lunedì 5 ottobre 2009

Aids, card. Turkson: sì al condom nelle coppie sposate (Izzo)


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SINODO PER L'AFRICA (4-25 OTTOBRE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

Riceviamo e con piacere e gratitudine pubblichiamo:

AIDS: CARD. TURKSON, SI' A CONDOM NELLE COPPIE SPOSATE

Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 5 ott.

Contro l'Aids, "la prima via e' la fedelta' nel matrimonio". Ma all'interno di una coppia sposata, quando uno dei coniugi e' sieropositivo, si puo' consigliare il condom. Ne e' convinto il card. Peter Turkson, relatore generale al Sinodo Africano, aperto ieri dal Papa. "Se una persona sa di essere contagiata - afferma il cardinale del Ghana - non dovrebbe avere rapporti, per carita' in quel caso - aggiunge pero' rispondendo ai giornalisti - consiglierei l'uso dei preservativi, ma in Africa ce ne sono di bassa qualita' che non proteggono completamente".
Le parole del cardinale africano Turkson ricalcano posizioni gia' espresse in Italia, sia pure con sfumature diverse, dai cardinali Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi. E non contraddicono in modo esplicito la posizione del Papa, che parlo' di questo tema nel volo verso il Camerun, lo scorso 17 gennaio ma non entro' nel merito della liceita' del preservativo se utilizzato all'interno di una coppia sposata, quando uno dei coniugi e' sieropositivo e non puo' sottrarsi ai doveri coniugali. Ed in realta' e' solo cosa fare in questa disgraziata eventualita' che divide dalla dottrina tradizionale quanti nella Chiesa sostengono la linea piu' morbida. "Non sara' la Chiesa a promuovere il profilattico" e su questo punto non possono esserci posizioni diverse", ha assicurato qualche mese fa il card. Javier Lozano Barragan, allora presidente del Pontificio Consiglio per gli operatori sanitari, sottolineando che fuori dal matrimonio i rapporti sessuali non sono mai leciti e dunque il problema non e' il condom. Benedetto XVI affermo', come e' noto, che l'uso del condom non era sufficiente a combattere l'Aids, anzi poteva peggiorare la situazione, offrendo garanzie di sicurezza che in realta' non sono assolute.
Le parole del Papa sull'aero verso il Camerun suscitarono uno strascico di polemiche e non basto' nemmeno diffondere il testo integrale delle dichiarazioni, che escludevano qualunque nuova condanna e si basavano sull'esperienza concreta dei cattolici impegnati nella lotta all'Aids. Le stesse polemiche, d'altra parte, avevano accolto Giovanni Paolo II a San Francisco nel 1987 e anche in quel caso non ci fu nulla da fare per frenarle, nemmeno basto' che il Papa abbracciasse e baciasse un bambino malato di Aids.
Fuori dal Centro visitato dal Pontefice polacco, infatti, gay e lesbiche vestiti da "papa" distribuivano condom come fossero caramelle ai passanti.
Scena che si e' ripetuta appena dieci giorni fa anche a Praga, nell'indifferenza generale. Ed e' proprio questo che la Chiesa non vuole fare: distribuire essa stessa i condom. Un rifiuto che comunque non impedisce il libero commercio dei preservativi, anche in Africa. Dove pero', denuncia oggi il card. Turkson, ne arrivano di pessima qualita', che non proteggono completamente. Quanto a verificare se questi mezzi poi sono sufficienti a eradicare l'Aids, il problema resta aperto: i medici cattolici, ad esempio, sono d'accordo con Ratzinger e dicono di no, avvertendo anzi che il preservativo puo' dare una falsa sicurezza e quindi ha l'effetto di favorire i rapporti promiscui e finisce cosi' con il favorire anche la diffusione dell'Aids. Il problema riguardo al "no" ribadito dal Vaticano pero' e' un altro, sganciato dagli effetti pratici del condom sull'epidemia: la Chiesa ha legittimamente una sua dottrina morale sul matrimonio, unico luogo lecito per i rapporti sessuali e distribuire i condom confliggerebbe proprio con il Catechismo che al numero 2391 recita: "l'unione carnale e' moralmente legittima solo quando tra l'uomo e la donna si sia instaurata una comunita' di vita definitiva. L'amore umano non ammette la prova". Esige un dono totale e definitivo delle persone tra loro". Inoltre, per il Catechismo (come per l'enciclica 'Humanae Vitae' e il Magistero convergente degli ultimi Papi) "e' intrinsecamente cattiva ogni azione che, o in previsione dell'atto coniugale, o nel suo compimento, o nello sviluppo delle sue conseguenze naturali, si proponga, come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione". Sono questi in realta' i termini del problema.

