martedì 13 ottobre 2009

Nota Sir: Chiesa e povertà alla luce della Caritas in Veritate


Vedi anche:

ENCICLICA "CARITAS IN VERITATE": LO SPECIALE DEL BLOG

Curiosità sui temi del Sinodo (Chiara Santomiero)

Fede e impresa: il caso di Radio Maria (Padre Giovanni Scalese)

Un rosario per l'Africa e con l'Africa: collegamenti da otto città del continente (Osservatore Romano)

Pianista Jin Ju suona per il Papa

Sinodo, Diouf (Fao): Il ruolo delle religioni nel combattere la fame nel mondo (Sir)

Al Sinodo Diouf (Fao) ringrazia il Papa e cita islam e Corano

Presentato al Papa e ai padri sinodali il “Breviario per l'Africa” (Zenit)

Messa di Canonizzazione: un rito caratterizzato da un'atmosfera di familiarità (Osservatore Romano)

C’è un giudice che sa come pacificare il conflitto intraecclesiale (Magister)

La denuncia del Sinodo: La corruzione politica frena lo sviluppo dell'Africa (Osservatore Romano)

Benedetto XVI invita a seguire l'esempio tuttora attuale dei cinque nuovi santi: Controcorrente secondo il Vangelo (Osservatore Romano)

Lefebvriani, Fellay: d'accordo con il Papa su ermeneutica della continuità (Izzo)

Il dono dell’Enciclica Caritas in veritate. Riflessione di Luca Volontè (Formiche)

Non emarginare gli anziani, testimoni di valori intramontabili: il magistero di Benedetto XVI sulla ricchezza morale e spirituale della terza età

La diagnosi severa dei vescovi sull'Africa (Claire Lesegretain e Frédéric Mounier)

Africa, un Continente unito nella preghiera (Santomiero)

Il Papa: «Ignoranza, viltà e mancanza d'amore sono le nuove lebbre»

Il Papa: troppi anziani abbandonati dalle famiglie (Vecchi)

Intervista a Mons. Fellay sugli imminenti colloqui dottrinali (Messainlatino)

La legge sull'omofobia è una minaccia alla libertà? (Zenit)

L'incontro del Papa con Dario :-)

Continuiamo a pregare per Caterina Socci. La mia speranza per Caterina

SINODO PER L'AFRICA (4-25 OTTOBRE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

NOTA SETTIMANALE: CHIESA E POVERTÀ

Pubblichiamo la nota Sir di questa settimana.

Il ruolo, il rilievo, anche pubblico degli interventi della Chiesa sta nel ricordare, a tutti, le questioni più urgenti dalla parte della persona, dalla parte della vita concreta. Qui c’è la realtà di una “chiesa di popolo”, attenta a quelli che la recente enciclica Caritas in Veritate definisce i “portatori di interessi”, a partire proprio dai più deboli, le attese dei quali continuano ad essere neglette. Non solo nell’orizzonte mondiale, ma anche nei Paesi avanzati, quale l’Italia. E’ su questa linea che si pongono alcuni recenti interventi del presidente della Cei, il cardinal Angelo Bagnasco, ispirati dalla enciclica sociale di Benedetto XVI. Il più recente, nei giorni scorsi a Roma in Campidoglio, ha messo in luce quattro situazioni di povertà su cui appare urgente concentrarsi: la famiglia; il Meridione; la non-autosufficienza; e le situazioni di povertà estrema che non interessa solo gli immigrati. Un filo rosso tiene insieme queste quattro emergenze e soprattutto la concreta operosità che si spende per combatterle: la realtà della condivisione. E’ infatti la solitudine la causa strutturale delle povertà: “poveri perché soli”, reca il titolo di un recente libro di due studiosi, Rovati e Campiglio. Il presidente della Cei vuole rovesciare il quadro di riferimento: ricchi perché insieme. Vi sono infatti le risorse, nel vivo della società italiana, per ritessere quei legami che possono non solo alleviare le situazioni di più estremo disagio e degrado, ma soprattutto rendere più umano, e dunque anche economicamente più performante, il tessuto sociale ordinario. Uno dei temi che ricorrono trasversalmente nella recente enciclica e negli interventi di Benedetto XVI è sul cosiddetto “modello di sviluppo”. Va dunque messo in onesta discussione il sistema economico se ha come obiettivo esclusivo il profitto, ribadisce il card. Bagnasco, che cita l’enciclica:“l’esclusivo obiettivo del profitto, se mal prodotto e senza il bene comune come fine ultimo, rischia di distruggere ricchezza e creare povertà”. Ciò alla lunga distrugge le relazioni rendendole disumane. Crea disordine sociale, emarginazione, riduzione della base dei mercati stessi. Si tratta di una semplice velleità o di una sorta di clausola retorica declinata in un futuro indeterminato? Il senso di precarietà che serpeggia in questa stagione di crisi è proprio legato alla sensazione che l’occasione di un riassetto, che significa poi di conseguenza un piano strategico e coordinato di investimenti da parte dei maggiori Paesi, non sia stata colta. Si sta tentando, a livello di governance mondiale, di mantenere il sistema, di bolla in bolla. Ecco allora la necessità, cui sprona l’insegnamento sociale della Chiesa, di avere il coraggio della operosità e della speranza. Che parte prima di tutto dalla condivisione. E da orizzonti grandi, che considerano la persona nella sua integralità, in tutte le sue dimensioni.

© Copyright Sir

Nessun commento: