domenica 22 novembre 2009

Intenso incontro di Benedetto XVI con oltre 260 esponenti del mondo della creatività (Muolo)


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il fatto

Intenso incontro di Benedetto XVI con oltre 260 esponenti del mondo della creatività.

«Il cristianesimo ha ben compreso il valore delle arti e ne ha utilizzato i multiformi linguaggi per comunicare il messaggio di salvezza»

DA ROMA MIMMO MUOLO

Come un ritorno a casa.
Nella casa, anzi nel «san­tuario », della creatività e della bellezza per antonomasia che è la Cappella Sistina. Lì do­ve lo sposalizio tra arte e fede si consuma ormai da diversi seco­li, Benedetto XVI riceve gli arti­sti di oggi, indica i capolavori di Michelangelo, Botticelli, Perugi­no, Ghirlandaio e tanti altri e as­segna loro un compito esaltan­te ed esigente al tempo stesso: «Voi siete custodi della bellezza – dice il Pontefice – voi avete, gra­zie al vostro talento, la possibilità di parlare al cuore dell’umanità, di toccare la sensibilità indivi­duale e collettiva, di suscitare so­gni e speranze, di ampliare gli o­rizzonti della conoscenza e del­l’impegno umano».
Perciò, ag­giunge Papa Ratzinger, «siate an­che voi, attraverso la vostra arte, annunciatori e testimoni di spe­ranza per l’umanità». Anche per­ché «la fede non toglie nulla al vostro genio, alla vostra arte, an­zi li esalta e li nutre». E ciò è tan­to più importante «in un mo­mento segnato dall’affievolirsi della speranza».
Sono parole, quelle di Bene­detto XVI, che mettono le ali ad un incontro dav­vero riuscito. In cui sono gli stes­si artisti, alla fine, a testimoniare (come riferiamo più dettagliata­mente a parte) la grande emozio­ne provata. E a promettere che non dimenticheranno.Il Papa, dal canto suo, si presen­ta con un discorso (da Avvenire pubblicato integralmente a pa­gina 4), che costituisce davvero una mano tesa in segno di ami­cizia e di stima. Lo dice fin dal­l’inizio, il Pontefice, ricordando che «il cristianesimo, fin dalle o­rigini, ha ben compreso il valore delle arti e ne ha utilizzato sa­pientemente i multiformi lin­guaggi per comunicare il suo im­mutabile messaggio di salvezza».
La Cappella Sistina del resto è proprio la prova tangibile di quanto affermato da Benedetto XVI. E non sono pochi gli artisti che appaiono letteralmente ra­piti dallo spettacolo di forme e di colori (cui il Coro che dalla Cappella trae il nome, diretto da monsignor Giuseppe Liberto, aggiunge anche la musica) che parla loro dalle pareti e dalle vol­te di questo scrigno famoso in tutto il mondo. «Questa amici­zia – aggiunge tuttavia Papa Rat­zinger – va continuamente pro­mossa e sostenuta, affinché sia autentica e feconda, adeguata ai tempi e tenga conto delle situa­zioni e dei cambiamenti sociali e culturali».
Che cosa, dunque, insidia oggi l’amicizia tra fede e arte? Oltre all’affievolirsi della speranza, Be­nedetto XVI parla di «una certa sfiducia nelle relazioni umane, per cui crescono i segni di rasse­gnazione, di aggressività, di di- sperazione. Il mondo in cui vi­viamo – fa notare ancora il Papa – rischia di cambiare il suo volto a causa dell’opera non sempre saggia dell’uomo il quale, anzi­ché coltivarne la bellezza, sfrut­ta senza coscienza le risorse del Pianeta».
Di qui il suo appello ad «alzare lo sguardo sull’orizzonte, a sogna­re una vita degna della sua vo­cazione ». Operazione possibile proprio grazie alla bellezza. Quella vera, però, che «non con­siste in alcuna fuga nell’irrazio­nale o nel mero estetismo».
Invece, lamenta il Pontefice, «troppo spesso la bellezza che viene propagandata è illusoria e mendace, superficiale e abba­gliante fino allo stordimento, e invece di far uscire gli uomini da sé e aprirli a orizzonti di vera li­bertà attirandoli verso l’alto, li imprigiona in se stessi e li rende ancor più schiavi, privi di spe­ranza e di gioia». Questa è una bellezza «seducente ma ipocri­ta », ammonisce Benedetto XVI. Essa «ridesta la brama, la volontà di potere, di possesso, di sopraf­fazione sull’altro e si trasforma ben presto nel suo contrario as­sumendo i volti dell’oscenità, della trasgressio­ne o della provo­cazione fine a se stessa».
Altra cosa è inve­ce «l’autentica bellezza», che «schiude il cuore umano alla no­stalgia, al deside­rio profondo di conoscere, di a­mare, di andare verso l’Altro, ver­so l’Oltre da sé». Ed è a questa bellezza che hanno fatto co­stantemente riferimento i veri artisti di tutti i tempi. Papa Rat­zinger ne cita diversi nel suo di­scorso. Oltre ai grandi pittori che ornano la Sistina, ecco Dostoev­skij («l’umanità può vivere sen­za la scienza, senza pane, ma sol­tanto senza la bellezza non po­trebbe più vivere»), Braque («l’ar­te è fatta per turbare, mentre la scienza rassicura»), il poeta po­lacco Norwid («la bellezza è per entusiasmare al lavoro, il lavoro è per risorgere»). E ancora: Si­mone Weil («in tutto quel che su­scita in noi il sentimento puro ed autentico del bello, c’è realmen­te la presenza di Dio») ed Her­man Hesse («arte significa: den­tro a ogni cosa mostrare Dio»).
Così, di citazione in citazione, il Papa disegna una «via della bel­lezza » che riassume, come so­steneva Balthasar, l’alfa e l’o­mega di tutta la vita umana. An­zi, va oltre. Perché citando la
Lettera agli artisti di Giovanni Paolo II, egli ricorda che «l’arte è per sua natura una sorta di ap­pello al mistero». E dunque, per dirla con Paolo VI (anch’egli ab­bondantemente citato), la Chie­sa ha bisogno degli artisti, sen­za dei quali «il suo ministero di­venterebbe balbettante ed in­certo ». Papa Montini, del resto, fu il primo ad ospitarli nella Cappella Sistina. Da ieri sono tornati a casa.

© Copyright Avvenire, 22 novembre 2009

1 commento:

Anonimo ha detto...

Il sito tedesco Mfthk (emanazione dell'università di Munster e molto pretenzioso) accusa (come al solito) il papa di essere filonazista per aver ricevuto il cantante nazionalista croato Marko Perkovic. Ovviamente lo Spiegel e altri hanno montato il caso tanto che Lombardi ha dovuto precisare che il papa non conosce i partecipanti alle udienze pubbliche che, alla fine, si mettono in fila e si fanno fotografare. Meno male che l'astuto Ravasi alla cappella Sistina ha invitato solo quelli giusti. Eufemia
http://www.edit.hr/lavoce/2009/091113/politica.htm