© Copyright (AGI)

22 commenti:

Anonimo ha detto...

Che sta dicendo il card. Turkson? Si contraddice. Ma se è lui ha parlare di comdon di cattiva qualità! Un coniuge sieropositivo ha il dovere morale, per il bene del consorte, di sottrarsi ai rapporti sessuali. Non esiste alcuna barriera in grado di proteggere in modo sicuro.
Alessia

Anonimo ha detto...

pensi che il Sinodo riuscirà a parlare di corruzione, scontri inter tribali e interreligiosi, monopolio delle multinazionali, sfruttamento delle risorse, Raffa? Insomma, c'è un Instrumentum laboris che non le manda a dire. Sarebbe terribile se tutto se
tutto fosse ridotto a condom e futuribile "papa nero".
Alessia

gemma ha detto...

So che su questo la penso in maniera un pò diversa ma spero non mi si caccerà dal blog per questo.
Turkson pare contraddirsi perchè fa acrobazie per fare qualche concessione al'uso del condom nelle coppie regolarmente sposate senza andare contro i dettami del Magistero . In fondo, ciò che la Chiesa condanna sono i rapporti extraconiugali. Certo, il preservativo infallibile non esiste, sarebbe sbagliato presentarlo come una panacea che da sola risove tutti i mali, ma laddove la sieropositività è quasi endemica, la castità è un ideale che l'uomo, come sappiamo fatto di carne e non solo di spirito, può non essere in grado di rispettare e non tutti sanno di essere sieropositivi, può ridurre la diffusione del contagio.

Matz ha detto...

Concordo con Alessia.

Qui non c'entra la morale sessuale: se uno è affetto da AIDS avendo rapporti con il coniuge, sia pure con il preservativo rischia (e non poco) di contagiarlo.

Nemmeno io comprendo le parole del Cardinale che sono in contraddizione

Anonimo ha detto...

Avete letto i commenti dei lettori sulla notizia data dal Tizio?

Sconosce la storia della Chiesa Africana. dato che abbiamo già avuto un papa Africano (e non necessariamente nero come afferma).Papa Vittore I.

Questo cardinale è un altro tirapiedi di Benedetto XVI. Povero Papa, più si mostra amico, più le prende.....un pò come la storia del Nazareno. E a suonarle sono proprio coloro che invita a mensa.... come il Nazareno.

A questo punto , credo che la Provvidenza, dovrà lavorare veramente tanto per sopraffare la volontà e la grettezza dei cardinali di Chiesa, riuniti in conclave.
Sul Corriere, molti plaudono alle parole del cardinale, con voti per accorciare i giorni a questo papa.

Un papa nero porterà tamburelli, feste, danze in S. pietro, porterà le bandiere arcobaleno, porterà idee innovative vicine ai no global........ che bello. Una Chioesa giovane, sorridente, bella, fresca. Contro questa Chiesa Europea stanca, malata, che confabula per la evitare la sua rovina.

Anonimo ha detto...

Non si tratta di essere fatti di carne e non di puro spirito. Si tratta di essere consapevoli dei rischi che si corrono e si fanno correre. E, conseguentemente, responsabili.
Alessia

Anonimo ha detto...

abbiamo già visto i tamburelli e le danze in san pietro.
e abbiamo visto com'è andata a finire.
mai la chiesa è stata più debole.
nero o bianco poco importa.
l'impresa titanica per il prossimo papa sarà essere almeno un pochino all'altezza di benedetto 16°.

Anonimo ha detto...

Anonimo, non farti del male leggendo i commenti degli svitati che abbondano sul sito del corrierone.
Alessia

Anonimo ha detto...

