venerdì 9 ottobre 2009

Il Papa al concerto nel 70° della Seconda Guerra Mondiale: mai più stermini e Muri, i giovani difendano la pace e la libertà da ogni forma di odio


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Il Papa al concerto nel 70° della Seconda Guerra Mondiale: mai più stermini e Muri, i giovani difendano la pace e la libertà da ogni forma di odio

I giovani non dimentichino che la libertà e la pace ai quali il mondo anela sono frutto di una civiltà basata sul rispetto e non sull’odio che eventi come la Seconda Guerra Mondiale, lo sterminio della Shoah e la costruzione del Muro di Berlino seminarono nel corso del Novecento.
Con questi pensieri Benedetto XVI ha ringraziato l’Orchestra interregionale sinfonica (Iro), che ieri pomeriggio all’Auditorium Conciliazione ha eseguito musiche di Mahler e Mendelsshon nel concerto intitolato “70 anni dall’inizio della II Guerra Mondiale: Giovani contro la guerra”. Un evento realizzato su iniziativa del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e della Commissione della Santa Sede per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo. Il servizio di Alessandro De Carolis:


Le note di due grandi compositori per far volare alto il sentimento della pace oltre l’odio della guerra, l’orrore di uno sterminio, l’indegnità di un muro. Hanno contribuito a questo le sinfonie di Gustav Mahler e Felix Mendelsshon, entrambi ebrei, entrambi vittime di odiose discriminazioni antisemite che, nel caso di Mahler, morto nel 1911, sollecitarono il fascismo a definire quella del maestro “arte degenerata”. Al cospetto del presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, e dei vari organismi che hanno contribuito alla realizzazione del concerto - tra cui anche l’Ambasciata di Germania presso la Santa Sede, l’Europäisches KulturForum Mainau e l’International Jewish Committee for Interreligious Consultations - Benedetto XVI ha subito speso parole di apprezzamento l’idea alla base dell'evento:

“Utilizzando l’universale linguaggio della musica, questa iniziativa vuole incoraggiare i giovani a costruire insieme il futuro del mondo, ispirandosi ai valori della pace e della fratellanza tra gli uomini”.

Creata nel 1992 allo scopo di intensificare i rapporti culturali in Europa e di stimolare nei giovani la consapevolezza delle radici culturali comuni, l’Orchestra interregionale diretta da Joachem Hochstenbach e composta di giovani del land tedesco del Baden-Württemberg e delle regioni con esso gemellate (Coimbra, Emilia-Romagna e Lombardia, Fiandre, Kanagawa, Catalogna, Łódź) ha evocato con i suoi brani - ha detto il Pontefice - “la tragedia della seconda guerra mondiale, dolorosa pagina di storia intrisa di violenza e di disumanità, che ha causato la morte di milioni di persone, lasciando i vincitori divisi e l’Europa da ricostruire”. Nonostante l’invito alla ragionevolezza che lanciò in estremo Pio XII:

“La guerra, voluta dal nazionalsocialismo, ha colpito tante popolazioni innocenti dell’Europa e di altri Continenti, mentre, con il dramma della shoah, ha ferito soprattutto il popolo ebreo, oggetto di uno sterminio programmato (…) Nessuno purtroppo riuscì a fermare quell’immane catastrofe: prevalse inesorabile la logica dell’egoismo e della violenza. Ricordare quei tristi eventi sia monito, soprattutto per le nuove generazioni, a non cedere mai più alla tentazione della guerra”.

A novembre, l’Europa e il mondo celebreranno anche i 20 anni della caduta del Muro di Berlino che del secondo conflitto mondiale fu una diretta conseguenza. Se il movimento ecumenico, “che ha trovato nella seconda guerra mondiale un catalizzatore” può contribuire a costruire una nuova civiltà di rispetto e tolleranza, “operando - ha auspicato Benedetto XVI - insieme agli ebrei e a tutti i credenti”, il Muro di Berlino resta “simbolo eloquente della fine dei regimi totalitari comunisti dell’Est europeo” e rammenta - ha affermato il Papa, citando Giovanni Paolo II - che:
“L’Europa, il mondo intero hanno sete di libertà e di pace! Occorre costruire insieme la vera civiltà, che non sia basata sulla forza, ma sia ‘frutto della vittoria su noi stessi, sulle potenze dell’ingiustizia, dell’egoismo e dell’odio, che possono giungere sino a sfigurare l’uomo’ (…) Ci benedica Iddio e conceda all’umanità il dono della sua pace”.

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