sabato 2 maggio 2009

Il Papa e Napolitano, sintonia per l’Abruzzo (Giansoldati)


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Papa e Napolitano, sintonia per l’Abruzzo

Incontro in Vaticano: «Si ricostruisca su basi solide». Auspici del Colle per il viaggio in Israele

di FRANCA GIANSOLDATI

CITTA’ DEL VATICANO

La forza d’animo degli abruzzesi ha colpito entrambi. Reduci da visite alle zone del terremoto, il Papa e il Presidente Napolitano, hanno scoperto di essere accomunati da un grande desiderio: che la ricostruzione all’Aquila avvenga al più presto ma soprattutto su basi solide.
Il sisma, infatti, sarebbe stato sicuramente meno devastante se gli edifici crollati fossero stati edificati con criteri antisismici. «Un terremoto aggravato dallo sprezzo delle norme» commentava il Capo dello Stato, qualche giorno dopo la grande scossa del 6 aprile, davanti alle macerie. «E ora si costruiscano case e chiese solide» aveva esortato Benedetto XVI, solo alcuni giorni fa, nella tendopoli di Onna, stringendo mani e asciugando lacrime dai volti dei terremotati.
La speranza per l’Abruzzo ha fatto da sfondo al lungo colloquio in Vaticano tra Napolitano ed il pontefice. Per venticinque minuti si sono parlati in una saletta attigua alla grande aula Nervi, poco prima del concerto offerto dal Quirinale per festeggiare l’anniversario di pontificato di Papa Ratzinger, eletto al Soglio di Pietro il 19 aprile 2005.
La sinfonia n.95 di Haydn, la Haffner di Mozart e il Magnificat di Vivaldi, eseguiti dall’orchestra e dal coro sinfonico di Milano Giuseppe Verdi, diretti dalla cinese (bravissima) Xian Zhang, «sembrano contenere in sé un itinerario che potremmo dire pasquale» ha sottolineato al pubblico il Papa al termine dell’esibizione. In platea quasi seimila persone, molti cardinali e vescovi, ma anche banchieri, ambasciatori e politici, tra cui il sottosegretario Gianni Letta, il ministro La Russa, il presidente della Regione Lazio, Marrazzo.
Prima che il maestro Zhang iniziasse a dirigere le partiture, il Capo dello Stato è salito sul palco per un breve discorso, per poi sedersi al centro della sala, nella poltrona accanto a quella del Papa e della signora Clio.
Napolitano per prima cosa ha elogiato la trasferta del Papa in terra abruzzese. Una visita che «ha recato grande sollievo spirituale e umano alle popolazioni colpite», ringraziandolo anche «per la testimonianza a favore della pace e la giustizia». Un impegno, questo che la prossima settimana si concretizzerà in Israele e Palestina nel tentativo di superare «lacerazioni, tensioni e rischi di guerra che da decenni affliggono la regione e sono fonte di grave instabilità internazionale». Infine, un riconsocimento al «suo meditato e intenso impegno su problemi essenziali del nostro tempo».
Al termine applausi a non finire e un commento, dotto e dettagliato, quasi una lezione di musica e spiritualità, da parte di Benedetto XVI.
A sua volta ha espresso gratitudine al presidente della Repubblica per avergli donato il concerto. Amante della musica classica e pianista lui stesso, Benedetto XVI ha sottolineato come l’evento musicale sia «riuscito ampiamente non solo a gratificare il senso estetico, ma al tempo stesso a nutrire il nostro spirito». Per certi versi «si può dire che la musica diventa veramente preghiera, abbandono del cuore a Dio, con un senso profondo di pace».

© Copyright Il Messaggero, 1° maggio 2009

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