L'uso del condom, impedendo che l'atto sessuale sia aperto alla procreazione, rende l'atto sessuale stesso contro natura, propio perché muta il fine che il Creatore gli ha dato; è un gravissimo peccato perché l'uomo è copme se dicesse: Dio ha voluto una cosa, ma io per interessi miei,modifico il progetto di Dio e faccio quel che mi pare.
Questa è la dottrina cattolica. Punto. E non c'è vescovo, cardinale o papa che la possa modificare. Punto. Ora pure i cardinali di fatto invitano alla
ribellione contro Dio!

Qui siamo di fronte a un qualcosa peggiore della ribellione di Lucifero.

Un cardinale dovrebbe saperlo, ma da 40 anni a questa parte le orecchie dei fedeli sono più cattoliche delle labbra di certi vescovi.

Che a dire certe cose sia poi un vescovo africano è ridicolo: dovrebbe saperlo, almeno lui, che in africa spesso si devono fare anche 20 kilometri per trovare un'aspirina!
Lo stordimento è pauroso. Non solo si calpesta la Verità ma si manda a quel paese lo stesso buon senso.

Antonello

gemma ha detto...

i sacerdoti neri che ho conosciuto sono i più tradizionalisti. Qualcuno qui ha fatto l'esempio del cardinale Arinze e degli anglicani africani Evidentemente quelli del corrierone non conoscono bene la chiesa. Infatti, spesso ho la sensazione che la maggior parte dei commenti sulla chiesa derivino dai non cattolici o sicuramente dai non praticanti.
Sicuramente le parole del cardinale sono state strumentalizzate ma purtroppo c'è tendenza da parte dei vescovi di mettere al centro se stessi e le proprie istanze e rivendicazioni. Non si tratta di un pre-conclave ma di un sinodo indetto non in corso di sede vacante e come fedele affezionata a Benedetto XVI non ci sono rimasta proprio benissimo di fronte a quest'uscita

gemma ha detto...

anche uccidere è un grave peccato, eppure talvolta si giustifica la guerra come legittima difesa o male minore. In certe zone anche quella in corso con l'aids è una guerra. I miei sono ragionamenti e non certo pretese di cambiare la dottrina

Paolo ha detto...

Il Magistero di sempre della Chiesa, apparentemente duro nello stabilire la linea morale, sa benissimo che cedere un dito vuol dire perdere il braccio e poi la testa. Lo sanno bene anche quelli che hanno fatto la campagna per la 194 negli anni '70, poi in occasione della vicenda Englaro, l'introduzione delle varie pillole anticoncezionali e abortive e via discorrendo. Sono tutti cavalli di Troia, concepiti per disgregare la famiglia e la società. Una battaglia prettamente ideologica, sulla pelle di chi vive alcune difficoltà, certamente dolorose. le questioni pratiche e mediche sono comunque secondarie. I cardinali, in tal caso, si prestano al gioco, forse in buona fede. Il che è anche peggio.
Paolo

Anonimo ha detto...

Il preservativo usato nella precisa situazione indicata dal cardinale non è in vista di impedire la procreazione, né come fine né come mezzo, ma il contagio. Quindi si può discutere se, anche per la morale più rigorosa e tradizionale, non ricada nel cosiddetto caso del "duplice effetto" dove l'effetto inteso non è peccaminoso, e quindi l'atto non è in sé cattivo. Poi, che la cosa sia discutibile è evidente e i sinodi servono proprio per discutere i casi dubbi, magari confermando alla fine la posizione più restrittiva. Ma quella è la sede adatta per discuterne.
don Guglielmo

Anonimo ha detto...

Ma se avessimo a che fare con un revolver dal quale POTREBBE partire un colpo, spareremmo contro qualcuno? Mi sembra che per motivi di PRECAUZIONE dovremmo astenerci dal farlo. Perchè questa logica non funziona quando si parla di preservativo? Dio conservi il Papa Bnedetto XVI

Anonimo ha detto...

Vedo che a volte non c'è granche chiarezza.
La dottrina del male minore non significa che tra due mali si può scegliere quello minore. Il male non è mai lecito farlo, nè quando è maggiore nè quando è minore; mai. Non si può fare il male neppure a fin di bene. Mai. La dottrina del male minore consiste nel fare il bene oppure un qualcosa di neutro in se stesso anche se tale bene potrebbe avere come effetto secondario un male.
Esempio: una donna incinta che ha una grave malattia può scegliere se curarsi per non morire lei (male maggiore)ed avere come effetto secondario la morte del nascituro (male minore).
Ma in questo caso il male è la conseguenza di una azione buona (curarsi).
Quelle donne poi che non si curano per far nascere il bambino compiono un atto di eroismo per libera scelta, senza esservi moralmente obbligate.

Quindi la dottrina del male minore non c'entra nulla col preservativo il cui uso è sempre un male morale, anche quando lo si dovesse usare per proteggere una vita. Non si può fare il male a fin di bene. Si sarebbe potuto usare il preservativo se l'atto sessuale fosse obbligatorio: ma non lo è.

Anonimo ha detto...

Quel che dice l'ultimo commentatore rispecchia chiaramente la dottrina cattolica. Questa c.d. 'apertura' è estremamente grave, visto già quanto dichiarato - e mai smentito - dalla cofnerenza episcopale filippina, che già aveva affermato questa tesi impunemente. A questo punto, occorrerebbe che la Congregazione per la dottrina della fede corresse ai ripari e stigmatizzasse queste teorie, che alla fine sfalderanno la morale cattolica.
A.C.

Anonimo ha detto...

l'impresa titanica per il prossimo papa sarà essere almeno un pochino all'altezza di benedetto 16°.

5 ottobre 2009 17.09


Caro/a anonimo, ha perfettamente ragione e guardandoci intorno, il risultato è desolante perchè credo che attualmente non ci sia nessuno capace di eguagliare anche se in piccola parte, Benedetto XVI.

alberto ha detto...

Raffa, ma allora quale sarebbe la linea ufficiale della chiesa (in un matrimonio con uno dei due coniugi sieropositivo)?
Quanto al "non contrastare" la procreazione....mi sa che anche con i metodi naturali si cerchi di contrastarla (seppur rimanendo aperti alla vita).
Altra domanda: ma prima del concilio, e' vero che si poteva avere rapporti SOLO per procreare? Per spiegarmi meglio, erano illegittimi moralmente anche i metodi naturali?

Matz ha detto...

Alberto:

1) I metodi naturali sono sempre stati considerati moralmente buoni ed in generale la legge morale no cambia da un concilio all'altro, perché nemmeno la Chiesa ha il diritto di cambiarla.

2) Il problema delle coppie in cui uno dei due coniugi è sieropositivo è spinoso e nemmeno l'uso del preservativo lo risolverebbe: il rischio di contagio sarebbe comunque molto alto soprattutto in Africa dove le condizioni ambientali non aiutano l'efficacia del preservativo.

Anonimo ha detto...

Per Alberto: a parte che il concilio non ha mutato niente (semmai i teologi post-conciliari, animati dal c.d. 'spirito del concilio), il divieto dell'impiego del preservativo è assoluto proprio in quanto il suo uso è contro natura e impedisce a priori la finalità dell'atto sessuale.
Il metodo naturale è al contrario utilizzabile, anche se avendo gravi ragioni per farlo, sfruttando semplicemente i periodi di infertilità, quindi affidandosi alla natura e sempre compiendo l'atto nella sua integrità e pertanto essendo aperti a ciò che possa discenderne, cioè la vita.
Esiste invero un altro fine, secondario, che 'giustifica' l'atto sessuale (che fuori del matrimonio sarebbe immorale), quello del bene dei coniugi, ma questo non può condurre a snaturare l'atto stesso. In particolare, niente può legittimare un fatto in sè cattivo, cioè l'uso del preservativo. Ricordare che la Chiesa da sempre predica la castità come mezzo principale per mantenere la virtù in questo campo, in qualsiasi stato ci si trovi (quindi anche constante matrimonio), dovrebbe essere del tutto superfluo. Giova forse osservare che la Chiesa ha additato la perfezione addirittura nel matrimonio tra Giuseppe e Maria, dove la castità è stata osservata in modo assoluto, a prescidenre da malattie. Mi pare che il cardinale (e quanti altri lo appoggiano) si discosti moltissimo dalla morale cattolica, al solito per venire incontro alle esigenze del mondo d'oggi.

alberto ha detto...

Vi ringrazio per le risposte su un tema che non conoscevo per niente...

Michele ha detto...

Per chiarirsi le idee su AIDS e preservativo consiglio la lettura di questo:

http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=71