lunedì 21 settembre 2009
Don Giorgio maledice i caduti ma ora Tettamanzi lo scarica (Fazzo). Troppo tardi!
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Don Giorgio maledice i caduti ma ora Tettamanzi lo scarica
di Luca Fazzo
nostro inviato a Rovagnate
L’ultima predica di don Giorgio, quella che colma la misura e costringe la Curia milanese a scaricarlo pubblicamente, risuona ieri mattina in questa piccola chiesa brianzola.
Don Giorgio De Capitani, il prete che sul suo sito web aveva chiamato «mercenari» i caduti di Kabul - e che per questo era stato inutilmente ammonito - non si pente, rilancia, rincara la dose: «Mercenari, farabutti, criminali», definisce i nostri soldati. Una manciata di ore, e gli piomba addosso il comunicato di un cardinale esasperato: Tettamanzi «prendendo le distanze dalle prese di posizioni personali del prete ambrosiano don Giorgio De Capitani, le cui dichiarazioni sono già state oggetto di richiamo solo parzialmente recepito, ribadisce il proprio dolore e vicinanza» alle vittime di Kabul.
Dietro la curialità del linguaggio, è l’annuncio della rottura.
Del resto anche Benedetto XVI, ieri all’Angelus, ha invitato i fedeli a pregare per i soldati morti in Afghanistan mentre «promuovevano la pace e lo sviluppo delle istituzioni».
«Mercenari, farabutti, criminali», così ieri tuona don Giorgio dall’altare. Certo, sarebbe tutto più semplice da raccontare se a questo punto i fedeli si alzassero indignati e abbandonassero la piccola chiesa di pietra di Monte, frazione di Rovagnate. Invece è solo una donna a insorgere, e a lasciare i banchi gridando «Vergogna!» al prete, che la ricambia urlandole «Vattene». O se don Giorgio fosse un prete in maglione e i suoi parrocchiani venissero dai centri sociali.
Invece lui è un omino magro, con la tonaca d’ordinanza, e la sua è una bella chiesa di una volta, con i tanti chierichetti, i banchi pieni come in città non si vedono più, il coro delle pie donne che cantano l’Osanna e l’Alleluia. Nei banchi ci sono le facce perbene e operose della gente dei colli brianzoli. Che ascolta senza scomporsi l’omelia di un prete che si rifiuta di piangere quei morti, perché «fanno il mestiere di uccidere, sono pagati per questo».
Come accada che nessuno - tranne la donna solitaria - si alzi o nemmeno borbotti quando don Giorgio affonda l’invettiva contro i parà, e nemmeno quando divaga sugli operai «che ormai sono cretini e votano Lega e Berlusconi», non è facile da capire. Il gregge sta col suo pastore, apparentemente. E quando don Giorgio annuncia che gli verrà dato il «premio Borsellino», l’intera chiesa lo applaude a lungo, e dalle panche si alzano in piedi per una standing ovation come a teatro. Poi tutti fuori, sul sagrato in ciottoli baciato dal sole, a chiacchierare e a prepararsi al pranzo della domenica.
Questa stranezza non durerà ancora a lungo.
«Ormai non c’è più neanche da commentare - dice Alberto Zangrillo, il dottore che al momento della Comunione gli gridò in faccia “terrorista” -. Io sono un medico ma non uno psichiatra, mentre quell’uomo andrebbe interdetto, siamo di fronte a un poveraccio in preda alle sue misere farneticazioni». E l’eco della predica di ieri arriva in fretta fin giù in città, a Lecco, al vicario episcopale Bruno Molinari.
È il superiore diretto di don Giorgio, è quello che - davanti alle offensive via blog del prete di Rovagnate - lo aveva richiamato all’ordine, invitandolo a un linguaggio più consono alla tonaca, e lo aveva fatto ammonire dagli avvocati della Curia milanese. Con i risultati che si sono visti. «A questo punto - dice don Molinari - è chiaro che gli strumenti della persuasione non bastano più. Non so in che termini e in che tempi, ma in queste ore si sta pensando a come porre fine a tutto ciò. Perché è evidente che siamo al di fuori della normalità della vita pastorale».
