lunedì 23 novembre 2009

Le ragioni dell'architettura sacra contemporanea: Costruire la fede (Maria Antonietta Crippa)


Vedi anche:

In udienza dal Papa il premier del Kuwait, focus su pace in Medio Oriente (Apcom)

Papa-artisti, intervista a Mizar e un breve commento all'incontro di sabato (Francesco Colafemmina)

Non si spengono gli echi dell’incontro del Papa con gli artisti: il commento dello storico dell'arte Timothy Verdon (Radio Vaticana)

Incontro Papa-artisti: interviste a Giacomo Poretti e Giuseppe Tornatore (Muolo)

Card. Scola: le chances di un Cristianesimo vivo oggi (Sussidiario)

Pace in Medio Oriente e dialogo interreligioso al centro dell'incontro tra il Papa e il premier del Kuwait (Radio Vaticana)

A Roma i colloqui tra Chiesa cattolica e Comunione anglicana. Intervista con l'arcivescovo Rowan Williams (Radio Vaticana)

Il Papa agli artisti. Un commento di Pietro De Marco

Incontro Papa-artisti. Elogi all’iniziativa persino dal «New York Times» e da «Al-Jazeera» (Cardinale)

Il Papa: Il re e il regno nelle fede cristiana (Zavattaro)

Incontro Papa-artisti, Sorrentino: "Magari anche lo Stato mostrasse la stessa stima". Paladino: "Una chiamata alle armi e l´arte deve rispondere"

Incontro Papa-artisti: La bellezza salverà il mondo (Davide Rondoni)

Il Papa: "Ad ogni coscienza si rende necessaria – questo sì – una scelta: chi voglio seguire? Dio o il maligno? La verità o la menzogna? Scegliere per Cristo non garantisce il successo secondo i criteri del mondo, ma assicura quella pace e quella gioia che solo Lui può dare" (Angelus)

A più di venti ore di distanza dalla lettura del testo da parte del Papa, finalmente online il testo dell'Angelus

Il Vaticano aspetta le prime mosse del "cattolico adulto" Van Rompuy (Gianfranco Amato)

Il bello non ha né etichette né religione. Alain Elkann risponde a Ferdinando Camon (La Stampa)

L'ennesima débâcle comunicativa della Santa Sede: il testo dell'Angelus introvabile, la foto con il cantante croato Marko Perkovic e tanto altro...

Bagnasco ha scelto Tarquinio come successore di Boffo (Tornielli)

Anglicanorum Coetibus, Fedeli a Roma? (Angela Ambrogetti)

Gli intellettuali dal Papa? Una triste farsa (Vittorio Sgarbi)

GLI ANNI DI BENEDETTO XVI (RAI VATICANO)

Incontro Papa-artisti: Ritorno a casa (Marcello Filotei)

Il Papa esalta il valore del bello (Valiante)

Le reazioni degli artisti dopo l'incontro con Benedetto XVI: dal Papa una carezza al mondo della cultura. Il parere di mons. Gianfranco Ravasi

Benedetto XVI all'Angelus: Cristo è un Re che domina con l'amore e la speranza, senza imporsi ma rispettando la libertà dell'uomo (Radio Vaticana)

Medio Oriente, il Papa: i Cattolici di Terra Santa non perdano la speranza (Izzo)

All'Angelus il Papa elogia le donne che consacrano la vita a Dio (Apcom)

La Chiesa e l'arte: non teoria ma un'offerta di amicizia (Rondoni)

ANGELUS DEL SANTO PADRE: AUDIO INTEGRALE DI RADIO VATICANA

Il Papa: il Regno di Cristo non si impone ma rispetta la libertà (Izzo)

Il Papa: Scegliere Cristo Re non garantisce il successo, ma pace e gioia fino al martirio (AsiaNews)

Il Papa: stare con Gesù non garantisce il successo ma la gioia (Izzo)

Il primate anglicano dal Papa. Il dialogo prosegue (Bobbio)

Incontro Papa-artisti: L'uomo riscattato dalla bellezza

Il Pontefice agli Artisti: «La fede non toglie nulla al vostro genio, lo nutre» (Tornielli)

Il Papa lancia la sfida all’arte spettacolo (Doninelli)

Gran Bretagna, Guai a chi diventa cattolico. L’incredibile caso di “Miss Brown” e di “Myriam” (Gianfranco Amato)

Prossimamente in libreria "Benedetto XVI oltre le mode del pensiero" di Francesco Antonio Grana. In anteprima la prefazione del card. Michele Giordano

