venerdì 9 ottobre 2009

L'intervento del card. Bertone al Sinodo per l'Africa: La presenza e il contributo dei rappresentanti pontifici (Osservatore Romano)


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SINODO PER L'AFRICA (4-25 OTTOBRE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

L'intervento del cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato

La presenza e il contributo dei rappresentanti pontifici

Nella mattina di venerdì 9 ottobre il primo dei ventuno interventi dei padri sinodali è stato pronunciato dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato. Eccone il testo.

La comunione affettiva ed effettiva delle Chiese particolari con la Chiesa universale, che è uno degli obiettivi del Sinodo dei vescovi, trova nell'azione dei nunzi apostolici uno snodo insostituibile e particolarmente importante nella realtà del Continente africano. Negli ultimi cinquant'anni i Sommi Pontefici hanno voluto manifestare il loro amore per l'Africa anche allacciando numerose relazioni diplomatiche con gli Stati che, via via, diventavano indipendenti. Basti pensare che, se all'inizio degli anni Cinquanta solo due Paesi avevano contatti stabili con la Santa Sede (Egitto e Liberia), alla fine degli anni Ottanta essi erano diventati 40. Tale numero è andato ulteriormente crescendo nel tempo successivo e oggi, su 53 Paesi africani, 50 intrattengono relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Non bisogna poi dimenticare l'attenzione verso gli Organismi Internazionali. Al riguardo, desidero menzionare la Rappresentanza presso l'Unione Africana, con sede ad Addis Abeba, e la Delegazione presso l'Organizzazione degli Stati Arabi, con sede al Cairo.
Questa fitta rete di presenze non è finalizzata soltanto a promuovere e sostenere i rapporti fra la Santa Sede e le Autorità statali, bensì intende soprattutto "rendere sempre più saldi ed efficaci i vincoli di comunione fra la Sede Apostolica e le singole Chiese particolari" (Canone 364), attraverso la mutua assistenza e il consiglio che i rappresentanti pontifici prestano e ricevono dai vescovi, nonché attraverso le visite che essi compiono regolarmente nelle diocesi per conoscere le comunità locali, apprezzarne la cultura e le tradizioni, conoscerne le problematiche. Lo ricordava Giovanni Paolo II, parlando ai rappresentanti pontifici in Africa, allorché li esortava a continuare "con ogni impegno a essere testimoni di comunione, favorendo il superamento delle tensioni e delle incomprensioni, la vittoria sulla tentazione del particolarismo, il rafforzamento del senso di appartenenza all'unico ed indiviso Popolo di Dio" (25 settembre 2004). Questa collaborazione vuole costituire un aiuto fraterno e concreto alla missione dei vescovi nelle complesse realtà in cui essi sono chiamati a operare.
In quest'ottica di comunione va pertanto collocata la missione diplomatica della Santa Sede, che, soprattutto nel corso dell'ultimo decennio, ha favorito l'elaborazione di Accordi o altre convenzioni con le Autorità statali. Mi rallegro, pertanto, che l'Instrumentum laboris preparato per questa Seconda Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi, al numero 7, menzioni l'Accordo della Santa Sede con il Gabon, firmato nel 1997, cui è seguito nel 2001 un Accordo circa l'insegnamento cattolico nel Paese. Altri Accordi sono poi in preparazione o in via di definizione. Mi piace, inoltre, ricordare che alcune Conferenze episcopali hanno stipulato Convenzioni su materie specifiche, quali l'insegnamento e l'assistenza sanitaria. L'insieme di tali documenti mira non solo a definire il quadro giuridico dell'azione ecclesiale, ma anche a supportare la missione della Chiesa, che è chiamata a essere "il sale della terra" e "la luce del mondo" (Matteo 5, 13.14).
Con questo spirito, i rappresentanti pontifici sono chiamati a dare voce al Santo Padre, innanzitutto nella difesa della dignità della persona e dei suoi diritti fondamentali, come è accaduto in occasione dell'entrata in vigore, il 25 novembre 2005, del "Protocollo alla Carta Africana dei diritti dell'uomo e dei popoli, relativo alle donne", meglio noto come "Protocollo di Maputo", oppure quando si sono adoperati perché non si banalizzasse surrettiziamente l'aborto (cfr. Discorso al Corpo Diplomatico, 8 gennaio 2007), sulla base della sconcertante tesi, secondo la quale la soppressione della vita sarebbe una questione di salute riproduttiva (cfr. Discorso alle autorità politiche e il Corpo Diplomatico, Luanda, 20 marzo 2009).
Inoltre, per promuovere la dignità umana, i Rappresentanti Pontifici collaborano con gli episcopati in difesa della libertà religiosa e nella promozione di un dialogo autentico, sia con le altre Chiese o comunità ecclesiali, sia con gli appartenenti ad altre religioni, come pure, naturalmente, con la autorità civili.
Speriamo che l'azione congiunta in questa direzione porti frutti non solo all'interno delle comunità ecclesiali, ma anche nei consessi della comunità internazionale, in modo che le opzioni della Chiesa, fondate sul diritto naturale e sulla sua esperienza in umanità, siano pienamente accolte anche a livello politico locale e internazionale.

