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Un rito caratterizzato da un'atmosfera di familiarità
Sono cinque i nuovi santi che il Papa ha proclamato domenica 11 ottobre nella basilica Vaticana: un polacco, un belga, due spagnoli e una francese. Benedetto XVI li ha indicati come esempi attuali di solidarietà e di scelte controcorrente per il nostro tempo: sono il vescovo Sigismondo Felice Felinski, i sacerdoti Francesco Coll y Guitart e Giuseppe Damiano De Veuster, il religioso Raffaele Arnáiz Barón e la religiosa Maria della Croce Jugan.
Quarantamila persone, venute dai Paesi di origine e di missione dei nuovi santi, hanno riempito piazza San Pietro e il primo tratto di via della Conciliazione. Per salutarli da vicino, al termine della messa il Papa è uscito sul sagrato dove ha recitato l'Angelus. In piazza c'erano anche alcuni sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.
La celebrazione ha avuto inizio alle 10. Benedetto XVI ha fatto il suo ingresso in basilica con gli arcivescovi Harvey, prefetto della Casa Pontificia, e del Blanco Prieto, elemosiniere; il vescovo De Nicolò, reggente della prefettura della Casa Pontificia; i monsignori Gänswein, segretario particolare, e Xuereb, della segreteria particolare. Accompagnato dai cardinali diaconi Tauran e Herranz, il Papa era preceduto nella processione da cinquanta concelebranti. Tra loro i cardinali polacchi Macharski, Glemp e Dziwisz, il belga Danneels e gli spagnoli Rouco Varela, Amigo Vallejo e Martínez Sistach.
Dopo i riti di introduzione, l'arcivescovo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, con accanto i cinque postulatori, ha chiesto al Papa l'iscrizione nell'albo dei santi dei cinque candidati, dando lettura anche di alcune loro note biografiche. Terminato il canto delle litanie, il Papa ha letto la formula di canonizzazione. Nel frattempo le reliquie sono state collocate accanto all'altare da rappresentanti delle postulazioni. Le letture sono state proclamate in francese e polacco, il salmo è stato cantato in spagnolo, il Vangelo in latino e in greco.
Tra i presenti, tre persone miracolate e diversi familiari dei nuovi santi: in particolare per san Raffaele Arnáiz c'era il nipote diretto, figlio del fratello, che porta il suo stesso nome, e la miracolata Begoña León Alonso con i due figli che per la grave malattia contratta in gestazione non sarebbero dovuti nascere. In basilica anche alcuni lebbrosi guariti venuti dalle Hawaii in onore di san Damiano.
Trentuno i cardinali presenti, tra loro il segretario di Stato Bertone. Oltre duecento i vescovi, compresi i partecipanti al Sinodo africano. Con il corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede erano gli arcivescovi Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, e Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati; i monsignori Wells, assessore, Balestrero, sotto-segretario per i Rapporti con gli Stati e Nwachukwu, capo del Protocollo.
Di alto livello le cinque delegazioni ufficiali che il Papa ha salutato, dopo l'Angelus, nella cappella della Pietà: per il Belgio il re Alberto ii e la regina Paola; per la Polonia il presidente della Repubblica Kaczynski; per la Francia il primo Ministro Fillon; per la Spagna il ministro degli Esteri Moratinos; per gli Stati Uniti d'America il nuovo ambasciatore presso la Santa Sede Díaz, il senatore hawaiano Akaka. Era presente il direttore del nostro giornale.
(©L'Osservatore Romano - 12-13 ottobre 2009)
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