Di esserne al di fuori, d’altronde, don Giorgio lo sa perfettamente. Ci sta bene e ne va orgoglioso. «Perché i profeti sono sempre soli», dice nell’omelia dopo le Sacre Scritture. E «il profeta Elia affrontò da solo 450 profeti di Baal, io ho sfidato solo Castelli e Calderoli e loro non si sono presentati. Ma vengano pure in 450, e io non avrò paura di loro». E non finisce qui, perché nel furore predicatorio, un po’ in italiano e un po’ in dialetto, vola ancora più alto e più lontano, e dice che ai nostri giorni è ancora tra noi «l’eresia docetista, che non credeva all’incarnazione del Cristo, come oggi non crede che la fede si incarni nella vita di oggi, nelle sue battaglie di tutti i giorni, e che se un prete parla di ambiente o di pace lo accusa di fare politica». Quando spezza il pane, don Giorgio spiega che «il pane è simbolo di nutrimento dello spirito, mentre la politica della Lega vi riempie solo il tubo digerente». Quanto durerà, ancora, tutto ciò? «Questione di giorni - dice da Lecco don Molinari - e i provvedimenti verranno presi».
© Copyright Il Giornale, 21 settembre 2009 consultabile online anche qui.
Quei preti più estremisti di Marx di Gian Maria De Francesco
Povera Chiesa ambrosiana...mi vergogno profondamente per quanto accaduto! Povera Chiesa ambrosiana cosi' orgogliosa di distinguersi da "quella" romana, capace di reagire solo quando viene tirato in ballo l'arcivescovo in persona.
L'immagine di quel piccolo, Simone, il figlio di uno dei militari caduti, che saluta la bara del padre con il basco dei parà in testa, vale piu' di mille commenti su questa vergognosa vicenda.
La curia milanese batta un colpo una volta per tutte.
Non immaginate quanto sia arrabbiata. Se si fosse intervenuti mesi fa, andando oltre il mediaticamente corretto, non saremmo a questo punto.
R.
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30 commenti:
Forse non e' il luogo..... ma io a don Giorgio vorrei dire cosi':
Io sono della sua parte politica, ma non sono daccordo con lei.
In Afganistan si sta facendo un'operazione di polizia internazionale. Non e' l'America che ha tirato giu' i grattacieli, o uno Yankee che ha sgozzato Nick Berg! L'italia, giustamente, collabora. Bin Laden ha tirato troppo la corta ed ora va arrestato. Questa e' legittima difesa.
Si puo' essere d'accordo o meno con le missioni internazionali.
Si puo' pensare che siano giuste oppure che non servano a nulla.
Il dibattito puo' essere costruttivo, ma e' ingiustificabile che si insultino i soldati o che se ne offenda la memoria.
Mi vergogno profondamente per cio' che questo prete ambrosiano ha affermato.
Mi dispiace moltissimo per le famiglie dei soldati caduti.
Non si meritano di sentire certe oscenita'.
R.
una volta sono capitata per caso nel blog di questo prete e ho provato prima incredulità e poi pena. Non so se è un caso umano perchè non lo conosco personalmente, ma di una cosa sono sicura: secondo la mia scala di valori sembra tutto tranne un prete. Ogni giorno ha un'invettiva contro qualcuno e più ne fa più se ne compiace mentre interessati compagni di strada e di ideologia gli suonano il violino.Non aggiungo altro. La Curia di Milano è giusto che intervenga perchè non si dà di un pastore di anime che passi le giornate maledicendo e offendendo.Negli anni della contestazione dura esistevano preti così che si inserivano però in un contesto culturale largamente omogeneo con quei comportamenti. Ora , questo prete e anche Don Farinella sembrano giapponesi nella giungla ma questo fatto anzichè stimolarli a riflettere li rende vieppiù scatenati perchè si sentono di svolgere una missione per conto di Dio. (come i Blues Brothers, ricordate?) Una pena.
Capisco la tua arrabbiatura Raffaella.
Ora si metterà nel ruolo dell'assediato tipo fort Alamo, è non ci sarà modo di farlo ragionare perchè, leggere il blog per credere, è talmente autocentrato che non ascolta altro che i rovigli della propria mente.
io come "fedele"cattolico chiedo scusa alle famiglie dei soldati caduti,ai soldati stessi morti e a quelli feriti.io vi chiedo scusa per la dabennaggine e le stupidità di questo sacerdote.
voglio ora sottolineare la data di nascita di questo indegno prete,riflettano in curia e nelle sedi opportune sia i vescovi che chi presiede e ha la responsabilità della formazione nei seminari e nei noviziati.non basta scandalizzarsi per i preti che commettono reati vergognosi tanto ricercati dai media,ci sono anche questi che vanno stigmatizzati,con trasparenza chi ha responsabilità nella chiesa faccia chiarezza sulla cause che hanno generato chierici così depravati.è una vergogna.
SIGNOR CARDINALE TETTAMANZI IO PROTESTO.
Io penso che il dovere di un cristiano sia pregare per i defunti (tutti, compreso i mafiosi). Il giudizio spetta a Dio. Ogni altra cosa diventa arbitrio o politica o altro. Certo, anch'io mi sono domandato perche' la "beatificazione" di Mike Bongiorno in Duomo e altri divorziati morti fuori dalla chiesa (mi pare fosse successo).
Quindi li' don Giorgio non avrebbbe tutti i torti....Alcune critiche non sono campate in aria MA DEVE RIMANERE CHIARA UNA COSA:
preghiamo per questi ns fratelli caduti nell'espletamento del loro dovere, e se per altri non e' stato fatto, si e' sbagliato in quel caso non in questo.
Io la vedo cosi'.
I divorziati hanno diritto ai funerali cattolici non essendo esclusi dalla comunita' ecclesiale.
R.
Sono molto critico rispetto alla forma in cui si esprime.
Ma ad esempio su "alcuni" contenuti, tipo questo:
"l’eresia docetista, che non credeva all’incarnazione del Cristo, come oggi non crede che la fede si incarni nella vita di oggi, nelle sue battaglie di tutti i giorni, e che se un prete parla di ambiente o di pace lo accusa di fare politica" mi trovano d'accordo.
Non sono assolutamente d'accordo sull'offesa ai militari.
Possono anche fare da padrino nel battesimo, SE NON SONO RISPOSATI O CONVIVENTI...
ps: la cosa mi interessa in quanto io sono sposato, in comune con una divorziata (abbandonata dal marito ecc. ecc.), ho un figlio con lei, e mi domando se per la chiesa sono in condizione di peccato mortale. E cosa dovrei fare per levarla...visto che non lascio certo mia moglie e mio figlio e lei non va alla sacra rota (ne, a dire la verita' per motivi miei.. vorrei andarci io).
ps: Bongiorno era in questa ultima condizione: divorziato e risposato
Non ho parole....ma non mi meraviglio più di tanto...
Chi ha seguito il breve e sereno dibattito sul Blog di Francesco Colafemmina, si sarà reso conto che tale don Giorgio si contraddice perfino nella dottrina del Battesimo sostenendo, seppur furbamente non lo ha scritto esplicitamente, che esso non è necessario per diventare figli di Dio...
leggete voi:
https://www.blogger.com/comment.g?blogID=7949835961630507324&postID=1620360929763784461&page=1
Maledire qualcuno è già un grave peccato, figuriamoci poi il maledire dei "figli di Dio"...detto da un sacerdote è quanto di più triste e abominevole si possa udire...
Mercenerai?
Insieme a mio figlio di 16 anni, oltre 100 giovani ragazzi e ragazze hanno fatto l'ingresso alla Scuola Militare Nunziatella di Napoli e la Teuliè di Milano...
Questi ragazzi selezionati soprattutto per le serie motivazioni che li hanno spinti a scegliere ciò che nel cuore essi sentono quale proprio ruolo nella società.... saranno educati in quel dimenticato DIO-PATRIA-FAMIGLIA, educati in quei valori che danno alla Società le fondamenta di una sana democrazia...
Genitori che hanno sacrificato i propri figli per lasciarli andare dove suggerisce il loro cuore per un bene più grande devono ora sentirsi dire di essere mercenari e di essere per questo dei maledetti?
Caro don Giorgio, è bello sentenziare con la panza piena...PAGATO DALLA DIOCESI e dai Fedeli che hanno dato i loro figli ALLA PATRIA...pagato da quello Stato che lei definisce mercenario...
Se non ha la vocazione al SACERDOZIO che è agire come il Cristo che non ha mai accusato i soldati romani...abbia almeno il coraggio di dimettersi e di andare a spaccare le pietre in qualche missione...
SI VERGOGNI!
Con filiale affetto per il suo sacerdozio...Caterina, sposa di un militare e madre di un giovane soldato...
mi pare cmq che la "beatificazione" di Mike Bongiorno sia arrivata più dalle istituzioni con la decisione sui funerali di Stato, che non dalla Chiesa...o no?
Una cosa sono i funerali, altra fare i padrini al Battesimo.
I divorziati risposati non sono esclusi dalla Chiesa, ma non possono accedere alla Comunione.
Non ho mai sentito di un rifiuto di celebrazione dei funerali.
Per quanto riguarda Mike Bongiorno, la decisione di celebrare i funerali di Stato e' stata presa dalla istituzioni, non dalla Chiesa ambrosiana.
R.
Che c'azzeccano i caduti di Kabul con la questione divorziati- risposati?
Cumunque, i preti non devono far politica, men che meno dal pulpito.
Alessia
Alberto tu nella tua condizione sei un mio fratello,puoi pregare con me,fare molte cose nella comunità ecclesiale,siamo anzitutto in una ocndizione di comunione e cammino di fede.davanti al crocefisso lui ama più te di me stai certo.io ho amici come te e insieme animiamo tante cose buone per la comunità diocesana e la mia realtà di chiesa territoriale.ciao massimo.
Cara Raffaella, premesso che non ho mai rifiutato le esequie a nessun divorziato, il can. 1184 del Codice di Diritto Can. afferma: «§ 1. Se prima della morte non diedero alcun segno di pentimento, devono essere privati delle esequie ecclesiastiche: 3° gli altri peccatori manifesti, ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli.»
Ammesso e non concesso che oggi non crei scandalo concedere i funerali cattolici a chi vive in peccato, è tuttavia scandaloso che a un peccatore pubblico e notorio, come nel nostro caso, si conceda la cattedrale, così come capitò a Pavarotti. Qui i semplici e anche i preti di campagna si trovano soli e smarriti, non capendo quali principi seguono i vescovi.
e' curioso che ora sia indignato per gli insulti che gli sono piovuti addosso quando è da mesi che lui fa lo stesso dal pulpito.
Può avere tutto il diritto di criticare la cultura dei soldi, del facile guadagno ecc ma dovrebbe ricordarsi che se dalle parole traspare odio non è Cristo che le suggerisce...
Io gli ho scritto due volte dopo di che ho smesso per i toni stizziti che mi sembravano avere le sue risposte; da quello che mi ha scritto mi è sembrata una persona troppo dedita alla cura materiale e poco dedita alla cura spirituale perchè l'Uomo ha bisogno impellente di altre cose.
Da ragazzo giovane devo dire che se ho voglia di trovare gente simile non vado in una Chiesa ma piuttosto in un centro sociale..
Ad alberto suggerirei di andare dal suo parroco e, visto la situazione di alcuni preti, darsi una letta al Catechismo
per anonimo:
ho parlato di divorziati in quanto don giorgio nel suo articolo sui caduti si lamentava anche dei funerali in pompa magna al pluridivorziato Bongiorno.
L'avete sentita l'omelia? IO si. Mi ha fatto piacere. Ma sembrava di sentire l'omelia per la morte di San Giuseppe.
Devo darvi ragione. Un caso mi pare ci sia stato (in toscana?). A un divorziato risposato venne negato il funerale religioso. Pero', per non smentirmi, E' IN QUEL CASO LI' CHE SI E' SBAGLIATO, non nel concederlo agli altri.
ps: comunque bisognerebbe stare attenti, io ho letto l'articolo di don Giorgio, non mi pare maledica i caduti. Sbaglia perche' da' l'impressione di non esercitare la pieta' cristiana, paragonando morti a morti. Quando tutti morti ne hanno dirittto, invece. In quanto al termine mercenario bisogna vedere come lo si usa. Se non in senso dispregiativo ma letterale penso significhi militare pagato. Quindi e' la verita'. Sono dei lavoratori caduti nell'adempimento del loro dovere come tanti altri. Contestare l'intervento militare lo si deve fare con altri argomenti.
La cosa più triste è vedere come il successore di Carlo e Federigo Borromeo perduri nel suo vergognoso silenzio...sempre puntuale e loquace,per Giorgio Capitani fa intervenire uno dei suoi bravi.
Già la combriccola di don Abbondio!
"Una grande donna, altro che i maschioni fascistoidi della Folgore!" Questo Alberto non mi sembra rispettoso
don gianluigi ha detto...
Cara Raffaella, premesso che non ho mai rifiutato le esequie a nessun divorziato, il can. 1184 del Codice di Diritto Can. afferma: «§ 1. Se prima della morte non diedero alcun segno di pentimento, devono essere privati delle esequie ecclesiastiche: 3° gli altri peccatori manifesti, ai quali non è possibile concedere le esequie senza pubblico scandalo dei fedeli.»
Ammesso e non concesso che oggi non crei scandalo concedere i funerali cattolici a chi vive in peccato, è tuttavia scandaloso che a un peccatore pubblico e notorio, come nel nostro caso, si conceda la cattedrale, così come capitò a Pavarotti. Qui i semplici e anche i preti di campagna si trovano soli e smarriti, non capendo quali principi seguono i vescovi.
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Straquoto....questi funerali in Duomo sono stati UNO SCANDALO vero e proprio...ci mancava il cardinale che per fortuna non ha celebrato, e la frittata era completa....si è agito CON IL COMPROMESSO A DISCAPITO DELLA DOTTRINA...
Inoltre perchè i funerali di Stato?
Mike (per quanto bene gli voglio) ha dato la vita per qualcuno? se lo ha fatto non lo ha mai detto...i funerali di Stato si fanno a chi ha dato la vita per il proprio paese, mi pare che Mike abbia, giustamente, curato I SUOI INTERESSI curando UNA PASSIONE per la TV...se abbia fatto del bene buon per lui, a me di ciò che ha fatto NON torna nulla nè in bene nè in male....anzi, ho dovuto spiegare ai miei igli perchè gli hanno fatto dei funerali in Duomo giacchè era divorziato E NEPPURE PENTITO?
ho dovuto dire loro la verità: LA CHIESA E' CONFUSA...
Però il nostro (si fa per dire) evangelico don Giorgio i premi se li prende e, evidentemente orgoglioso, lo annuncia alla fine della Messa, prendendosi pure l'applauso e la standing ovation dei fedeli. ma nel Vangelo non è scritto che ... "hanno già rivenuto la loro ricompensa"? Quanto meno, mi sa di incoerenza.
