domenica 3 maggio 2009

Il Papa: il mondo che rifiuta Dio può inquinare anche la Chiesa (Izzo)


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Il Papa: "Il "mondo" è una mentalità, una maniera di pensare e di vivere che può inquinare anche la Chiesa, e di fatto la inquina, e dunque richiede costante vigilanza e purificazione. Finché Dio non si sarà pienamente manifestato, anche i suoi figli non sono ancora pienamente "simili a Lui" (1 Gv 3,2). Siamo "nel" mondo, e rischiamo di essere anche "del" mondo. E di fatto a volte lo siamo" (Omelia)

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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:

PAPA: IL MONDO CHE RIFIUTA DIO PUO' INQUINARE ANCHE LA CHIESA

(AGI) - CdV, 3 mag.

Salvatore Izzo

''Noi sacerdoti ne facciamo esperienza: il mondo non capisce il cristiano, non capisce i ministri del Vangelo''.
Lo ha detto Benedetto XVI nell'omelia della messa celebrata questa mattina in San Pietro per l'ordinazione di 19 nuovi sacerdoti della diocesi di Roma. Questa incomprensione, ha spiegato, si verifica ''un po' perche' di fatto non conosce Dio, e un po' perche' non vuole conoscerlo: il mondo - ha scandito - non vuole conoscere Dio e ascoltare i suoi ministri, perche' questo lo metterebbe in crisi''. E questo mondo, ha ammonito il Pontefice, ''insidia anche la Chiesa, contagiando i suoi membri e gli stessi ministri ordinati''.
''Il mondo - ha precisato Papa Ratzinger - e' una mentalita', una maniera di pensare e di vivere che puo' inquinare anche la Chiesa, e di fatto la inquina, e dunque richiede costante vigilanza e purificazione''.
''Finche' Dio non si sara' pienamente manifestato, anche i suoi figli non sono ancora pienamente simili a Lui: siamo nel mondo, e rischiamo di essere anche del mondo. E di fatto - ha ammesso Papa Ratzinger - a volte lo siamo''. ''Gesu' - ha aggiunto per sottolineare questa singolare condizione dei cristiani - alla fine non ha pregato per il mondo, ma per i suoi discepoli, perche' il Padre li custodisse dal maligno ed essi fossero liberi e diversi dal mondo, pur vivendo nel mondo''. E gli apostoli di ieri, come i sacerdoti di oggi, ha ricordato il Pontefice teologo, ha voluto fossero consacrati nella verita' dicendo ''per loro io consacro me stesso, perche'
siano anch'essi consacrati nella verita'''.
''Diventare sacerdoti nella Chiesa - ha insisitito Benedetto XVI rivolto ai 19 neo presbiteri che gli sono stato 'presentati' uno a uno dal cardinale vicario Agostono Vallini - significa entrare in questa auto-donazione di Cristo ed entrarvi con tutto se stessi: parlare ed agire in nome suo, rappresentarlo, prolungare i suoi gesti salvifici, spezzare il Pane della vita e rimettere i peccati''. ''Analogamente a Simon Pietro - ha continuato - ogni sacerdote e' destinatario di una personale preghiera di Cristo, e del suo stesso sacrificio, e solo in quanto tale è abilitato a collaborare con Lui nel pascere il gregge che e' tutto e solo del Signore''.
In proposito, il Papa ha ricordato la figura di san Giovanni Maria Vianney, il Curato d'Ars, ''al cui patrocinio - ha rilevato - ho intitolato il prossimo Anno Sacerdotale'' e il ''si''' di Maria, la Madre del Buon Pastore: ''in ogni circostanza della vostra vita - ha esortato i nuovoi sacerdoti - guardate a Lei, stella del vostro sacerdozio. Alla scuola della Vergine - ha concluso il Papa - siate sempre uomini di preghiera e di servizio, per diventare, nel fedele esercizio del vostro ministero, sacerdoti santi secondo il cuore di Dio''.
A concelebrare con il Papa all'altare della Confessione c'erano il cardinale vicario Agostino Vallini con il vicegerente Luigi Moretti e tutti i vescovi ausiliari.
Tredici tra i nuovi sacerdoti provengono dal Collegio Redemptoris Mater del Movimento Neocatecumenale e sei dal Seminario Maggiore del Laterano.
Tra loro 13 sono italiani mentre sei provengono da varie parti del mondo: Nigeria, Haiti, Croazia, Repubblica Ceca, Cile e Corea del Sud.
Il piu' giovane e' Andrea Cola di appena 24 anni, che proviene dalla parrocchia romana di Santa Bernadette Soubiros. ''Dopo la prima Comunione - racconta questa mattina su Roma 7, l'inserto diocesano di Avvenire - ho avvertito una grande gioia.
Sono entrato nel gruppo dei chierichetti, servire all'altare mi regalava la stessa letizia". Dieci anni di piu' anni ha invece Orazio Caputo che proviene dalla parrochia del Santo Volto di Gesu' alla Magliana e che ha trovato la sua vocazione vivendo l'esperienza del volontariato per un mese e mezzo in Africa. Marco Ciroli, 35 anni, arriva invece da Brescia ed e' studente al Redemptoris Mater: un passato negli scout e il presente in cammino
con i neocatecumenali. E adesso lo aspetta l'impegno nella pastorale
giovanile.
''Da settembre - ha spiegato sull'inserto di Avvenire - seguo i ragazzi nella parrocchia di San Mauro Abate, al Laurentino 38. Un compito difficile, ma davvero stimolante''. Una vocazione matura e' infine quella di Luigi Zucaro, 40 anni. Medico endocrinolgo, per seguire la vocazione al sacerdozio Luigi ha lasciato la carriera e la fidanzata.
Al termine della celebrazione il Papa si e' fermato a salutare i 19 neo sacerdoti e le loro famiglie in San Pietro e questo ha determinato un ritardo nel programma che prevedeva alle 12 la preghiera del Regina Caeli. In piazza, ad attendere che si affacciasse dalla finestra della terza loggia del Palazzo Apostolico, una folla di oltre 40 mila fedeli.

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