venerdì 5 giugno 2009

Chiesa nella rete. Padre Lombardi: “Dobbiamo essere credibili, ma il Web fa problema” (Burini)


Vedi anche:

Il Papa vara pene più severe per i preti che violano l'obbligo di castità

Il Papa in Valle d’Aosta dal 13 al 29 luglio. Angelus a Romano Canavese e a Les Combes

Mons. Mauro Piacenza spiega alla Radio Vaticana la funzione delle nuove facoltà concesse dal Papa alla Congregazione per il Clero

Mons. Ranjith va davvero a Colombo, al Culto arriva Di Noia (Tornielli)

Secondo l'ambasciatore di Israele presso la Santa Sede il popolo ebraico nutrirebbe grande stima per il Papa (Sir)

Pedofilia nel clero, il Santo Padre riceve il card. Brady e Mons. Martin (Irlanda)

Padre Samir: Obama sull’Islam piace, ma c’è qualche bugia e silenzio. Il Papa in Medio Oriente ha detto di più (AsiaNews)

Caso Poltawska. Una polacca di nome Wanda: a chi fa paura la “psichiatra” di Wojtyla (Rodari)

Vigilia d'enciclica. E dalla Germania rispunta Marx (Magister)

Valzer di poltrone in Vaticano, guardando al successore di Giovanni Battista Re (Bevilacqua)

La crisi finanziaria sta impensierendo, e non poco, il Vaticano (Tornielli)

Discorso di Obama all'islam: i commenti di Parsi e Caracciolo (Sussidiario)

Benedetto XVI ed Obama parlano dell'uso della fede in chiave violenta e citano il Corano: il primo linciato dai media, il secondo osannato

Dal Papa giro di vite sui preti «concubini» (Vecchi)

Card. Cipriani (Lima): il relativismo dentro e fuori della Chiesa (Zenit)

Abusi liturgici: commissariata la basilica di Santa Croce in Gerusalemme. Rimosso l'abate

Alla prima fumata nera il card. Ratzinger "tira il fiato". Omelia urticante? (Farina)

Che tempo fa in Vaticano? Nuovo servizio meteo nel sito del Governatorato (Osservatore Romano)

Don Bux e Don Vitiello: Riprendiamo ad annunciare la Grazia, più potente della debolezza umana! (Fides)

L'apertura del vescovo di Ratisbona verso i Lefebvriani è già finita. Mueller: le nuove ordinazioni sono una provocazione

Il Papa a San Giovanni Rotondo il 21 giugno...una coincidenza? Ce ne parla Francesco Colafemmina...

"Il confessore non è uno psicanalista" (Galeazzi)

IL DIALOGO DEL PAPA CON I BAMBINI: VIDEO INTEGRALE SU BENEDICT XVI.TV

Il Papa maltrattato dai giornali è ormai un best seller mondiale (Mastroianni)

Benedetto XVI, quel grande comunicatore...il professor Ratzinger torna a scuola. Con i bambini (Magister)

Diverse migliaia di fedeli "lefebvriani" concludono il loro tradizionale pellegrinaggio di Pentecoste da Chartres a Parigi (Le Monde)

Benedetto XVI ai bambini: "A dire la verità, non avrei mai pensato di diventare Papa perchè sono stato un ragazzo abbastanza ingenuo..." (Trascrizione dello splendido dialogo del Papa con i bambini dell’Opera per l’Infanzia Missionaria)

Su segnalazione di Antonio leggiamo:

Chiesa nella rete

Il portavoce del Papa, padre Lombardi: “Dobbiamo essere credibili, ma il Web fa problema”

di Marco Burini

“Sono un uomo che nuota nel fiume”, dice sornione padre Federico Lombardi, gesuita, classe 1942, portavoce della Santa Sede. Un destino nel nome: anche suo zio era un soldato della Compagnia di Gesù, Riccardo Lombardi, il celebre “microfono di Dio” degli anni 40 e 50. Dal luglio del 2006 è direttore della sala stampa, oltre che della radio e del centro televisivo vaticani. Un crocevia che catalizza tensioni e attenzioni, dissimulate con bonarietà. La frenesia sembra non appartenergli. Eppure motivi di preoccupazione ce ne sarebbero. Oggi il terreno della comunicazione è sabbioso, non sembra adatto a parole pesanti, dogmatiche, come quelle della chiesa. L’unico vangelo è l’opinione pubblica. “La chiesa deve comunicare, fa parte della sua natura – risponde padre Lombardi – ha una buona novella da annunciare in ogni epoca. Non può esserci una chiesa che si chiude in sé stessa e non si confronta con la realtà. Lo sguardo positivo sui media è caratteristico del magistero.

Giovanni Paolo II è stato capace di inserirsi e far arrivare il messaggio. La questione non è anzitutto tecnica: prima viene la testimonianza e la credibilità personale, l’autorevolezza morale di chi comunica; altrimenti mandiamo dei contromessaggi. Papa Wojtyla era credibile non perché aveva il carisma dell’attore ma perché era una persona vera. Dopo venticinque anni, i giornalisti che ne parlavano male e lo dipingevano come un retrogrado ammettevano che era uno che ci credeva davvero e perciò era degno di rispetto. La chiesa non comunica parole astratte ma uno stile di vita”.

La comunicazione è sempre stato un terreno molto frequentato dai cattolici, anche sul piano teorico; basta un nome, McLuhan. Dal Concilio Vaticano II in poi, però, anche la chiesa vive nel regime della diretta, un’atmosfera pervasiva in cui il consenso prende il posto della verità, la notizia precede il fatto e lo determina. Benedetto XVI ne è consapevole. “Oggi, in modo sempre più marcato, la comunicazione sembra avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realtà, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede”, ha detto lo scorso anno in occasione della giornata mondiale delle comunicazioni. La meraviglia che si provava ai tempi del Vaticano II (non a caso il documento conciliare sul tema si chiama “Inter mirifica”) è evaporata. Ma padre Lombardi resta ottimista. “E’ una partita sempre aperta. La comunicazione è un fatto e dobbiamo conviverci, ovviamente esercitando un discernimento: si può usare in modo positivo o negativo. Oggi colpisce il negativo, ma il nostro mondo è questo. Negli Esercizi spirituali di sant’Ignazio ci sono due bandiere, la lotta tra il bene e il male. Siamo chiamati a sviluppare forze positive in un mondo profondamente ambiguo con aspetti di manipolazione, violenza e mercificazione che il Papa fa bene a ricordare. Oggi è più complicato di prima, in particolare la dimensione interattiva della rete”.

In effetti, il regime democratico digitale mette in questione la chiesa. Non basta riempire i canali di contenuti buoni. “E’ una delle facce del relativismo, come Costanzo che mette insieme sul palco Platinette e il missionario. Ma noi cerchiamo di portare contributi anche nel mare magnum della rete”. Il Papa su Youtube – questo Papa, poi, così linguisticamente raffinato per gli standard della comunicazione – fa effetto. “Ci muoviamo con prudenza. Grazie a Youtube, ad esempio, abbiamo permesso a moltissimi siti cattolici locali di linkarsi e diffondere a cascata il messaggio del Papa. Però è vero, sulla rete abbiamo ancora molto da imparare. E’ una cultura in cui pubblicare un documento autorevole fa problema. Una volta lo si leggeva dal pulpito, tutti ascoltavano, andavano a casa e mettevano in pratica. Adesso ognuno legge e vuole commentare a modo suo”. Nel caso Williamson la democrazia totalitaria della rete vi ha spiazzato, come ha ammesso lo stesso Benedetto XVI nella sua lettera ai vescovi: “l’internet” è una fonte a cui si dovrà fare più attenzione, d’ora in poi. “In effetti il monitoraggio della rete è diverso da una rassegna stampa tradizionale”. Lei è su Facebook? “No, non sono della generazione digitale e non sento il fascino delle nuove tecnologie, ma ho validi collaboratori che mi aiutano”.

Insomma, la chiesa è esperta in umanità anche postmoderna. “Perché sa in che mondo vive e conosce i giovani, anche quelli delle giornate della gioventù, molto meglio di tanti intellettuali da salotto. E cerca di mantenere un dialogo dentro un mondo così dispersivo. Poi, c’è chi punta a dividere”. I cattolici hanno problemi di comunicazione interna e le gerarchie si parlano solo tramite i giornali, magari in “ecclesialese”, un gergo oscuro e cifrato: è l’accusa di Ernesto Galli della Loggia nel suo libro di conversazioni con il cardinale Ruini appena pubblicato. “Ci sono rischi di parzialità e superficialità – ribatte Lombardi – ma dipende anche da chi rilancia il messaggio. Lo dimostra il viaggio del Papa in Africa: ci si è concentrati su una sola parola, l’Aids, per di più isolandola dal contesto, e trascurando tutto il resto”.

© Copyright Il Foglio, 5 giugno 2009 consultabile online anche qui.

La "rete" non e' un problema ma una grande opportunita' che va colta!
Il Papa l'ha capito perfettamente e prima degli altri.
Internet, pero', esige la pubblicazione della notizia all'istante e prontezza di riflessi.
Per questo non basta essere su Youtube, ma occorre aggiornare il contenuto in tempo reale.
Ottima l'iniziativa di rendere disponibile l'Angelus o il Regina Coeli in versione integrale sul canale The Vatican, ma perche' non fare la stessa cosa con le udienze generali? Perche' non rendere accessibile lo splendido dialogo del Papa con i bambini, per esempio?
C'e' ancora parecchia strada da fare...

R.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

La copyright di qst articolo non è del Giornale ma del Foglio.

Antonio

Raffaella ha detto...

Chiedo scusa...rimedio...
R.

sam ha detto...

"Giovanni Paolo II è stato capace di inserirsi e far arrivare il messaggio. La questione non è anzitutto tecnica: prima viene la testimonianza e la credibilità personale, l’autorevolezza morale di chi comunica; altrimenti mandiamo dei contromessaggi. Papa Wojtyla era credibile non perché aveva il carisma dell’attore ma perché era una persona vera. Dopo venticinque anni, i giornalisti che ne parlavano male e lo dipingevano come un retrogrado ammettevano che era uno che ci credeva davvero e perciò era degno di rispetto. La chiesa non comunica parole astratte ma uno stile di vita”

E io che pensavo che la Chiesa dovesse comunicare Cristo Gesù Signore, il Verbo di Dio incarnato, come fa Benedetto XVI!
E che l'obiettivo fosse di predicare in tutto il mondo, a tutte le nazioni, agli umili e ai semplici il Vangelo della Croce e Resurrezione, la conversione e la remissione dei peccati!

Invece scopro che la Chiesa deve proporre ... uno "stile di vita"... come una sorta di agenzia dietetica...

E poi, con tutto rispetto: ma chissenefrega di guadagnare dopo 25 anni il compatimento e il "rispetto" dei giornalisti critici, quando c'è un mondo di anime allo sbando da guadagnare ogni giorno al cielo dall'inferno!

Papa Wojtyla non mirava al plauso dei media.
Ma di certo il suo portavoce, che doveva occuparsi dei media, mostrava di amarlo molto di più e con più zelo e senso di responsabilità di quanto questo algido intellettuale Gesuita non mostri di amare e sevire il Papa che lo ha nominato e del quale è al servizo, ma sulla cui persona sembra scaricare tutta la responsabilità delle difficoltà di comunicazione con i media.

"La frenesia non sembra appartenergli"...
"Non sono della generazione digitale e non sento il fascino delle nuove tecnologie"..

Mai pensato a un prepensionamento?

Raffaella ha detto...

Cara Sam....lodi lodi lodi :-))
R.

sam ha detto...

Lodi, lodi, lodi al Signore del cielo e della terra, che ha nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le ha rivelate ai piccoli. Sì, perché così è piaciuto al Padre nostro.

:-))