mercoledì 17 giugno 2009

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE A PROPOSITO DELLE ORDINAZIONI ANNUNCIATE DALLA FRATERNITÀ SAN PIO X


IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA DEL SANTO PADRE AI VESCOVI CATTOLICI SULLA REMISSIONE DELLA SCOMUNICA AI QUATTRO VESCOVI "LEFEBVRIANI"

BENEDETTO XVI REVOCA LA SCOMUNICA AI VESCOVI LEFEBVRIANI: LO SPECIALE DEL BLOG

COMUNICATO DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE A PROPOSITO DELLE ORDINAZIONI ANNUNCIATE DALLA FRATERNITÀ SAN PIO X, 17.06.2009

In risposta alle frequenti domande giunte in questi giorni a proposito delle ordinazioni sacerdotali della Fraternità San Pio X in programma alla fine di giugno, non vi è che da rinviare a quanto affermato dal Santo Padre nella Sua Lettera ai Vescovi della Chiesa Cattolica dello scorso 10 marzo: "Finché la Fraternità (San Pio X) non ha una posizione canonica nella Chiesa, anche i suoi ministri non esercitano ministeri legittimi nella Chiesa (...) finché le questioni concernenti la dottrina non sono chiarite, la Fraternità non ha alcuno stato canonico nella Chiesa, e i suoi ministri (...) non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa".
Le ordinazioni sono quindi da considerarsi tuttora illegittime.
Nella stessa Lettera, il Papa ha annunciato la Sua intenzione di provvedere a un nuovo status della Commissione "Ecclesia Dei" in collegamento con la Congregazione per la Dottrina della Fede. Vi è ragione di pensare che la definizione di tale nuovo status sia prossima. Ciò costituisce la premessa per l'avvio del dialogo con i responsabili della Fraternità San Pio X in vista dell'auspicato chiarimento delle questioni dottrinali e, conseguentemente, anche disciplinari, che rimangono tuttora aperte.

Bollettino Ufficiale Santa Sede

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21 commenti:

Giovanni ha detto...

Finalmente le note chiarificatrici cominciano ad arrivare per tempo.

Raffaella ha detto...

Per tempo?
Mancano solo dieci giorni alle ordinazioni...
Mi auguro solo che il motu proprio del Papa sia pubblicato al piu' presto senza ulteriori indugi.
R.

Anonimo ha detto...

Finalmente una parola di chiarezza.
Come non era auspicabile il continuo bersaglio di alcuni componenti dell'episcopato tedesco sulla Fraternità,
allo stesso modo bisognava chiarire alla Fraternità che la remissione della scomunica non significa che la Fraternità avesse la verità: essa è trasmessa dalla chiesa che rimane in comunione con il Papa.
La Fraternità deve comprendere che la legittimità delle sue ragioni esiste solo rimanendo congiunti con Pietro.
Auspico che chi finora ha lanciato strali verso la Fraternità comprenda che deve pregare per la Fraternità affinchè il carisma della stessa rientri nell'alveo del cattolicesimo.
Questo ci fa comprendere che essere cattolici viene prima dell'essere conservatori o progressisti, perchè il cattolicesimo contiene sia gli uni che gli altri.
Del resto tutti i cattolici sono tradizionali, perchè è dalla Traditio che ricevono la fede e la preghiera.
Spero che il termine tradizionale sia sganciato dal termine conservatore: spero, altresì, che i progressisti riconoscano la tradizione come loro fonte e non la vedano come un ostacolo.
Preghiamo.
Piero.

enrico ha detto...

beh almeno i vescovi si metteranno in zucca che non ci saranno altre scomuniche.

Anonimo ha detto...

illegittime e non invalide, com'è sempre stato

euge ha detto...

"Finché la Fraternità (San Pio X) non ha una posizione canonica nella Chiesa, anche i suoi ministri non esercitano ministeri legittimi nella Chiesa (...) finché le questioni concernenti la dottrina non sono chiarite, la Fraternità non ha alcuno stato canonico nella Chiesa, e i suoi ministri (...) non esercitano in modo legittimo alcun ministero nella Chiesa".

Queste parole estrapolate della famosa lettera ai vescovi, erano chiare da subito ma, come al solito, il Papa è dovuto tornare sull'argomento sua malgrado.
Ma quando i signori vescovi capitanati dallo squadrone austriaco e tedesco si decideranno una buona volta a leggere ciò che il Papa scrive loro invece di usare le sue lettere come carta per il fuoco?

Anonimo ha detto...

invece i preti concubini sono ordinati lecitamente?
che coerenza cara chiesa!

Anonimo ha detto...

Forse bisognerebbe dire e far capire, spiegare, che ad esempio anche Milingo Ordina Validamente, ma illecitamente

Anonimo ha detto...

