mercoledì 18 novembre 2009

Perché Benedetto non snobba Marx (Ruggero Orfei)


Vedi anche:

Mons. Georg Ratzinger ed il cane Otto :-)

Il mezzo è il messaggio divino. Il cattolicesimo verace di Marshall McLuhan, teorico del villaggio globale (Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro)

Rahner, la personalità enorme e «pericolosa» del filosofo che «voleva troppo». Le note di De Lubac e il no di Spaemann (Tempi)

Rahner: La teologia della disincarnazione.Relativismo, modernismo e pensiero debole.Padre Cavalcoli accusa l' architetto del Concilio di tradimento

Sferzata del Papa: troppa opulenza. Benedetto XVI lancia l'allarme sulle conseguenze della crisi e condanna gli sprechi (Marroni)

La scomoda verità del Pontefice: il pane è un diritto (Alessandra Borghese)

Il vertice della Fao non fissa impegni precisi. Niente certezze nella lotta alla fame nel mondo (Osservatore Romano)

B-XVI vuole dare cibo a chi nasce, non abolire le bocche affamate (Il Foglio)

Gheddafi e le trecento ragazze beduine (Colafemmina)

Tutti invitati alla chiusura dell'Anno sacerdotale con il Papa. A Roma dal 9 all’11 giugno del 2010 (Zenit)

La grande polifonia romana fa ritorno in San Pietro. Il rientro del Maestro Domenico Bartolucci (Magister)

La bestemmia dell’indifferenza. Non è la prima volta che Benedetto XVI parla del diritto al «pane quotidiano» (Accattoli)

A colloquio con il cardinale Mejía a proposito dei suoi appunti sul Vaticano II (Marta Lago)

Wojtyla, sì dei cardinali su virtù, ora deciderà il Papa (Izzo)

"Orgoglio e pregiudizio in Vaticano" di Anonimo con Olivier Le Gendre. Ovvero la linguaggia di un cardinale anonimo smidollato

Relazione parlamentare francese su Curia e comunicazione vaticane (Messainlatino)

Dal Papa la denuncia realistica di una tragedia in crescita (Bobbio)

Fao, la sfida di Papa Ratzinger (Zizola)

La Chiesa apre ai preti sposati. Limitatamente però ai sacerdoti Anglicani che vogliono convertirsi al Cattolicesimo (Bertoncini)

Fao, cinque punti, molte proteste e un indiscusso protagonista, il Papa (Buffolo)

Don Costa (Libreria Editrice Vaticana): sul Papa opinione pubblica più attenta dei media (Izzo)

Il Papa alla Fao: "La fame è il segno più crudele e concreto della povertà. Non è possibile continuare ad accettare opulenza e spreco, quando il dramma della fame assume dimensioni sempre maggiori" (Discorso)

Il Papa alla Fao: quattro idee molto concrete sulla fame (Giorgio Bernardelli)

Segnalazione blog "Il Marchese del Grillo"

Prossimamente in libreria "Benedetto XVI oltre le mode del pensiero" di Francesco Antonio Grana. In anteprima la prefazione del card. Michele Giordano

