giovedì 5 novembre 2009

Insostituibile il valore della croce (Arditti)


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Su segnalazione di Eufemia leggiamo:

L'Editoriale

Insostituibile il valore della croce

R. Arditti

La Corte Europea vuole togliere il crocifisso dalle nostre aule scolastiche mostrando il volto disumano di quando l'istituzione si fa alta burocrazia fredda e morta.

Quel Crocifisso siamo noi perché quel Cristo morto sulla croce rappresenta l’umana sofferenza che si dona agli altri, rappresenta l’io che si fa noi davanti al dolore della storia. La Corte europea che vuole toglierlo dalle nostre aule scolastiche mostra il volto disumano di quando l’istituzione si fa alta burocrazia fredda e morta.
Qui non è minimamente in questione la libertà religiosa o lo spirito laico che giustamente pervade la nostra vita sociale e politica. Qui è in discussione la nostra capacità di ricordare chi siamo, di capire da dove veniamo, di ragionare su dove andiamo.
La vecchia Europa, con i suoi mille torti, è il continente della cristianità, ma è anche il continente che oggi accoglie a braccia aperte persone di ogni credo religioso e di ogni diversa, atea o laica, impostazione di vita.
La vecchia Europa però ha in quel Crocifisso un essenziale cemento di amore, di storia, di ricchezza e di progresso. Certo, nel segno della Croce molti torti sono stati commessi. Ma questa è la vita, nel suo impetuoso e, a volte, spaventoso incedere.
È certo anche, però, che oggi quel simbolo è sinonimo di pace e di dolore che diventa rinascita, quindi simbolo di futuro. Su questo punto si innesta la battaglia del nostro giornale. Chiediamo a tutti di opporsi a questa schifezza giuridica, che ci allontana furiosamente dall’idea stessa di Europa.
Noi non vogliamo pareti vuote e bianche intorno a noi. Vogliamo i segni di quello che siamo, vogliamo quel Crocifisso che ci ammonisce, ci osserva, ci spinge a fare meglio.

© Copyright Il Tempo, 5 novembre 2009 consultabile online anche qui.

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