martedì 6 ottobre 2009

Le telecamere del Tg5 nell'orto del Papa (Adnkronos)


Vedi anche:

Lattice e Papa nero: così oggi i giornaloni oscurano la meditazione dell'unico Papa, quello regnante

Affermazioni del card. Turckson: il commento di Luciano Causa

Il Papa ai Padri sinodali: guardate il mondo nella luce di Dio (Zenit)

Un aiuto per l'Africa attraverso un contributo alla lotta all'Aids o l'adozione a distanza

Sinodo sull'Africa: relazioni e lavori della prima congregazione generale

Canti e melodie che esprimono la vitalità del popolo di Dio alla Messa di apertura del Sinodo (Osservatore Romano)

Vian: ci si può chiedere quanto di questa predicazione chiara e mite di Benedetto XVI troverà spazio nei media...

Benedetto XVI denuncia il "colonialismo" di cui soffre ancora l'Africa (Stéphanie Le Bars)

Il Papa: Dio si dona gratuitamente (Tornielli)

Riflessione "a braccio" del Papa: il servizio del Tg5

Il Papa: "Mi sembra questo un elemento molto importante: il Dio vicino. Le cose della scienza, della tecnica comportano grandi investimenti: le avventure spirituali e materiali sono costose e difficili. Ma Dio si dona gratuitamente. Le cose più grandi della vita — Dio, amore, verità — sono gratuite. Dio si dà nel nostro cuore. Direi che dovremmo spesso meditare questa gratuità di Dio: non c'è bisogno di grandi doni materiali o anche intellettuali per essere vicini a Dio. Dio si dona gratuitamente nel suo amore, è in me nel cuore e sulle labbra" (Meditazione "a braccio")

L'Africa, il Papa e l'AIDS. Sei mesi dopo (Tosatti)

Aids, card. Turkson: sì al condom nelle coppie sposate (Izzo)

Continuiamo a pregare per Caterina Socci. Un altro canto di Caterina, un altro presagio

Il cardinale Bagnasco alla Ccee: parte del mondo culturale e mediatico dipinge falsa "Chiesa del no" (Radio Vaticana)

E sul Papa scende il silenzio della stampa (Lucio Brunelli). Da incorniciare!

Il Papa inaugura i lavori del Sinodo: l'amore di Dio apra in Africa i confini di tribù, etnie e religioni. Il rifiuto di Dio distrugge la pace

Il Papa saluta "a braccio" i Padri sinodali: "I mali si correggono andando alla Verità" (Izzo)

Pseudo Berlicche scrive al nipotino Malacoda sulle prossime mosse contro quello strano "omino bianco" che si chiama Benedetto :-) Da gustare!

Spesso distorte le parole del Papa (Rondoni)

Bagnasco: spesso distorte le parole del Papa offrendo letture scorrette (Galeazzi)

Bagnasco: «I media fanno dire al Papa cose che non dice» (Bobbio)

Quello che nessuno vi ha detto del viaggio del Papa in Rep. Ceca (Messainlatino)

SINODO PER L'AFRICA (4-25 OTTOBRE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

Le telecamere del Tg5 nell'orto del Papa

Le telecamere del Tg5 nell'orto del Papa curato dalle monache di clausura

Clicca qui per vedere il servizio.

