venerdì 6 novembre 2009
Crocifisso, L’amarezza e lo sdegno dei vescovi italiani (Cardinale). Gli Ortodossi russi: alla fine punteranno a togliere le croci dalle chiese
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L’amarezza e lo sdegno dei vescovi italiani
DA R OMA GIANNI CARDINALE
L’ «insensata», come scrive l’Osservatore Romano, sentenza della Corte di Strasburgo contro la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche continua a suscitare amarezza e sdegno nell’episcopato italiano. Sulla scia del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, sono intervenuti ieri altri porporati e presuli della penisola. Per il cardinale vicario di Roma, Agostino Vallini, la sentenza «dimostra di non rispettare la storia, la cultura e l’esperienza religiosa del popolo italiano ». «La libertà religiosa – spiega Vallini – è il diritto di ogni uomo di esprimere liberamente la propria fede, anche in pubblico».
Ecco poi il monito del cardinale Carlo Caffarra: «Togliete pure il crocifisso, togliete pure questo ricordo e l’uomo non potrà che avere un profondo disprezzo di se stesso». «Non è la prima volta – ricorda l’arcivescovo di Bologna – che la Chiesa deve fare i conti con situazioni difficili. Anche se non si è mai trovata ad affrontare una situazione di vuoto così radicale».
Il cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato per il progetto culturale della Cei, interpellato sul tema ha confessato che ci sono laici «che intendono la loro laicità come rifiuto di ogni ruolo pubblico della Chiesa e spesso anche come rifiuto di qualsiasi possibilità dell’esistenza di Dio». «Con queste posizioni – aggiunge – inevitabilmente il dialogo diventa un confronto critico, nel quale il terreno comune è difficile da trovare».
Il crocifisso non è solo un simbolo religioso, ma «uno dei grandi simboli della cultura occidentale » ribadisce il presidente del pontificio Consiglio per la Cultura, l’arcivescovo Gianfranco Ravasi, che ricorda quanto scrisse in proposito la scrittrice Natalia Ginzburg sull’Unità. E lo stesso fa il vescovo di Ivrea Arrigo Miglio, che invita a cogliere questa occasione «per essere più attenti al messaggio che il Crocifisso ci trasmette e per renderci conto, al tempo stesso, della sintesi formidabile di fede cristiana che il segno di croce rappresenta ogni volta che abbiamo il coraggio di tracciarlo su di noi».
Il vescovo di Biella Gabriele Mana, dichiara che non solo «come uomo di fede, ma come cittadino italiano che pensa», si sente «umiliato della deriva laicista» rappresentata dal «pronunciamento » di Strasburgo. «La rimozione imposta del crocifisso dalle aule ferisce tutti – scrive l’arcivescovo di Chieti-Vasto Bruno Forte – nelle radici più profonde della convivenza civile, perché attenta al rispetto della coscienza di tanti e alla libertà religiosa ». Il vescovo di Chioggia, Adriano Tessarollo, osserva: «È proprio vero che l’epurazione di tutti i segni che esprimono convinzioni diverse, che proclamano la pace e l’amore, che certamente non recano offesa ad alcuno» aiuti «la convivenza e la tolleranza?».
Dalla Calabria l’arcivescovo di Rossano- Cariati, Santo Marcianò, riflette: «Eliminare il Crocifisso non significa eliminare solo Dio: significa eliminare l’uomo; eliminare la domanda sul dolore, l’interrogativo sul senso della vita». Lapidario da Vienna il cardinale Christoph Schonborn: «La sentenza della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo è semplicemente inaccettabile».
© Copyright Avvenire, 6 novembre 2009
QUI RUSSIA
Gli ortodossi: è un precedente molto pericoloso alla fine punteranno a togliere le croci dalle chiese
Anche gli ortodossi russi scendono in campo contro la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo - emanazione del Consiglio d’Europa - che martedì si è pronunciata contro la presenza del crocifisso nelle scuole italiane.
«Si tratta di un precedente pericoloso che può portare a una destabilizzazione nell’intera Europa».
Lo ha detto padre Filarete, rappresentante del patriarcato di Mosca presso il Consiglio d’Europa.
«In Europa si potrebbe assistere a una destabilizzazione sociale, e al sorgere di un’ondata di proteste su questioni che in precedenza non erano motivo di tensioni nella società», ha detto Filarete citato ieri dall’agenzia Interfax.
A parere del rappresentante russo-ortodosso a Strasburgo, è stato creato «un precedente estremamente pericoloso. Oggi si chiede di rimuovere il crocifisso dalle scuole nei paesi di cultura cattolica.
Domani si potrà chiedere di rimuovere anche i »segni cristiani« dai simboli statali storici dei paesi europei. E si può pensare benissimo che – ha concluso padre Filarete – sulla base delle stesse motivazioni e utilizzando le medesime argomentazioni, si chiederà di rimuovere le croci da migliaia di chiese europee».
© Copyright Avvenire, 6 novembre 2009
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8 commenti:
Mons. Caffarra batte sempre su questo tasto dolente dell'uomo che si "svuota" e lo apprezzo per questo, parla di cose "spirituali" e non fa semplicemente il "cardinal-burocrate"...come ce ne sono già molti in giro!
Purtroppo sono tristemente d'accordo anche con quanto palesato dagli Ortodossi, anzi, io penso che prima o poi ci chiederanno di levare via proprio le Chiese, alla "Peppone e Don Camillo", ma con un "subdolismo" che fa molta più paura...
Mi consola sapere che dal cuore, Gesu' Crocifisso non ce lo può schiodare nessuno!
Apprezzabili gli interventi di alcuni vescovi e cardinali sull'argomento ma, nulla di speciale hanno fatto solo il loro dovere; comunque, questi interventi sono tutti poco dettati dal fervore di difendere un segno così importante per il Cristianesimo e per l'uomo. Molto più ferma e determinata la presa di posizione degli ortodossi.
Continuo amaramente a constatare la freddezza della cei nel trattare l'argomento; sono veramente nauseata.
Grazie Maria per aver menzionato il Card. Caffarra. Una piccola proposta a Raffaella. Perchè nella parte dedicata ai link dei siti migliori, non inserisci quello dell'arcidiocesi di Bologna? Vi sono inserite tutte le omelie del cardinale che difficilmente dice qualcosa di banale. Visto la pochezza che c'è in giro..... Concordo in toto con Euge sulla maggiore determinazione ortodossa. Avercene......
Ottima idea, grazie :-)
Le solite prese di posizione dei vescovi italiani, politicamente corrette.
Mi sono stufato di tanta superficilità.
Ci sono vescovi, che si sono OPPOSTI alla richiesta dei loro sacerdoti di celebrare con il crocifisso al centro dell'altare.
Questi ipocriti come pensano di voler dare lezioni alla corte Europea se poi ipocritamente dentro la stessa Chiesa, si mostrano contrari a tale propopstaavanzata dai sacerdoti?.
E' vero nelle nuova Messa il centro e' quello spazio racchiuso tra sacerdote e lo sguardo del fedele.
Non e' il tabernacolo, non e' il Crocefisso.
Il centro e' l'Assemblea.
Gli voltiamo le spalle ad ogni Messa in Chiesa, che esempio diamo, e che cosa pretendiamo????
gli ortodossi russi hanno centrato il punto, si pretenderà che le chiese si presentino esternamente laiche. E a proposito di don Camillo, mi sa tanto che chi vorrà tenere un piccolo crocifisso con sé finirà col doverselo fare pieghevole, come quando il nostro eroe era andato, per l'appunto, nella grande madre Russia ai "bei tempi". Si vede proprio che gli ortodossi russi, con l'esperienza che si sono fatti ai tempi del soviet, l'aria di persecuzione la fiutano subito,
Già incontentabile!!!!!!
In effetti, ci indignamo tanto noi fedeli, perchè di reazioni in ambito clericale, ne ho sentite poche e molto molto blande alcune anche totalmente inesistenti e poi ci rifiutiamo in nome di chissà quale principio di questa modernizzazione del cavolo della religione, di rimettere il Crocefisso al centro dell'altare.
E' una vera vergogna!
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