INCONTRO DEL SANTO PADRE CON GLI ARTISTI: LO SPECIALE DEL BLOG

Le ragioni dell'architettura sacra contemporanea

Costruire la fede

di Maria Antonietta Crippa
Direttore scientifico dell'Istituto
per la storia dell'arte lombarda Associazione Sant'Anselmo

La recente riflessione di Paolo Portoghesi "Lo sforzo di rendere visibile la fede" ("L'Osservatore Romano", 19-20 ottobre 2009) invita a ricordare che, nel corso del XX secolo, non sono stati molti, e non tutti balzati all'onore delle cronache, gli architetti impegnati in opere sacre. Specialmente quelli che hanno applicato non solo un grande rigore interpretativo, ma anche un attento radicamento nella dinamica di continuità che caratterizza il senso della tradizione ecclesiale cattolica secondo l'ermeneutica della riforma promossa dal concilio Vaticano ii, che è "ermeneutica della riforma, del rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato (...) È chiaro che (...) poteva emergere una qualche forma di discontinuità e che, in un certo senso, si era manifestata di fatto una discontinuità, nella quale tuttavia, fatte le diverse distinzioni tra le concrete situazioni storiche e le loro esigenze, risultava non abbandonata la continuità nei principi - fatto questo che facilmente sfugge alla prima percezione. È proprio in questo insieme di continuità e discontinuità a livelli diversi che consiste la natura della vera riforma" (Discorso di Benedetto XVI alla Curia romana in occasione della presentazione degli auguri natalizi, 22 dicembre 2005).
Tale insieme di continuità e discontinuità, a livelli diversi, non può non coinvolgere anche il progetto contemporaneo di chiese e l'arte attuale per le chiese, per la cui comprensione sarebbe necessario ripercorrere quanto è accaduto lungo tutto il Novecento, secolo di grandi rivolgimenti nei modi di vita, nel quale anche la dimora quotidiana degli uomini sulla Terra è stata profondamente stravolta dalle conseguenze di una innovazione tecnologica imponente.
In uno sguardo retrospettivo alla produzione di chiese nell'Occidente nel XX secolo si coglie una diversa caratterizzazione culturale fra prima e seconda metà dello stesso. Fino agli anni Quaranta-Cinquanta del Novecento infatti, il tema dell'edificio a destinazione liturgica non ha attratto, a parte rare eccezioni, gli architetti di maggior successo. La seconda parte del XX secolo può essere ritenuta, invece, l'arco temporale nel quale è venuta alla luce, in termini sperimentali, una larga attenzione per tale problema da parte di molti artisti e architetti. In ragione anche del rapido variare dell'orizzonte culturale, segnato in ambito ecclesiale dal grande evento del concilio Vaticano ii (1962-65), si è assistito a oscillazioni tra esiti di radicale secolarizzazione e vivace recupero di senso religioso. In generale si è teso a riformare lo spazio liturgico, quindi a riorganizzare le membrature architettoniche dell'edificio ecclesiastico. L'assemblea è rapidamente divenuta fatto primario, in relazione alla volontà di suscitare una piena partecipazione dei credenti all'atto liturgico e per infondere un forte senso comunitario ai fedeli. Alcune tendenze architettoniche radicali hanno mirato a ridurre l'edificio ecclesiastico da "casa di Dio" a "casa del popolo", sottraendogli la tradizionale espressività e il valore di fulcro ordinatore della struttura urbana in cui era inserito, rendendolo uno dei recinti monofunzionali della città contemporanea.
Dagli anni Ottanta, sino a oggi, si assiste a una ripresa del carattere trascendente dell'architettura ecclesiastica, ma in un contesto di profondo disorientamento espressivo. Rara ma importante è stata la ripresa di interesse per l'ontologia del tema, per quella sua "verità" che intreccia liturgia e arte-architettura in stretto dialogo. Molto spesso tuttavia i tradizionali riferimenti spaziali alla verticalità e alla emergenza-monumentalità urbana, alla qualità emozionale-intellettiva della luce sono stati interpretati attraverso il riferimento a segni e immagini di matrice soggettiva, comunque depotenziati sotto il profilo simbolico, mentre si è ritenuto di secondaria importanza l'assetto liturgico dello spazio interno. La messa a punto dell'apparato iconografico ha risposto spesso a criteri compositivi del tutto indifferenti alle necessità di devozione e meditazione dei fedeli.
