mercoledì 19 agosto 2009

Affettuosa accoglienza a Sulmona per Monsignor Ratzinger, fratello del Papa (Fuggetta)


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Affettuosa accoglienza a Sulmona per Monsignor Ratzinger, fratello del Papa

Giuseppe Fuggetta

SULMONA Ha soddisfatto un desiderio vivo in lui da sessantacinque anni, quando giovanissimo soldato dell'esercito tedesco passò per Sulmona e nel circondario, in ritirata con i suoi commilitoni, nella primavera del 1944.
Ieri mattina monsignore Georg Ratzinger, fratello maggiore di papa Benedetto XVI, oggi ottantacinquenne, ha rivisto i luoghi conosciuti in quel doloroso periodo di guerra. Con il vescovo Angelo Spina, i presbiteri e i religiosi, una piccola folla si è raccolta intorno all'anziano prelato, arrivato puntuale, alle 11, nel cortile del palazzo vescovile.
«Sono grato a tutti voi di questo benvenuto caloroso e per me commovente», sono state le prime parole pronunciate da monsignor Ratzinger, tradotte dal tedesco da suor Cristina, sua interprete.
«Io sono soltanto un anziano e umile sacerdote - ha precisato Georg Ratzinger - ed è per questo motivo che accolgo la vostra gentile accoglienza come un segno di benevolenza verso mio fratello, il papa, pregando per la sua missione».
Poi ha ricordato quelle ore trascorse nella città di Celestino V e del pontefice Innocenzo VII. «Da quel momento ho sempre nutrito il vivo desiderio di rivedere Sulmona, una città che merita di essere ricordata e visitata - ha proseguito - ed ora sono grato a Dio di avermi concesso di tornare tra voi sulmonesi, un popolo generoso». Parole che hanno colpito il sindaco Fabio Federico, «onorato dalla visita del fratello del Papa, che a distanza di tanto tempo ha conservato il ricordo della nostra città».
Poi il sindaco ha narrato come appena poche settimane fa, ospite in Baviera, sia passato sotto le finestre della casa natale di Papa Ratzinger e del fratello. «Mia figlia, con la spontaneità dei bambini, si è chiesta se il Papa o suo fratello sarebbero mai passati per la nostra città - ha raccontato Federico -. Quell'auspicio ora è diventato realtà... è proprio vero che le vie del Signore sono infinite». Il congedo del prelato dai sulmonesi è stato segnato dalle note dell'Inno alla Gioia, suonato dal complesso bandistico "Città di Introdacqua", un'esecuzione apprezzata dallo stesso Ratzinger, musicista, in passato direttore del coro delle voci bianche della cattedrale di Ratisbona. Più tardi, appoggiandosi sul suo sottile bastone bianco, don Georg è stato accompagnato in visita alla cattedrale di S. Panfilo, fermandosi in preghiera davanti alle reliquie del papa eremita del Morrone e subito dopo sostando davanti all'ex campo di prigionia di Fonte d'Amore, oggi base logistica dell'esercito, simbolo di un'epoca segnata da sofferenze, da sangue e da lutti.
Ed in proposito, poco prima che il fratello del pontefice, tornasse in auto, l'ex sindaco Lando Sciuba, studioso della storia regionale durante l'ultimo conflitto mondiale, ha voluto fargli dono di due suoi volumi, dedicati proprio alle vicende di quel periodo storico, tornato alla mente anche in questa occasione, stavolta propiziata dalla visita di monsignor Ratzinger.

© Copyright Il Tempo, 19 agosto 2009 consultabile online anche qui.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

identica umiltà, identica discrezione, identica delicatezza d'animo.
Di sicuro, la formazione comune, Li ha guidati sempre e i frutti rimangono nel tempo. Come non amare persone simili? L'ideale sarebbe cercare di imitarli...

Antonio ha detto...

Che abisso fra la semplicità evangelica del Papa, di suo fratello e quella vanità mondana dei vari Martini,Tettamanzi e altri vescovoni e monsignori che sgomitano...per apparire!
IMITIAMOLI!