sabato 10 ottobre 2009
Domani il Papa proclamerà cinque nuovi Santi (Radio Vaticana)
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Domani il Papa proclamerà cinque nuovi Santi
Domani la Chiesa avrà cinque nuovi Santi: li proclamerà il Papa nella Messa solenne da lui presieduta in Piazza San Pietro a partire dalle 10.00. I cinque nuovi Santi sono: Zygmunt Szczęsny Feliński, vescovo, fondatore della Congregazione delle Suore Francescane della Famiglia di Maria; Francisco Coll y Guitart, sacerdote dell’Ordine dei Frati Predicatori, fondatore della Congregazione delle Suore Domenicane dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria; Rafael Arnáiz Barón, religioso dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza; Marie de la Croix Jugan, vergine, fondatrice della Congregazione delle Piccole Sorelle dei Poveri. Tra i nuovi Santi figura anche padre Josef Daamian de Veuster, sacerdote della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria e dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento dell’Altare: vissuto nel XIX secolo, nel 1873 si offrì come volontario per assistere i lebbrosi che venivano confinati nell’isola lazzaretto di Molokai, nelle Hawaii. Oltre che prete, è stato anche medico e si è prodigato in diversi modi per i malati, perfino sperimentando su di sé nuovi farmaci quando ha contratto la lebbra che lo ha condotto alla morte. Al microfono di Tiziana Campisi, padre Alfred Bell, della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, postulatore della Causa di Canonizzazione, descrive il modo in cui Damiano ha vissuto la sua vocazione:
R. – Quando Damiano ha detto “sì” ha continuato in questa missione fino alla fine. Al vescovo, che domandava ai sacerdoti chi volesse andare ad aiutare questi poveri lebbrosi, egli ha risposto: "Lo voglio io!" Si è quindi recato lì e vi è rimasto fino alla morte. E’ rimasto 14 anni da solo, ha fatto esattamente ciò che Gesù Cristo ha detto: “Se uno ama una persona, un amico, dà la sua vita per lui” e lui lo ha fatto nel vero senso della parola.
D. – Che esempio ci lascia?
R. – Il governo delle Hawaii aveva portato gli ammalati in un’isola molto piccola, così la società non aveva più questo problema. Padre Damiano De Veuster ha fatto di questa gente una vera comunità, ha dato loro la speranza. Era un missionario attivo, che ha lavorato in ogni campo, con i lebbrosi. Con i più forti ha creato un ospedale, con altri invece un coro con degli strumenti, ha fatto tutto ciò che potesse aiutarli. E’ per questo che oggi egli è un esempio di comunità; in un tempo in cui tutti sono egoisti e pensano per sé egli ha dato un esempio di come si può condividere in una società e in una comunità in condizioni così difficili. Padre Damiano è anche un esempio per coloro che non hanno voce nella nostra società: i lebbrosi non contavano niente nella società delle Hawaii. Lui invece ha detto: “Voi contate, voi siete agli occhi di Dio pietre preziose” ed oggi per molta gente che non ha voce nei diversi ambiti della vita, padre Damiano è anche un “uomo della speranza”.
D. – Quale messaggio giunge all’uomo di oggi da padre Damiano?
R. – Damiano diceva: “Sì, io vado e non ritorno”. Questo non vuol dire che non abbia avuto dei problemi, ma quello che ognuno dovrebbe fare è ripensare se quello che sta facendo è giusto o meno. Damiano ha dato a molti l’esempio di come si può cambiare la vita. Noi non abbiamo soltanto la via economica e professionale, ma c’è anche quella che prevede l’aiuto all’altro. Quest’ultima via per lui ha significato anche isolamento, solitudine e questa è una cosa che nella società di oggi sperimentano in molti. Lui ha però mostrato che c’è sempre speranza. Oggi Damiano rimane chi ripete: “Voi avete un valore indipendente dalla vostra situazione”. E’ stato un servitore di Dio e resterà per tutti un servitore delle persone.
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