sabato 10 ottobre 2009
Ma chi l'avrebbe detto che Bagnasco è un decisionista? Anche perché ha il filo diretto con il Papa (Bevilacqua)
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Ma chi l'avrebbe detto che Bagnasco è un decisionista?
PRIMO PIANO
Di Di Andrea Bevilacqua
Vaticaneide - anche perché ha il filo diretto con il papa
Il suo stile si vedrà all'assemblea Cei di inizio novembre con le nomine nei grandi media cattolici
L'altro ieri sera a palazzo Venezia, all'inaugurazione della mostra “Il Potere e la Gloria” dedicata ai santi patroni d'Europa c'era pure lui. Un po' defilato, ma c'era.
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, e arcivescovo di Genova, è rimasto un po' in disparte ma il suo esserci ha significato molto. Del resto, nonostante le cronache di queste settimane continuino a descrivere le lotte interne alle gerarchie come una questione tra segreteria di Stato vaticano (il cardinale Tarcisio Bertone) e l'ex presidente dei vescovi italiani e oggi presidente del comitato per il progetto culturale (il cardinale Camillo Ruini), ciò che nessuno racconta è l'indipendenza che Bagnasco, un po' dalle retrovie e spiazzando un po' tutti, ha deciso di prendere (pare con successo) da entrambi cioè sia da Bertone che da Ruini.
Insomma, voluto alla guida dei vescovi quale uomo della mediazione tra il candidato di Bertone (che voleva monsignor Benigno Papa) e il candidato di Ruini (che voleva Angelo Scola), Bagnasco si pensava che avrebbe, in qualche modo accontentato, nella sua presidenza, un po' il primo e un po' il secondo. E, invece, è proprio di queste settimane, la svolta.
Il caso Boffo ha paradossalmente aiutato Bagnasco. Uscito di scena il direttore di Avvenire, Bagnasco s'è trovato di fatto più solo a dirigere la baracca (Boffo lo aiutava molto) e la sua reazione è stata di una maggiore responsabilità a discapito delle due eminenze le quali, in qualche modo, fino a un mese fa lo “controllavano”: appunto Bertone e Ruini.
Bagnasco, in queste settimane, ha fatto proprio un contatto diretto e senza intermediari con l'appartamento papale, con don Georg Gaenswein e con Papa Ratzinger in persona.
Con loro si confronta e, principalmente, loro ascolta. La prolusione tenuta due settimane fa in apertura del consiglio permanente della Cei, in questo senso, dice molto: per la prima volta Bagnasco non ha avuto il prezioso aiuto di Boffo e ha fatto da sé, confrontandosi sì con Bertone (e probabilmente con Ruini) ma facendo leggere il testo prima che venisse pronunciato in consiglio soltanto all'appartamento papale.
Gli effetti del nuovo “Bagnasco style” verranno fuori in modo evidente alla prossima assemblea generale della Commissione episcopale italiana (Cei) che è il Parlamento dei vescovi.
A inizio novembre, infatti, nell'assise romana di tutti i vescovi italiani, Bagnasco porterà non soltanto i nomi dei tre direttori di Avvenire, Sat2000 e RadioinBlu (tre nomi da lui decisi autonomamente), ma anche i nomi dei nuovi vice presidenti della stessa Cei. In molti, da più parti d'Italia, si stano muovendo per “sponsorizzare” i propri candidati. Ma tutti dovranno fare i conti con la novità della conduzione Bagnasco: deciderà lui e soltanto lui. In fondo, se il Papa gli ha affidato la guida dei vescovi nel 2007, un motivo ci sarà. Anzi, un motivo c'è: vuole che Bagnasco, questi vescovi, li guidi davvero.
© Copyright Italia Oggi, 10 ottobre 2009 consultabile online anche qui.
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1 commento:
Finalmente ci si ricorda che Cristo ha lasciato un solo vicario in terra???
Deo gratias!
Lo Spirito Santo guidi il cardinal Bagnasco sulla giusta via!
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