(©L'Osservatore Romano - 10 ottobre 2009)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao, ti lascio questo articolo...li.pa.
da "Il Messaggero" - Cronaca di Roma del 9 ottobre 2009

L’INCONTRO
«Santità, rappresento chi soffre
della sindrome di Down»
L’abbraccio di Papa Ratzinger
di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO - Con un chiodo di pelle nera a mezze maniche, solitamente usato per le grandi occasioni, jeans sfilacciati e scarpe da ginnastica, un ragazzo down di 22 anni, è riuscito a conquistare il cuore di Papa Ratzinger. «Santità sono qui a nome di tanti ragazzi che come me soffrono della sindrome di Down».
In piazza san Pietro, davanti a decine di migliaia di persone, al termine dell’udienza generale, sotto i flash dei fotografi mercoledì mattina è avvenuto un incontro destinato a lasciare il segno poichè Dario Mosconi è il testimonial più credibile dell’integrazione possibile dei ragazzi down nelle scuole e sul luogo di lavoro: dopo avere frequentato l’istituto alberghiero a Monza, è stato subito assunto come aiuto chef in un grande albergo dove ora sta facendo apprendistato. Pare con ottimi profitti.
Al pontefice Dario ha consegnato la tessera numero 1 dell’Associazione Pianeta Down, una realtà che sta promuovendo in tutti gli istituti scolastici (dalle materne ai licei) un concorso nazionale intitolato «Pinguini nel deserto».
Da quando sono state ridotte le ore a disposizione degli insegnanti di sostegno, il percorso di integrazione dei bambini colpiti da questa sindrome si è fatto decisamente più difficile; ora tanto dipende dalla sensibilità dei compagni, da quanto sono disposti a mettersi in gioco e dalla loro capacità di comprendere.
Papa Ratzinger ha accarezzato il volto di Dario, mentre lui gli consegnava due fotografie e una letterina di una decina di righe, scritta poco prima di incontrarlo poichè sapeva che forse non avrebbe avuto il tempo di dirgli le cose che avrebbe voluto.
Così, per ovviare al problema, le ha messe nero su bianco. «Ti porto le fotografie delle persone che ho nel cuore: io ti prometto che pregherò per te, ma tu devi pregare per me». La prima fotografia ritrae Dario in famiglia, la seconda è con la sua fidanzata, Chiara.
Chi si trovava a pochi metri da loro, racconta di non avere mai visto il pontefice tanto sorridente, quasi non volesse staccare più le sue mani dalle spalle di Dario. Forse gli ricordava tanto il cuginetto down che nel 1941 venne strappato alla famiglia e ucciso dal regime nazista nel crudele piano di eliminazione dei disabili.
«Grazie per il regalo che mi hai fatto» gli ripeteva, mentre il padre del giovane consegnava al segretario del Papa la locandina del concorso.
Gli studenti che parteciperanno con temi, disegni e ricerche sulla questione down, potranno trovare tutte le informazioni sul sito www.pianetadown.it.
RIPRODUZIONE RISERVATA

ALL’UDIENZA L’OMAGGIO
DI UN GIOVANE CHEF DISABILE
Tessera n.1 dell’associazione
Pianeta Down. Il Pontefice:
«Grazie per il regalo
che mi hai fatto»

Anonimo ha detto...

Ciao Raffaella ti lascio anche quest'altro articolo...li.pa.

da dagospia dell'8 ottobre 2009

MA TU CE L’HAI L’INVITO DEL PAPA?

Da "Panorama" in edicola domani:

1- MA TU CE L'HAI L'INVITO DEL PAPA? ...
No al premio Nobel, Dario Fo, sì al premio Oscar, Giuseppe Tornatore. E giallo sullo scultore Maurizio Cattelan. L'incontro di Benedetto XVI con gli artisti, in programma il 21 novembre nella Cappella Sistina, provoca qualche imbarazzo. Il problema sono gli inviti, spediti agli artisti più importanti del mondo. «Non facciamo la lista dei buoni e dei cattivi, ci mettiamo in dialogo con tutti senza fare differenze di credo e religione.
Ma la Sistina può ospitare solo 300 persone e abbiamo dovuto selezionare» spiega Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio per la cultura, organizzatore dell'evento. Le risposte stanno ancora arrivando ed è già stata raggiunta quota 250. Una commissione di esperti ha stilato l'elenco.
Esclusi Fo e Dan Brown, ci saranno invece Bono, leader degli U2, ed Ennio Morricone. Mentre si attende la risposta di Claudio Abbado e Riccardo Muti. Hanno già aderito gli architetti Mario Botta, Daniel Libeskind e Paolo Portoghesi.
Sì anche dagli scultori Arnaldo Pomodoro, Jannis Kounellis e Anish Kapoor. Quanto a Cattelan, autore della criticata scultura La nona ora, con Giovanni Paolo II colpito da un meteorite, la lettera di invito sarebbe tornata indietro perché l'indirizzo era sconosciuto. Il pioniere della videoarte, il buddista Bill Viola, dopo avere rifiutato, ha poi deciso di essere presente.
Polemiche anche dagli scrittori israeliani Amos Oz, Abraham Yehoshua e David Grossman. Grazie alla mediazione dell'ambasciatore israeliano, Grossman ha infine accettato l'invito. Si attende la risposta da Roberto Benigni, così come da alcune star di Hollywood. Molti gli esclusi che hanno telefonato in Vaticano chiedendo di partecipare. Però gli organizzatori sono stati inflessibili. (Ignazio Ingrao)

[08-10-2009]

gemma ha detto...

riguardo all'incontro con gli artisti, io avrei invitato gli esclusi che hanno telefonato, evidentemente ci tengono, ed escluso gli invitati che se la "tirano". E chi non la pensa come noi, perchè non invitarlo? Credo che dovremmo dare l'esempio a chi non ha voluto il Papa alla Sapienza