domenica 15 novembre 2009
Da Strasburgo a Mosca in difesa della Croce (Zenit)
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Da Strasburgo a Mosca in difesa della Croce
di Antonio Gaspari
ROMA, venerdì, 13 novembre 2009 (ZENIT.org).
Il movimento in difesa del crocifisso sta superando i confini italiani e si sta diffondendo in Europa e nelle altre religioni.
In Italia, alla sentenza della Corte europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo in cui si chiede di rimuovere tutti i crocifissi dalle aule scolastiche, è seguito un moto popolare in favore della Croce che ha investito tutti gli ambiti sociali, politici, culturali e amministrativi.
E’ notizia di mercoledì che questo moto di rivolta contro la sentenza di Strasburgo si sta propagando in altri paesi d’Europa e tra le altre religioni.
Sempre a Strasburgo, cinque eurodeputati italiani hanno firmato una dichiarazione in favore del crocifisso che respinge la sentenza della Corte dei Diritti dell’Uomo.
Secondo il regolamento possono essere solo cinque i proponenti della dichiarazione. Ora affinché questa diventi un pronunciamento ufficiale dell’Assemblea parlamentare dell’Unione europea, si hanno tre mesi di tempo per raccogliere la metà più uno dei 736 eurodeputati.
Alle prime cinque firme, Sergio Silvestris, Mario Mauro, Davide Maria Sassoli, Gianni Pittella e Magdi Cristiano Allam, si sono subito aggregati Cristana Moscardini, Carlo Casini, Mario Borghezio, Erminia Mazzoni, Gianluca Susta e Anna Zaborska.
Nella dichiarazione si chiede “di riconoscere il pieno diritto di tutti gli stati membri di esporre anche simboli religiosi all’interno dei singoli luoghi pubblici e delle sedi istituzionali, laddove tali simboli siano rappresentativi della tradizione e della identità di tutto il Paese, e dunque elementi unificanti dell’intera comunità nazionale, rispettosi dell’orientamento religioso di ciascun cittadino”.
All’iniziativa degli eurodeputati ha dato sostegno anche il Ministro dell’Istruzione italiano, Maria Stella Gelmini, la quale ha spiegato che la croce rafforza e non indebolisce l’Europa.
La Gelmini ha difeso il diritto dell’Italia a fare ricorso perchè in Europa ci sono sette o otto Paesi che hanno nella loro bandiera la Croce, per questo “riteniamo del tutto insensato” il parere della Corte di Strasburgo che “offende i popoli e le nostre tradizioni”.
Nel frattempo in Italia continuano le manifestazioni popolari in difesa della Croce.
Per sabato 14 novembre, a Verona, il gruppo "Con Cristo per la Vita", facente capo al Movimento mariano Regina dell'Amore di Schio (VI), ha indetto una marcia per la vita e per la difesa del crocifisso che partirà alle 15:30 da piazza Brà per raggiungere piazza del Duomo.
Gli aderenti alla marcia percorreranno varie vie preceduti da un grande crocifisso recitando il rosario e la coroncina della Divina Misericordia e portando ciascuno in mano il simbolo della loro fede, cioè il crocifisso sulla mano destra e il rosario sulla sinistra come scritto da S. Luigi G. de Monfort.
Tra i tanti che stanno raccogliendo firme in sostegno del crocifisso anche la rivista online “Riscossa cristiana”.
Molto importante il sostegno della Chiesa ortodossa russa ai cattolici che si battono per il crocifisso.
L’Arcivescovo Hilarion Alfeyev, che fa le veci del ministro degli esteri del Patriarcato di Mosca, ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che “la Corte europea non ha il diritto di privare l’Europa di uno dei suoi simboli” anche perchè il crocifisso “è sempre stato un simbolo di apertura e accoglienza”, per questo motivo “siamo totalmente solidali con la Chiesa italiana e il governo, che si sono già pronunciati sulla vicenda”.
Invece, nel numero di dicembre di “Mondo e Missione”, la rivista dei Pontificio Istituto Missioni Estere, Randa Ghazy, giovane scrittrice musulmana, di origine egiziana ma nata in Italia ha scritto nella sua rubrica “Biutiful Cauntry” che “il crocifisso, in ogni classe che ricordo (dalle elementari fino al liceo) è sempre stato per me un simbolo rassicurante, una proiezione della grandezza di cuore di Cristo”.
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5 commenti:
Per sabato 14 novembre, a Verona, il gruppo "Con Cristo per la Vita", facente capo al Movimento mariano Regina dell'Amore di Schio (VI), ha indetto una marcia per la vita e per la difesa del crocifisso che partirà alle 15:30 da piazza Brà per raggiungere piazza del Duomo.
Almeno qualcuno si muove. Ovviamente nella diocesi di Roma che è poi quella del Papa, nessuno fa nulla. Come al solito, dormono i movimenti, dorme Vallini, dormono i Parroci.......... e non parliamo del Sindaco!
Si fanno manifestazioni e ficcolate per tante cose ma, per il crocefissono a Roma dormono tutti sonni tranquilli.
VERGOGNA!
Caro gianniz, anch'io spero che non sia solo la paura ma, che sia veramente la volontà di cominciare a rialzare la tesa. Ma, giustamente non facendo rumore ma, con testimonianze che siano vere e durature.
Comunque, dico al Conte tacchia che ciò che scrive è sacrosanto. Anch'io sono di Roma e purtroppo la triste realtà descritta in quel post è la pura e semplice verità.
Perchè si fanno tante fiaccolate in favore di questo o di quello e nessuna ficcolata silenziosa o magari accompagnata dalla preghiera per testimoniare il nostro amore e rispetto per il Crocefisso? Anche questo potrebbe essere un segnale.
Per me la paura più pericolosa e quella più diffusa purtroppo, è quella di dire a chiare lettere non solo a parole, il nostro amore per Cristo e per i suoi insegnamenti senza mezzi termini. La chiesa come i cristiani è divisa e per questo, in confronto ad altre religioni è più debole e facilmente presa di mira.
Ci sarebbe da dire prendete esempio dai musulmani; tutti compatti e determinati nel difendere la loro religione, la loro tradizione ed i loro simboli. Prendete l'ultima parte del mio post come una provocazione ma, forse proprio su questa provocazione, ci sarebbe tanto da riflettere non solo per i credenti ma, anche soprattutto, sarebbe utile una seria riflessione sul comportamento di certi prelati che mirano a dividere la chiesa piuttosto che ad unirla secondo il desiderio del Santo Padre.
Sempre riguardo al Crocefisso:
Crocifisso:sindaco,multe in Brianza
Ogni aula dovra' averlo. Ultimatum, 7 giorni per adeguarsi
(ANSA) - BESANA BRIANZA, 15 NOV - Le multe di 150 euro decise da un sindaco leghista per i presidi che non affiggono il crocifisso nelle aule non scatteranno subito. Avranno 7 giorni di tempo.L'ordinanza e' stata firmata del primo cittadino di Besana Brianza, Vittorio Gatti e dispone che in ogni aula dovra' essere affisso un crocifisso. Il sindaco, dopo la sentenza della Corte di Strasburgo,ricorda il ricorso del governo e le decisioni a favore del crocifisso della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato.
Finalmente iniziative in cui si mette da parte il "sentimentalismo improvvisamente nazional-cristiano" dei partiti e si bada ad azioni legali e -come prima via- nel rispetto dell'Europa Unita di cui l'Italia (purtroppo) ha deciso di far parte e poi qualcosa di ancora piu' importante e serio : LA PREGHIERA!
Pero' condivido il pensiero di euge, servono testimonianze vere, di ogni giorno....
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