Perché Benedetto non snobba Marx

Ruggero Orfei

Non ha suscitato la risonanza che si poteva attendere quella che sembra essere una vera apertura di gioco. Quando l’Osservatore romano ha pubblicato un testo quasi completo del saggio del teologo Georg Sans su “Che cosa rimane di Marx dopo la caduta del muro di Berlino”, pubblicato dalla pure ufficiosa rivista dei Gesuiti La civiltà cattolica (17 ottobre), si poteva pensare ai seguiti, a un dibattito, a uno sforzo di comprensione. Non pare ci siano stati finora.
Il teologo col suo studio puntava a due risultati: il primo quello di fare un bilancio culturale dell’opera di Marx; l’altro di accreditare un’ipotesi di lavoro che parte dal presupposto che nella storia della cultura non possono esserci lacune e che pertanto occorresse cogliere quella che monsignor Olgiati avrebbe chiamato “anima di verità”. Adesso il discorso è aperto, soprattutto a causa dell’ufficialità delle sedi in cui si è iniziato, con qualche intenzione a modo suo programmatica.
L’intenzione di vederci più chiaro nel pensiero di Marx si può fare risalire a papa Benedetto XVI che già nell’enciclica Spe Salvi del 3 novembre 2007 aveva scritto a pagina 20: «Con puntuale precisione, anche se in modo unilateralmente parziale, Marx ha descritto la situazione del suo tempo ed illustrato con grande capacità analitica le vie verso la rivoluzione – non solo teoricamente: con il partito comunista, nato dal manifesto comunista del 1848, l’ha anche concretamente avviata. La sua promessa, grazie all’acutezza delle analisi e alla chiara indicazione degli strumenti per il cambiamento radicale, ha affascinato ed affascina tuttora sempre di nuovo. La rivoluzione poi si è anche verificata nel modo più radicale in Russia. Ma con essa si è reso evidente anche l’errore fondamentale di Marx». Cioè non aveva detto niente su cosa si poteva attendere successivamente dalla rivoluzione, a parte il meccanicismo di certi risultati deterministici dei cambiamenti economici e sociali.
Nella più recente enciclica Caritas in Veritate il papa va oltre: il riferimento a Marx cede il passo a un vero utilizzo di categorie interpretative del capitalismo e dello sfruttamento nella società contemporanea.
Soprattutto nella valorizzazione del lavoro come creatività e come espressione della persona sulla quale devono rifluire tutti i vantaggi sociali dell’esistenza terrena.
In questa segnalazione non si può andare molto oltre e si dovranno trovare sedi di esami più accurati.
Tuttavia non mancano altri esempi di analisi sociali come quella del teologo E.-W. Böckenförde (in Il Regno, numero 10) e altri.
L’apertura di gioco non significa la fondazione di una corrente dialogante o tendente a stabilire commistioni teologiche e teoretiche, ma di assumere quel che in un grande lavoro di analisi sociale ed economica può servire a creare un nuovo ordine sociale, in uno sviluppato ambiente umano rinnovato o da rinnovare.
Per suo conto Sans fa molte precisazioni storiche, chiarendo che molto equivoci vengono non da Marx ma dal suo primo interprete che fu Engels e poi tutto il cosiddetto marx-leninismo che fu costruito per iniziativa dagli “scolastici” di Stalin quale “sistema” del materialismo storico e dialettico, insegnato negli appositi manuali di Mosca e di Leningrado.
Qui potremmo ricordare che Marx non elaborò mai un “sistema” né economico né filosofico. Morì molto prima di aver messo mano al completamento della sua opera fondamentale, Il Capitale, e prima di aver elaborato quella che a lui stava molto a cuore e che era la “dialettica”che avrebbe dovuto chiarire la sua visione generale del mondo. L’opera incompiuta aveva certi principi generali, quali ad esempio la convinzione che la rivoluzione comunista avrebbe cambiato l’uomo (Manoscritti già nel 1844), la dominanza dell’economia, la forza delle relazioni sociali, non la dominanza dello stato che sarebbe stata solo provvisoria nella transizione, l’immanentismo assoluto, come poi chiarirà in Italia Antonio Gramsci. A conferma ci sono le stesse dichiarazioni di Marx che scriveva al genero Lafargue di non essere marxista. E negava l’appellativo a se stesso e anche agli altri che volevano un “sistema politico” marxista. Engels stesso si attivò per smentire l’esistenza di un sistema marxista. Un problema di analisi di concetti e di linguaggi nonché di vicende storiche e intellettuali, che meritano un’attenzione che ancora non c’è e che quasi stranamente ci vengono segnalate senza clamore dal papa e dai suoi teologi.

© Copyright Europa 18 novembre 2009 consultabile online anche qui.

Nessun commento: