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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

Il Papa apre le porte agli anglicani I preti possono rimanere sposati

Repubblica — 21 ottobre 2009 pagina 24 sezione: CRONACA

ORAZIO LA ROCCA

CITTÀ DEL VATICANO

Porte aperte di papa Ratzinger per gli anglicani che chiedono di essere ammessi nella Chiesa cattolica. Anche per quella parte del clero anglicano sposato che potrà, così, esercitare il ministero sacerdotale in ambito cattolico pur con mogli e figli. Nel suo genere, una sorta di rivoluzione ecumenica, quasi un lodo ratzingeriano per aiutarei transfughi anglicani, che prenderà forma tra qualche settimana con una Costituzione apostolica ad hoc con la quale Benedetto XVI istituirà una serie di Ordinariati personali, sul modello della Prelatura dell' Opus Dei o degli Ordinariati militari nazionali, aperti agli anglicani convertiti al cattolicesimo. Un mini esercito formato da una quarantina di vescovi, da qualche centinaia di pastori e da quasi mezzo milione di fedeli sparsi in tutto il mondo, da una quindicina d' anni entrati in rotta di collisione con la Chiesa madre anglicana d' Inghilterra per aver ammesso al sacerdozio donne ed omosessuali dichiarati, e benedetto le nozze tra persone dello stesso sesso.
Vero e proprio movimento scismatico che dal 1993 - l' anno dell' apertura del sacerdozio alle donne decisa dalla Conferenza di Lambeth, la massima assise anglicana con sede a Londra - si è sviluppato nelle comunità anglicane più tradizionaliste riunite nel Tac (Traditional Anglican Communion).
L' annuncio è stato dato ieri, in Vaticano, dal cardinale William Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina delle Fede, presenti l' arcivescovo Joseph Augustine Di Noia, segretario della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti, e il gesuita padre Federico Lombardi, portavoce del Papae direttore della Sala Stampa della Santa Sede. Un annuncio, quindi, ai massimi livelli per un provvedimento destinato a rivitalizzare i rapporti tra cattolici ed anglicani. Con la nuova Costituzione apostolica - come ha spiegato il cardinale Levada - la Chiesa di Roma va incontro alle esigenze di quegli anglicani che, «con sincerità e coscienza», intendono entrarea «pieno titolo» nella Chiesa cattolica.
Una esigenza pienamente «compresa» sia dal Papa, che dal primate anglicano Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury, il quale proprio ieri non a caso - mentre in Vaticano era in corso la conferenza di presentazione della nuova Costituzione apostolica - ha dato lo stesso annuncio a Londra in una nota congiunta firmata insieme all' arcivescovo cattolico di Westminster, monsignor Vincent Gerard Nichols.
Questi gruppi di anglicani convertiti, ha assicurato Levada, «hanno più volte dichiarato di condividere la comune fede cattolica come espressa dal Catechismo della Chiesa cattolica e di accettare il ministero petrino come elemento voluto da Cristo per la Chiesa». In parole povere, hanno «incondizionatamente» accettato di sottomettersi all' autorità pontificia, contro la quale si era ribellato nel 1534 Enrico VIII quando si fece fautore dello storico scisma per protestare contro il mancato annullamento delle sue nozze con Caterina d' Aragona da parte del Papa di Roma.
Con questo provvedimento, Ratzinger - hanno prudentemente avvertito durante la presentazione della nuova Costituzione apostolica - «non intende» mettere in soffitta il tradizionale veto ai preti sposati che da un millennio è in vigore nella Chiesa cattolica.
Il sì agli anglicani convertiti sposati, siano essi pastori che seminaristi, è solo una eccezione voluta dall' attuale pontefice per andare incontro alle esigenze pastorali degli scismatici inglesi.
Una eccezione, del resto, già presente nella Chiesa latina di rito orientale fedele a Roma - i melchiti, i siriaci, gli uniati ucraini - , dove ai sacerdoti è consentito prendere moglie, ma non diventare vescovi. Una prerogativa codificata solennemente anche nel Codice delle Chiese Orientali approvato nel 1982 da Giovanni Paolo II.

© Copyright Repubblica, 21 ottobre 2009 consultabile online anche qui.