Noto un atteggiamento alquanto strano. Non ci si preoccupa dell'illeicità delle ordinazioni.
Forse chi commenta così non sa cosa prevede, cosa è "l'illeicità".

Anonimo ha detto...

Dalla lettera di S. Francesco ad un chierico:
"Tutti coloro, poi, che amministrano così san­ti misteri, considerino tra sé, SOPRATTUTTO CHI LI AMMINISTRA ILLECITAMENTE, quanto siano miserandi i calici, i cor­porali e le tovaglie sulle quali si compie il sacrificio del corpo e del sangue di lui.

Raffaella ha detto...

Il Sacramento non legittimamente celebrato rimane valido anche se il celebrante e' sospeso "a divinis".

Anonimo ha detto...

Anche quelli degli ordinati da Milingo sono "validi".

Raffaella ha detto...

Si', sono validi ma illegittimi.
Nel caso di Milingo tuttavia non vi e' stata remissione di scomunica, il che comunque non riguarda la validita' dei Sacramenti.
R.

Anonimo ha detto...

Potrebbe tra vent'anni esserci la remissione della scomunica.....
mai disperare della infinita Misericordia di Dio...

Raffaella ha detto...

Certamente...ce lo auguriamo tutti.
Se Milingo scrivesse al Papa per chiedergli la remissione della scomunica, sono sicura che il Santo Padre ascolterebbe le sue ragioni.
R.

Scipione ha detto...

Perdonate la mia scarsa conoscenza in merito, però ci terrei a capire con precisione (e razionalità più che passionalità) una volta per tutte quali sono le questioni dottrinali, canoniche ecc. che fanno considerare la Fraternità SPX non completamente in comunione con la Chiesa e quindi rendono illegittimi i suoi ministri (quindi devo supporre anche i suoi seminari ecc.) Mi rivolgo in primis a Raffaella vista la sua equanime competenza e già che ci sono la saluto, ma attendo lumi (imparziali) da chiunque possa darmene. Un saluto.

Raffaella ha detto...

Mamma mia, Scipione, io non sono un'esperta, ma credo di poterti consigliare di leggere e di ponderare ogni parola del testo della lettera del Papa ai vescovi sulla revoca della scomunica.
Li' c'e' tutto anche per quanto riguarda i problemi dottrinali che separano la Fraternità San Pio X dalla piena comunione.
R.

Scipione ha detto...

Hai ragione Raffaella, nella Lettera sono spiegate a sufficienza le ragioni che rendono la FSSPX non in completa comunione con la Chiesa: "Con ciò viene chiarito che i problemi che devono ora essere trattati sono di natura essenzialmente dottrinale e riguardano soprattutto l’accettazione del Concilio Vaticano II e del magistero post-conciliare dei Papi.Non si può congelare l’autorità magisteriale della Chiesa all’anno 1962 – ciò deve essere ben chiaro alla Fraternità".
Interessante però notare come il Papa, dato un colpo al cerchio non del tutto dritto dei Lefebvriani, non manchi di darne uno anche alla botte sfasciata (o sfasciante?)dei loro detrattori: "Ma ad alcuni di coloro che si segnalano come grandi difensori del Concilio deve essere pure richiamato alla memoria che il Vaticano II porta in sé l’intera storia dottrinale della Chiesa. Chi vuole essere obbediente al Concilio, deve accettare la fede professata nel corso dei secoli e non può tagliare le radici di cui l’albero vive".
A voler fare l'avvocato del diavolo (la FSSPX!) mi verrebbe da dire che la loro vera colpa consiste nell'essere stati "sinceri" nella disobbedienza. Insomma la FSSPX non riconosce e non obbedisce (o riconosce e obbedisce solo in parte) ad 1 concilio su 20 e all'integrale magistero di 5 Papi su 265 (?) ..e per questo è stata riconosciuta non in perfetta comunione con la Chiesa (ed è giusto... perchè l'obbedienza deve essere obbedinza! Non vale la giustificazioe dello stesso mons. Lefebvre che in un suo breve opuscolo degli anni '70 disse di aver dovuto diventare disobbediente per obbedienza). Molto più astuti i loro detrattori i quali, non considerando 20 Concili su 21 e l'autorità di 263 Pontefici su 265 (in pratica solo quella dei due "conciliari": Giovanni XXXIII e Paolo VI e solo per le parti che fanno loro comodo) ma non dichiarandolo ufficiamente (sebbene le loro azioni... vedi Austria e non solo... parlino chiaro) possono fregiarsi della.. "perfetta comunione"!
Già... bisogna cominciare a tener presente che anche i Farisei si sono... rinnovati: oggi non fanno più gli zelanti ma gli innovatori, i progressisti...

Anonimo ha detto...