Non lo dico per giudicare, anch'io non sono il massimo della coerenza, ma come semplice considerazione su ciò che ho letto nell'articolo.
TUTTO IL RISPETTO E LA GRATITUDINE PER CHI E' MORTO IN UN VILE ATTENTATO PER PORTARE PACE E DEMOCRAZIA A CHI NON LI HA. Erano ben pagati... e allora? Tutti siamo pagati per il lavoro che facciamo perchè abbiamo il dovere di mantenere le nostre famiglie, anche quando viviamo il nostro lavoro come una risposta ad una vocazione: questo ci consente di fare il nostro lavoro con amore e con gioia, non di farlo gratis. Maria Pia
Don Giorgio De Capitani, il prete che sul suo sito web aveva chiamato «mercenari» i caduti di Kabul - e che per questo era stato inutilmente ammonito - non si pente, rilancia, rincara la dose: «Mercenari, farabutti, criminali»,
Tettamanzi non serve prendere le distanze! E' ora di prendere provvedimenti seri. Per quanto ancora dovremo subire le esternazioni farneticanti di politicanti mascherati da sacerdoti?
Vergogna!
Tettamanzi sapeva, ha sempre saputo e coperto le maleffate di Don Giorgio.
Da Il velino del 29 luglio:
“..non basterebbe un milione di saponette per pulire (omissis)di quelli della Lega…Succede nel Parlamento italiano dove una corda al collo bisognerebbe metterla alle centinaia di farabutti” questi alcuni stralci di un video. Anche se “omesso il turpiloquio che appare sul sito, sostiene più o meno le stesse cose durante le sue omelie”: lo scrive il senatore Roberto Castelli al cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, in una lettera datata 3 marzo 2009 e diffusa oggi dal politico leghista.
Castelli esprime “sconcerto” per le esternazioni di don Giorgio. “Lungi da me l’intenzione di entrare in affari interni della Chiesa, Le sarei molto grato, per mia cultura personale e miglior comprensione del Suo pensiero, se mi potesse dire qual è la Sua opinione in merito”.
Il Ministro Castelli è il Parlamentare di Lecco e Brianza e in quella veste aveva scritto a Tettamanzi, sollecitato anche dallo scandalo di molti fedeli.
Tettamanzi NON GLI HA MAI RISPOSTO (da marzo), com'è scritto oggi sulla Padania. Don Giorgio ne ha approfittato per moltiplicare insulti e minacce, glorificando al contempo Tettamanzi come suo protettore.
In Curia a Milano sembra che non alberghino le virtù della saggezza e della prudenza, e nemmeno un minimo di buona educazione.
E' ora di ripulire la diocesi di Milano. E' inconcepibile ed inammissibile che i cardinali coprano simili soggetti.
Non voglio neanche pensare cosa potrei provare io se fossi al posto anche di uno dei familiari delle vittime, sentendo simili parole.
Ho dato uno sguardo al sito di questo signore che non posso certo definire sacerdote.
Mi chiedo come si può avere anche un piccolo sentore di un simile problema e tacere.
Da buon osservatore curioso, non posso non notare intorno a me due distinti tipi di anticlericalismo: quello intellettuale, spesso ancorato al mondo radical chic, volto principalmente contro la persona del Papa, che trova sponda in molti sacerdoti dissidenti (con strizzatina d'occhio da parte di qualche movimento cattolico), e quello (ignorato) che sta montando sempre di più tra i fedeli semplici, che nel prete vorrebbero trovare principalmente un buon pastore di anime, indipendentemente dalla loro appartenenza politica e presunti peccati ad essa annessi e connessi.
I primi, sono rappresentati da voci autorevoli e di tendenza che fanno talmente rumore da sovrastare i secondi, che al più possono limitarsi a protestare sui blog.
