giovedì 22 ottobre 2009

Anglo-Cattolici, una tappa storica che interessa mezzo milione di persone tra fedeli e clero: si parla di 30-50 vescovi (Vecchi)


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COSTITUZIONE APOSTOLICA CIRCA GLI ORDINARIATI PERSONALI PER ANGLICANI CHE ENTRANO NELLA CHIESA CATTOLICA: LO SPECIALE DEL BLOG

Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

L’accordo In una costituzione apostolica l’accordo con l’arcivescovo di Canterbury

Il Papa apre ai sacerdoti anglicani «Nella Chiesa conservando la famiglia»

Una tappa storica che interessa mezzo milione di persone tra fedeli e clero: si parla di 30-50 vescovi

Mano tesa ai conservatori in uscita: non dovranno rinunciare a moglie e figli

Gian Guido Vecchi

CITTÀ DEL VATICANO — Non capita molto spesso che il cardinale William Joseph Levada, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, incontri i giornalisti. C’è anche l’arcivescovo Joseph Augustine Di Noia, segretario della Congregazione per il Culto divino. E padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, prima di lasciare loro la parola, sorride: «C’è una sorpresa».
A Londra si sta svolgendo, in contemporanea, un’altra conferenza stampa.
E l’annuncio «congiunto» di ieri è davvero sorprendente. Era atteso da tempo il rientro nella Chiesa cattolica di gruppi anglicani «tradizionalisti» — come la Traditional Anglican Communion che lo aveva chiesto fin dal 2007 —, quelli che non hanno digerito le ordinazioni di preti donne o la benedizione delle nozze omosessuali nella Chiesa d’Inghilterra. E si sapeva che i sacerdoti anglicani sposati, come già successo più volte, potessero restare preti cattolici con moglie e figli.
Ma ora c’è di più: un modello «ad hoc» per gli anglicani che vorranno diventare cattolici senza per questo dover rinunciare al loro «patrimonio liturgico e spirituale», riconosciuto da Roma.
Una «Costituzione apostolica» di Benedetto XVI che sarà pubblicata «fra un paio di settimane» e offrirà un «unico modello canonico» per chi torna in «piena comunione » con Roma: istituendo degli «Ordinariati personali» simili a quelli militari, una struttura che permetterà ai «già anglicani » di fare riferimento a un proprio «ordinario», mantenendo un’autonomia dalla diocesi. La cosa mai accaduta è che il tutto non avviene in modo traumatico: il primate cattolico inglese, Vincent Gerard Nichols, e quello anglicano Rowan Williams, arcivescovo di Canterbury, hanno firmato una dichiarazione congiunta nella quale si dice che la nuova Costituzione «è un ulteriore riconoscimento della sostanziale coincidenza nella fede, nella dottrina e nella spiritualità della Chiesa cattolica e della tradizione anglicana» e in questo senso «è una conseguenza del dialogo ecumenico».
Williams lo ha scritto ai suoi vescovi: «Non è un atto di proselitismo o di aggressione». Questo non vuol dire che stia rientrando lo scisma voluto da Enrico VIII nel 1534. Restano vari problemi, come il sacerdozio femminile. Ma certo questo «frutto di 40 anni di dialogo » rappresenta una tappa storica. E ora «pone fine a un periodo di incertezza per questi gruppi che hanno nutrito speranze di nuove modalità per ottenere l’unità con la Chiesa cattolica».
I numeri non sono ancora definiti, la Traditional Anglican Communion dichiara mezzo milione di persone tra fedeli e clero, si parla di 30-50 vescovi.
Il modello prevede «la possibilità di ordinazione di chierici sposati, già anglicani, come sacerdoti cattolici». Per «ragioni storiche ed ecumeniche», però, chi è sposato non potrà rimanere vescovo o diventarlo nella Chiesa cattolica. Quanto ai seminaristi, si valuterà «caso per caso».
L’«ordinario» potrà essere un sacerdote «celibe o sposato» oppure un «vescovo non sposato».
Di per sé il prete cattolico con famiglia non è una novità: la prima «dispensa» fu accordata ad un pastore luterano da Pio XII, nel 1951, da allora ci furono varie concessioni. Negli anni Novanta duecento preti anglicani chiesero d’essere accolti da Roma. Due anni fa lo fece un vescovo.
Si parla di pastori: un semplice fedele sposato, come un cattolico, non può diventare prete. Del resto il celibato conosce un’altra eccezione «istituzionale »: alcune migliaia di preti delle Chiese cattoliche di rito orientale.

© Copyright Corriere della sera, 21 ottobre 2009

Le tappe

Il rito latino

Non codificato durante i primi secoli del Cristianesimo, il celibato ecclesiastico è vincolante per tutti i sacerdoti di rito latino Concilio del 386.
Con il Concilio romano del 386 viene stabilito per la prima volta che i vescovi e i sacerdoti sposati non possono convivere con le proprie mogli

Concilio di Trento

E’ solo con il Concilio di Trento (accanto in un dipinto anonimo)— 1545-1563 — che il celibato ecclesiastico diventa vincolante

Diritto canonico

Nel 1917 il celibato ecclesiastico viene formalmente incluso nel diritto canonico

Il «Codice» di Wojtyla

Nel 1982 il «Codice dei canoni delle Chiese orientali» approvato da Giovanni Paolo II ribadì la possibilità di ammettere uomini sposati di rito orientale al sacerdozio, vietando però loro il successivo grado di vescovi.

Benedetto XVI

La Costituzione apostolica di Papa Benedetto XVI presentata ieri dal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede definisce un modello per accogliere i sacerdoti anglicani anche sposati come preti cattolici.

© Copyright Corriere della sera, 21 ottobre 2009

1 commento:

A.R. ha detto...

Bisogna precisare che sono solo gli Anglicani della TAC circa mezzo milione. Ma gli interessati ad eventuali passaggi sono molti ma molti di più: di certo si misurano in milioni. Basti pensare alle parrocchie della cara vecchia Gran Bretagna. La TAC nella madrepatria anglicana ha solo 7 parrocchie, ma Forward in Faith, cioè l'associazione che si oppone al sacerdozio femminile, ne raccoglie nel Regno Unito più di 1500. E tantissime altre in Australia e qualcuna in USA. In USA, d'altra parte, molti anglicani sono già passati tra le fila dei cattolici dagli anni '80, quando il buon Giovanni Paolo II, avendo visto come andavano "liberlarmente" le cose ha concesso una particolare struttura "leggera", chiamata Anglican Provision, alle parrocchie che volevano passare in toto al cattolicesimo.