Quale commento dare su ciò che riguarda la FSSPX? Alcuni li additano come disobbedienti all'autorità del Vicario di Cristo, altri ancora come "cattolici" non in comunione con la Chiesa, altri come coloro che rifiutano in toto il Vat.II, altri li considerano come dei pericolosi fanatici e seguaci di una chiesa che non esiste più, altri ancora li detestano semplicemente perchè legati alla Tradizione della Chiesa. Legittime, illegittime le loro ordinazioni, valide ma...fino ad un certo punto, non sono in comunione con la Chiesa (il CIC lo dice, già attenzione a come si parla, prima e sempre il CIC!), quindi la loro messa non è valida..
Rifletto: mi pare che con i giudizi contro la FSSPX abbiamo tutti superato ogni limite. Sono andato a trovarli, ho parlato con loro, ho pregato con loro (cosa che ritengo più importante). Dove sono gli scismatici? Dove sono i "seguaci" di quel cattivone e disobbediente Mons Lefebvre? Dove sono questi "saccenti" conoscitori e propugnatori della Verità? Dove sono questi ribelli lefebvriani fermi al 1962?
Quanta cattiveria si scrive su questi sacerdoti, sui loro seminaristi, sui religiosi/e, monaci e monache che alla Fraternità fanno riferimento. Se la FSSPX muove una sedia..., eccoli tutti addosso!
Quanta a fedeltà al Santo Padre, credetemi, la FSSPX ci dà l'esempio. Loro sì, porporati, vescovi, preti e religiosi no, non sono obbedienti al Papa e a costoro tutta la riverenza, il rispetto, le interviste tv, le promozioni. Già, a quanti minano le fondamenta stesse e la Tradizione della Chiesa evidentemente il CIC non dice nulla: sono la casta degli intoccabili.
Sono passati 8 anni dalla mia Ordinazione, ho visto e sentito di tutto contro la Chiesa, contro il Papa, abusi liturgici, etc etc etc. Tutto rimane com'è, non ci sono comunicati stampa dalla Santa Sede, non ci sono Lettere del Papa inviate ai Vescovi del mondo, non ci sono interventi, non ci saranno, no. E verranno a raccontarci ancora la favoletta che la FSSPX rifiuta il Concilio Vat II. C'è già chi ha preso di mira i nuovi Istituti di diritto pontificio che hanno il V.O. Fango e calunnie anche per loro.
Io celebrare con il V.O.: sì, da solo nella mia cappella, a porte chiuse. Prego per quei bravi ragazzi della FSSPX che verranno ordinati, se verranno ordinati, mortifificati e umiliati anche loro.. Ciao Raffaella, grazie per il tuo servizio prezioso.
don Gianni

Anonimo ha detto...

Ho avuto la fortuna di andare "a dottrina" da piccolo, in un paesino di montagna. Ho avuto la fortuna di servire Messa, da chierichetto, prima del Vaticano II, imparando formule e canti in latino che non avevo bisogno di capire per riconoscerne l'importanza. Quando il rito è cambiato, non mi sono più ritrovato nelle nuove formule, nelle canzonette, nelle personalizzazioni con le quali ogni sacerdote ha cominciato a infarcire la "sua" Messa, facendo a gara per "arricchirla" per renderla più attraente, più al passo con le moderne sensibilità. Morte all'uniformità ed all'immobilismo della Tradizione e viva la Fantasia al potere, quindi! Questo relativismo spinto per cui ogni celebrante si sentiva in dovere di dire la sua distruggendo il rito mi ha sempre infastidito. Insomma, quella Messa non la sentivo mia e l'ho sempre più subita che vissuta. Ma il parroco di quand'ero bambino, anche se parlava il "latinorum" di Don Camillo, era stato chiarissimo con me e chiarissime erano state le formule del Catechismo che mi aveva fatto andare a memoria. Magari i miei figli avessero avuto la stessa fortuna! Certamente a Messa ci verrebbero. Invece... E quando mi trovai in condizione di scegliere obbedii a Roma, a malincuore, invidiando quei coraggiosi di Lefebvre. Ora, dopo tanto tempo, quando sento una sola preghiera in latino mi commuovo, come quando sento un pezzo di musica classica dolce o potente, che parla al cuore. Sarà perchè quella lingua mi ricorda la mia fanciullezza, certo, ma è anche perchè ne percepisco la forza che non schiaccia, la potenza che non annichilisce, la grandezza che ti fa sentire piccolo ma importante al tempo stesso, per la carica identitaria che ne promana. Prego che il Motu Proprio dia i suoi frutti. E che la Fraternità rientri a pieno diritto nella Chiesa di Roma. Con essa al fianco sarà più facile combattere la battaglia per la Verità.
Marco il tarsognino

Scipione ha detto...

Che dire dopo aver letto lo splendido intervento di don Gianni? Ecco un vero (anche latinamente parlando) ... REVERENDO! Grazie!