martedì 11 agosto 2009
Angelus, Francesco Botturi: «Libertà senza vincoli, idolatria del nostro tempo» (Mazza)
Vedi anche:
Benedetto XVI: sulla terra si apre l’inferno quando l’umanità dimentica il Signore e si sostituisce a lui (Mazza)
Ru486, Avvenire critica Veronesi: "tesi antiumane" (Izzo)
Il delirio di onnipotenza che chiamano libertà (Sequeri)
Ru485, "Un pianeta di amazzoni con il cervello da uomo": Marina Corradi risponde a Veronesi ed al suo radioso mondo nuovo
La chimica dell’egoismo: Salvatore Cuffaro commenta la "Caritas in veritate" (Liberal)
L'Italia è un Paese fin troppo democratico se persino Adriano Sofri si permette di fare la morale al Papa (ovviamente su Repubblica)
Che cosa non capiscono i filosofi contemporanei della “seconda navigazione” di Papa Ratzinger (Il Foglio)
Angelus del Santo Padre: i commenti dei filosofi Reale e Severino
Negli Stati Uniti i fedeli scoprono di nuovo la confessione (Osservatore Romano)
Card. Bagnasco: Senza morale la società è fragile (Osservatore Romano)
Occorre un 'rewind' della riforma liturgica? (Messainlatino)
Shoah, prof. Possenti: ha ragione il Papa. Auschwitz è contro Dio (Adnkronos)
Mons. Vincenzo Paglia: "Dal Papa parole definitive sull'Olocausto" (Galeazzi)
Benedetto XVI: “I lager nazisti simboli del male” (Galeazzi)
Rapporto Ebrei-Papa: un passo avanti, dieci indietro. Vale ancora la pena di preoccuparsene?
Il Papa: sono ancora vivi i germi del nazismo. Bellissimo ed esauriente commento di Salvatore Izzo
Il Papa: il nichilismo di oggi è pericoloso come il nazismo (Izzo)
Il Papa: "I lager nazisti, come ogni campo di sterminio, possono essere considerati simboli estremi del male, dell’inferno che si apre sulla terra quando l’uomo dimentica Dio e a Lui si sostituisce, usurpandogli il diritto di decidere che cosa è bene e che cosa è male, di dare la vita e la morte" (Angelus)
«Libertà senza vincoli, idolatria del nostro tempo»
Salvatore Mazza
DA ROMA
I lager come «simboli estremi del male».
E poi quell’accostamento, da molti criticato, tra nichilismo e individualismo come elementi di quella realtà «ampia e diffusa », spesso «dai confini sfuggenti», che provano a staccare l’uomo da Dio.
Elementi, secondo Francesco Botturi, docente di filosofia morale all’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano, certamente «non direttamente legati», ma «con una radice comune». Che è di «farla finita » con i «vincoli dell’antropologia cristiana », in nome di un «uomo nuovo» che non vuole limiti, ma appare senza futuro.
Che cosa l’ha colpita nella riflessione del Papa?
Ci ho visto l’individuazione di una delle radici della cultura europea, quel neopaganesimo radicale e aggressivo che in qual- che modo ha un suo progetto – porre un’alternativa radicale alla radice giudaico-cristiana – e che nel nazismo ha trovato indubbiamente il suo paradigma. Anche l’idea del razzismo mi sembra sia stata chiaramente questa, strappare la radice giudaico- cristiana, e il secondo atto sarebbe stato quello dello scontro diretto con le Chiese cristiane.
Molti hanno però criticato l’accostamento che il Papa fa tra questa realtà e l’individualismo.
Certamente l’individualismo radicale non discende dal nazismo. Non ne è una riediezione, né una metamorfosi. Però credo che abbia una radice comune antiumanistica, ed è in tal senso che il Papa si riferisce a un «umanesimo ateo». Per questo io parlerei di un umanesimo anti-umanistico rispetto alla tradizione ebraico cristiana. Diversamente dal nazismo, qui non abbiamo più un movimento, un qualcosa di identificabile, ma piuttosto un atteggiamento culturale che poi si mescola a volte con altre cose. Un atteggiamento però che laddove è preso nella sua essenza, si vede che ha una marcata avversione per l’idea di umanesimo radicata nella tradizione ebraico-cristiana.
Avverso in che cosa?
È avverso proprio all’antropologia cristiana che è un’antropologia della relazione e della generazione. Questo umanesimo, o anti-umanesimo, individualista, ha in sé sostanzialmente questa idea di una libertà non in relazione 'con'. In altre parole, la libertà non è l’esercizio di una prossimità, ma è libertà di un potere che non ha idealmente veti. Queste però non sono le libertà moderne – e qui sta probabilmente l’equivoco distorsivo e ideologico – ma questa è la radice di un libertarismo che un po’ come la zizzania nel campo delle libertà moderne.
Che cosa significa?
È evidente che per la libertà individualistica, così interpretata, si tratta di farla finita con tutti i vincoli dell’umanesimo cristiano. A chiunque abbia gli occhi per guardare, è evidente che su temi come quelli della nascita, della relazione eterosessuale, della famiglia, del confronto dell’uomo con la malattia e la morte, in fondo il giudizio è nettamente questo: facciamola finita con i vincoli dell’antropologia cristiana. Non sono più letti, questi, come componenti integrali dell’esperienza, ma come vincoli esterni. In questo senso c’è effettivamente un radicalismo aggressivo: come gli utilitarismi erano un’ipotesi di uomo nuovo, qui c’è un’ipotesi di uomo nuovo rispetto a quello dell’umanesimo cristiano, che è appunto quello di una libertà che ha conseguito una certa assolutezza individualistica.
© Copyright Avvenire, 11 agosto 2009
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
http://www.bresciaoggi.it/stories/Home/77082_ratzinger_messa_in_piazza_paolo_vi/
=D
Posta un commento