mercoledì 2 dicembre 2009

Il Papa: “Dio lo si conosce se lo si ama!” (Sir)


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Il Papa: "Non è forse vero che noi conosciamo realmente solo chi e ciò che amiamo? Senza una certa simpatia non si conosce nessuno e niente. E questo vale anzitutto nella conoscenza di Dio e dei suoi misteri, che superano la capacità di comprensione della nostra intelligenza: Dio lo si conosce se lo si ama!" (Straordinaria catechesi del Santo Padre)

Il Papa: la scelta di fondo è amare Dio (Sir)

Troppi fedeli...udienza generale in Piazza San Pietro :-))

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Il Papa: Un invito ad un esame di coscienza per chiedersi cosa è la teologia, che cosa siamo noi teologi, come fare bene teologia (Sir)

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Il Papa chiede preghiere per la fine degli abusi sui bambini. Intenzioni di preghiera per il mese di dicembre

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Il massimo dell'ipocrisia: coloro che hanno esultato per la sentenza sul Crocifisso ora si strappano i capelli per i minareti

La Svizzera, un esempio che ci fa paura. Il referendum sui minareti sta attirando la critica astiosa di tutte le beghine del «politicamente corretto»

L’Appeal della Messa in latino (New York Times via Messainlatino)

BENEDETTO XVI: UDIENZA, “DIO LO SI CONOSCE SE LO SI AMA”

“Dio lo si conosce se lo si ama!”.
Lo ha esclamato oggi il Papa in piazza S. Pietro, davanti a circa 10 mila fedeli. “Nella nostra vita”, ha sottolineato Benedetto XVI, “noi conosciamo realmente solo chi e ciò che amiamo”, e ciò “vale anzitutto nella conoscenza di Dio e dei suoi misteri, che superano la capacità di comprensione della nostra intelligenza”.
Nel parlare dell’amore a Dio Guglielmo di Saint-Thierry attribuisce “una notevole importanza alla dimensione affettiva”. “Il nostro cuore – ha commentato il Santo Padre - è fatto di carne, e quando amiamo Dio, che è l’amore stesso”, in questa “relazione con il Signore” esprimiamo “anche i nostri umanissimi sentimenti, come la tenerezza, la sensibilità, la delicatezza”, visto che “il Signore stesso, facendosi uomo, ha voluto amarci con un cuore di carne”. Secondo Guglielmo, inoltre, “l’amore illumina l’intelligenza e permette di conoscere meglio e in modo profondo Dio e, in Dio, le persone e gli avvenimenti”. Questo perché “la conoscenza che procede dai sensi e dall’intelligenza riduce, ma non elimina, la distanza tra il soggetto e l’oggetto,tra l’io e il tu. L’amore invece produce attrazione e comunione, fino al punto che vi è una trasformazione e un’assimilazione tra il soggetto che ama e l’oggetto amato”. Una “reciprocità di affetto e di simpatia”, questa, che “permette una conoscenza molto più profonda di quella operata dalla sola ragione”.

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