Adnkronos

ROMA - Le telecamere del Tg5 sono riuscite, per la prima volta, a riprendere l'orto del Papa. Proprio così. Il telegiornale diretto da Clemente Mimun, nell'edizione delle 20, ha mandato in onda le immagini di uno dei luoghi più inaccessibili della Città del Vaticano, arrivando oltre le mura del monastero di clausura ''Mater Ecclesiae'', abitato da una piccola comunità di benedettine. Di scontato solo il fatto che la loro preghiera e il loro lavoro hanno sempre lo stesso destinatario privilegiato, il Pontefice.
Ai microfoni del Tg5 ha parlato madre Sofia Cichetti, la badessa del monastero. "Questo è un orto speciale, perchè è l'orto del Papa che coltiviamo con gioia ed energia e in modo ecologico, non usiamo fertilizzanti chimici, ma solo letame. Produciamo vari tipi di verdure e di frutta, per noi e due volte a settimana per la tavola del Papa''. L'orto è circondato dalle famosissime Mura Leonine, che mantengono un ottimo clima, così gli alberi di aranci e limoni fanno molti frutti. Non solo. Tra le specialità delle benedettine, la marmellata di arance. Prima di Benedetto XVI, era stato Giovanni Paolo II a godere dei frutti, materiali e spirituali, del monastero, che volle a tutti i costi 15 anni fa nel cuore del Vaticano.
"Lo ha voluto -ha spiegato madre Sofia- come presenza di profonda spiritualità e di preghiera quotidiana e incessante per lui, e per la Chiesa intera''. Giovanni Paolo II ne decise anche la regola: suore di clausura, di diverse nazionalità, che pregassero sempre e solo in latino e gregoriano e che si prendessero cura, in particolare, della talare bianca del Papa, oltre che del ricamo di mitre e di stole. "Il rapporto col Papa è molto profondo e fatto di una grande tenerezza da parte sua nei nostri confronti". Un'esperienza unica, soprattutto per una monaca di clausura. Per non scontentare nessuno, ha spiegato il Tg5, lo Statuto pevede anche l'alternarsi ogni cinque anni dei diversi Ordini femminili di clausura. E così il 7 ottobre alle bendettine subentreranno le visitandine. "Un po' di nostalgia -ha confessato madre Sofia Cichetti- ce l'ho, è stata un'esperienza ricca e bella, anche di incontro con il Santo Padre. Mi dispiace un po' andare via, ma nello stesso tempo sono anche contenta di tornare al mio monastero di origine''.
Nell'agosto scorso, l'Osservatore Romano aveva dedicato un ampio servizio alle benedettine, provenienti da vari continenti: una filippina, un'americana, due francesi e tre italiane.
''L'esperienza della cura dell'orto - aveva spiegato la badessa al quotidiano della Santa Sede diretto da Giovanni Maria Vian- è molto bella, perché ci mette in contatto con la natura e con l'autore della natura, che è Dio. Coltivare è una preghiera fatta con le mani, è anche un lodare la bellezza della natura e del Creatore. Vedere i semi che crescono a poco a poco, osservare le pianticelle che diventano grandi, scorgere prima i fiori e poi i frutti, seguire nelle sue varie fasi lo sviluppo della vita vegetale: tutto ciò ci aiuta anche nella preghiera e nella contemplazione. Zappare, vangare, innaffiare è senza dubbio faticoso, ma è un sacrificio che viene ripagato quando l'orto ci fornisce pomodori, peperoni, zucchine, cavoli, odori, menta''.
''Tutto - spiegò la badessa- viene coltivato in modo naturale, concimato con letame, e non con sostanze chimiche, che viene direttamente dalle Ville pontificie di Castel Gandolfo. Nell'orto non abbiamo molte piante da frutto, ma solo alberi di limoni e d'arance, dalle quali ricaviamo la marmellata con una ricetta tipica del nostro monastero. Questa confettura non è vendita, ma la doniamo al Papa, che la gradisce molto, e ai nostri benefattori. Abbiamo anche un giardino dove coltiviamo i fiori che mettiamo in chiesa per il servizio liturgico. Crescono soprattutto rose di due varietà: ''Beatrice d'Este'', di color carne, e ''Giovanni Paolo II'', bianche e profumate. In maggio ogni settimana le mandiamo al Papa. Sappiamo che le gradisce molto''.

© Copyright Adnkronos

1 commento:

Anonimo ha detto...

Parlare dell'orto, fa sicuramente più effetto che parlare dell'apertura del sinodo!

GRANDIOSI