In tutto questo, dimenticavo i movimenti, che spesso a chi guarda dall'esterno come me, coi loro umori sembrano dettare di volta in volta le regole della Chiesa. Tanto che è forte il dubbio che i vescovi stessi siano creazione ed espressione di un dato movimento di cui poi inevitabilmente sosterranno la linea. Una specie di lottizzazione della Chiesa, insomma, che ai fedeli semplici e sciolti da legami di appartenenza non può far altro che provacare disorientamento e disagio
«Mercenari, farabutti, criminali»: per queste oscenità preghiamo per questo prete indegno e scriviamo alla Curia milanese che lo tolga immediatamente di mezzo. Altro che semplici richiami.
AMDG
LUigi C
oggi i componenti delle forze armate non sono di leva obbligatoria ma sono volontari che scelgono di fare quella professione e come tutti gli altri dipendenti pubblici sono retribuiti. Inoltre chi sceglie (e non tutti ci possono andare, perché anche li ci sono gli accozzati) di andare “volontario” in missioni fuori dall’Italia ha un supplemento di stipendio (giustamente).
Ecco le definizioni del dizionario:
mercenàrio agg., s.m.
1 agg [detto di persona] che presta la sua opera a pagamento
2 agg [detto di cosa] che è fatto per un compenso
2 agg [detto di cosa] che è fatto per un compenso
3 sm soldato di una milizia mercenaria. Che si fa o si presta per mercede
MERCENARIO = dal latino mercenarius. Che si fa o si presta per mercede (paga);
SOLDATO = militare al soldo di un Principe, di uno Stato, che milita a prezzo.
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detto questo: preghiamo per questi nostri fratelli e per le loro famiglie. Preghiamo anche per don Giorgio e per tutti noi. Ogni morto ammazzato e' di troppo se Dio c'e' (e anche se non c'e' secondo me).
QUESTO ALLA FINE RESTA: SANGUE SU SANGUE come diceva De Gregori.
E dico forza ai ns ragazzi in Iraq che stanno lottando (pagati? come molti mestieri pericolosi..tipo pilota ecc.). Vorrei ricordare tutte le vittime della lotta al terrorismo o alla mafia.
I celerini degli anni 70, Falcone e Borsellino e anche questi ragazzi, CHE HANNO FATTO IL LORO DOVERE!, contribuendo alla lotta e caccia di terroristi accecati da una ideologia o religione incompatibile con il rispetto della vita altrui.
Il mercenario è al soldo di una milizia mercenaria vale a dire che cambia padrone in funzione della mercè. Per chi lo paga combatte.
Il soldato fedele alla patria è salariato dallo stato e non è un mercenario!
Io sono estremamente d’accordo sul fatto che un uomo di Dio, che sia l’ultimo dei parroci o il primo dei Cardinali, non devono intervenire assolutamente su questioni di politica perché comprometterebbero inevitabilmente la loro vera ed unica funzione, quella di guida sicura attraverso la fede nella spiritualità. Tuttavia mi viene spontaneo fare una considerazione: se un padre, credendo di fare la volontà della figlia, cerca di ottenere per lei, per vie legali, una morte assistita, non esitiamo a colpirlo anche con critiche ferocissime. Se una bambina interrompe la gravidanza frutto di una violenza non esitiamo a bandirla dalla comunità religiosa, privandola con la scomunica del conforto della fede. Però non sentiremo dal Papa parole neanche di lieve rimprovero nei confronti di coloro che accettano di andare in paese straniero ad armi spianate, ma semmai generiche esortazioni alla pace, vale a dire che nei loro confronti non ci saranno conseguenze dirette. E sono sicuro che non saremmo disposti ad accettare nemmeno critiche meno provocatorie di quelle di Don Giorgio, se fatte nei confronti dei soldati, vale a dire di chi ha scelto la guerra per lavoro. Si tratta, evidentemente, di una grande manifestazione di incoerenza.
Ste
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