodali assicurare ai responsabili politici ed economici una formazione spirituale, dottrinale, pastorale e pratica. A questo proposito pensano di fondare nuove facoltà di scienze politiche nelle università cattoliche.
Tra le idee nuove, la creazione di un fondo di solidarietà continentale attraverso la Caritas e di un programma africano di pace e solidarietà per contribuire a trovare soluzioni ai conflitti. Poi la costituzione di consigli per la pace, ben forniti di personale e mezzi.
Nelle proposizioni c'è anche la proposta di appoggiare lo studio in corso per un trattato sul commercio delle armi da parte delle Nazioni Unite: l'obiettivo dichiarato è bandire dalla faccia della terra le armi nucleari, biologiche e di distruzione di massa.
Forte risalta l'invocazione per l'abolizione totale e universale della pena di morte, accompagnata dalla denuncia che questa misura definitiva e inappellabile colpisce soprattutto la povera gente che non può difendersi da sola e viene usata per eliminare gli oppositori politici. Piuttosto, si rileva, è opportuno che i Governi provvedano a riforme penali che garantiscano almeno gli standard minimi internazionali per il trattamento dei prigionieri.
Particolarmente sentita dal sinodo è la questione dell'aids che non è un problema semplicemente medico-farmaceutico ma un'istanza di sviluppo integrale e di giustizia. I malati di aids in Africa, accusano le proposizioni, non ricevono la stessa qualità di trattamento di altri Paesi. Insomma, i fondi di aiuto devono davvero arrivare a destinazione. In una delle proposizioni è contenuta la proposta di un manuale specifico per gli operatori pastorali. Da riaffermare anche il no all'aborto e la difesa della vita dal concepimento alla morte naturale.
Infine dalle proposizioni sinodali arriva anche una denuncia dei soprusi contro i bambini e le donne e il rilievo delle poche opportunità per i giovani costretti così a emigrare. Una parola di solidarietà è rivolta ai quindici milioni di migranti che cercano un futuro. Constatato che per i passeggeri africani ci sono discriminazioni anche negli aeroporti, per i padri le politiche e le leggi migratorie restrittive violano i diritti umani mentre servono regole internazionali giuste e solidali.

(©L'Osservatore Romano - 25 ottobre 2009)

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