La costruzione di chiese nel XX secolo nelle diverse nazioni occidentali è avvenuta all'interno di un dibattito ecclesiastico importante, ha spesso visto il concorso di personalità di rilievo tra i vescovi, ha mosso le conferenze episcopali nazionali; i vescovi hanno dato un contributo di promozione volto a rinnovare il processo di evangelizzazione su scala nazionale. Note sono, in particolare, negli anni Trenta in Francia, le iniziative dei "Chantiers du cardinale"; negli anni Cinquanta quelle del cardinale Josef Frings di Colonia; negli anni Sessanta quelle degli arcivescovi di Bologna, Milano, Torino. Negli ultimi decenni l'apertura della Chiesa alle manifestazioni artistiche contemporanee non ha impedito una applicazione imprudente delle novità liturgiche, con accenti diversi a seconda dei liturgisti, in nuove chiese e per l'adeguamento di quelle esistenti.
Portoghesi ha concentrato la propria attenzione sul rapporto polare "Chiesa spirituale chiesa costruita"; il brevissimo excursus qui tracciato segnala un intreccio storico tra i due poli che non è facile dipanare individuando le diverse responsabilità. Tale rapporto polare può essere articolato, innanzitutto tramite la messa in luce dei fondamenti della dinamica della ricerca di architetti e artisti. Esiste infatti una riflessione sul senso del progetto architettonico che viene prima dell'opzione linguistica. Si tratta della relazione dialogica che il progettista o l'artista intrattiene con l'insegnamento e la tradizione ecclesiale, da una parte, con la cultura costruttiva e artistica del proprio tempo, dall'altra, e che prende corpo sostanzialmente nel suo vivo pensare e sentire, manifestandosi nella capacità di dar ragione della speranza che sostiene e qualifica, per sé innanzi tutto, il progetto. Non è un caso che i più consapevoli architetti costruttori di chiese si siano impegnati nella manifestazione di tali ragioni, non assumendosi il ruolo di pastori o teologi, ma dando limpida testimonianza di profonda immedesimazione nelle ragioni per le quali la Chiesa ha continuamente necessità di chiese parrocchiali, di santuari, di cattedrali, di monasteri. Si pensi, ad esempio al tedesco Rudolf Schwarz (1867-1961), interprete dell'ideazione di un "edificio sacro che può venire solo da realtà sacre", o all'italiano Enrico Castiglioni (1924-2000), per il quale l'edificio della chiesa è episodio limite dell'architettura, in quanto luogo di "inveramento di una Presenza" attiva nei segni, o a dom Hans van del Laan (1904-1991), che ha elaborato una razionale correlazione tra "natura, cultura e liturgia nell'arte sacra". Il cerchio può essere ulteriormente allargato ad altri, da Antoni Gaudì (1852-1926) a Gio Ponti (1891-1979), lungo tutto il XX secolo.
La loro produzione d'architettura e le loro riflessioni, aspetto non secondario di quel dialogo tra Chiesa e artisti invocato da Paolo VI alla chiusura del concilio Vaticano ii, segnala il superamento della penosa e fuorviante polemica, che ha attraversato tutto il secondo Novecento e che serpeggia ancora oggi, relativa all'interrogativo se debbano essere credenti o no gli architetti progettisti di chiese e gli artisti che ne definiscono il programma liturgico. Poiché testimoniano che il problema di una architettura e di un'arte sacra è endogeno, con genesi quindi all'interno della Chiesa, questi architetti invitano alla seria presa d'atto di una responsabilità, di approfondimento e comprensione, del senso e del compito della Chiesa, per corrispondervi con il proprio lavoro.

(©L'Osservatore Romano - 23-24 novembre 2009)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La Chiesa è uno spazio organizzato attorno alla Presenza reale di Cristo e luogo per culto che il Popolo di Dio rende con il sacrificio di lode.
Perchè dire in modo complicato ciò che è semplice? La catechesi del Papa sulle Chiese romaniche e gotiche è da rileggere.
L'analisi di Sgarbi sulla l'incontro degli artisti con il Papa mi pare davvero condivisibile.

Pietro

Anonimo ha detto...

L'articolo non dice cose semplici in modo complicato. Difende esperienze molto discutibili (Colonia, Schwarz, Bologna, ecc.), che sono alla radice del disorientamento attuale. Le chiese non sono più chiese perché la ricerca teorica che c'è dietro non era e non è cattolica.
Conviene leggere "L'Architettura del Corpo Mistico", di Steven J. Schloeder, per capirlo.
Ciro