martedì 13 ottobre 2009

Nell’Africa insanguinata la caccia alle streghe (Il Secolo XIX)


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Nell’Africa insanguinata la caccia alle streghe

Nel libro delle sofferenze dell’Africa i vescovi cattolici, riuniti nel sinodo in corso in Vaticano, hanno aggiunto ieri - davanti a Papa Benedetto XVI - un nuovo capitolo di orrori: quello del martirio quotidiano delle donne, talvolta considerate streghe e uccise spietatamente, come avviene tuttora in Nigeria, o vittime degli stupri di massa. È questo il caso della Repubblica democratica del Congo, dove, in recenti conflitti etnici, anche i ragazzi sono stati costretti a violentare le loro madri o le loro sorelle.

A denunciare il fenomeno della caccia alle streghe è stato il vescovo nigeriano Augustine Obiora Akbuze. Il presule ha raccontato come ancora oggi molti credano che alcune donne siano dotate di poteri malefici. «Si pensa - ha riferito - che uccidano i loro figli, che bevano sangue umano e portino rovina e malattia ai loro amici e alle loro famiglie». Per questo, vengono portate «nelle foreste e massacrate». Alcune sono «immerse nell’acido o avvelenate». Altre «sepolte vive».

Tutto ciò , ha spiegato il vescovo, avviene in nome di credenze ancestrali, ma anche con la complicità di nuove chiese cristiane. Il presule ha puntato il dito contro gli evangelici di nuova formazione : «Alcune chiese - ha scandito - non aiutano a superare i pregiudizi, in quanto si sono verificati casi di pentecostali (movimento cristiano nato negli Stati Uniti nel XIX secolo) che hanno incatenato e torturato sospette streghe perché confessassero».

Il problema della stregoneria in Africa è talmente diffuso che lo stesso Papa Benedetto XVI , durante il suo viaggio in Camerun e Angola, nello scorso aprile, aveva esortato la Chiesa cattolica a non cercare alcun compromesso con lo spiritismo radicato nelle tradizioni del continente, né con pratiche di magia o di superstizione.

Sugli stupri di massa è intervenuto ieri il vescovo Teophile Kaboy Ruboneka, vescovo di Goma, nella Repubblica Democratica del Congo. «I conflitti e le guerra - ha detto - hanno portato alla “mercificazione” delle donne». In Congo migliaia di donne ono state stuprate, persino dai loro figli. «I ragazzi sono stati costretti a violentare le loro madri, sono stati costretti a diventare carnefici delle loro sorelle». Gli stupri di massa - ha spiegato - sono stati usati «come arma di guerra», e hanno lasciato dietro intere generazioni distrutte alle quali è difficile riuscire a parlare di «riconciliazione».

I colpi di Stato «silenziosi», effettuati da partiti politici ormai inamovibili dal potere, e l’esigenza di un «buon governo» contro la crescente corruzione sono stati, tra gli altri, i temi discussi durante l’undicesima Congregazione generale.

Secondo il cardinale Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban in Sudafrica, per le democrazie africane «il pericolo non è più rappresentato dai vecchi dittatori che si auto-proclamavano «presidenti a vita» ma da «partiti politici» che ne prendono oggi il posto. L’arcivescovo ha parlato espressamente di Botswana, Angola, Zimbabwe e Mozambico. «Naturalmente - ammette - non vi è nulla di sbagliato in questo, se l’elettorato conferisce loro il mandato liberamente». Alcuni «segni» però destano preoccupazione. E ciò avviene quando si «afferma di essere l’unico a sapere ciò che la gente desidera o di cui ha bisognò’; quando «impone politiche che sono palesemente contro la volontà manifesta della gente»; quando il partito «si dichiara pro-poverì ma poi «si arricchisce vergognosamente con tanta ingordigia».

© Copyright Il Secolo XIX, 13 ottobre 2009 consultabile online anche qui.

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