sabato 14 novembre 2009
La verità nella vergogna, Roland Emmerich: Nel mio film sulla fine del mondo non distruggo simboli arabi per paura di una fatwa (Cauti)
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EMMERICH, IN "2012" NON DISTRUGGO SIMBOLI ARABI PER PAURA DI UNA FATWA
(di ANDREA CAUTI)
(13 novembre)
"Nel mio film sulla fine del mondo volevo distruggere anche la Kaaba, l'edificio a forma di cubo sacro per i musulmani alla Mecca, ma me l'hanno sconsigliato dicendomi: chi te lo fa fare di beccarti una fatwa (giudizio espresso da un tribunale islamico che puo' comportare anche la condanna a morte, ndr) per un film? E credo che avessero ragione. Cosi' non l'ho fatto".
Lo racconta, in un'intervista esclusiva al sito SciFi Wire il regista Roland Emmerich, autore di "2012", il film sulla fine del mondo da oggi in circa 600 sale italiane e in migliaia sparse in tutto il globo, il 'disaster movie' che si annuncia come l'evento cinematografico di fine anno. Nel film, Emmerich, specializzato in pellicole catastrofiche (in "Independence Day" distrugge l'Empire State Building e la Casa Bianca, in "Godzilla" il centro di Manhattan, in "The day after tomorrow" simboli storici di Los Angeles e New York), distrugge con un'abbondanza di effetti speciali, il Vaticano, il Cristo di Rio de Janeiro, la Casa Bianca e altri simboli dell'umanita'. Nulla che tocchi la sensibilita' islamica, pero'.
"Confesso che lo volevo fare - spiega il regista, confermando l'intenzione di inserire tra i simboli distrutti anche la Kaaba - ma il mio co-sceneggiatore Harald Kloser mi ha detto che non era il caso di ricevere una fatwa sulla testa a causa di un film. E aveva ragione.... Cosi' la pensiamo noi occidentali: i simboli cristiani infatti si possono distruggere, ma se lo fai con quelli arabi ti becchi una fatwa e questo da' un po' il senso del mondo in cui viviamo. In ogni caso non mi sembrava una scena poi cosi' importante e ho evitato di girarla". Roland Emmerich parte da una profezia maya secondo la quale il mondo finira' il 21 dicembre 2012 e racconta la catastrofe ambientale del nostro pianeta dovuta all'instabilita' del clima e alla follia dell'intera umanita' rispetto all'ambiente. Infatti proprio durante un immaginario G8 del 2010 in Spagna, i paesi piu' industrializzati decideranno come cercare di salvare l'umanita' rispetto a un'imminente catastrofe. E decideranno di costruire enormi arche su cui imbarcare le persone. Tra i capi di Stato che decidono di non fuggire ci sono il leader statunitense (mostrato come un eroe, il 'capitano che affonda con la sua nave') e quello italiano, che si riunisce con la famiglia a pregare in Vaticano. Per "2012" si prevedono incassi record in questo week end negli Usa: cinque anni fa, l'esordio di "The day after tomorrow" ha incassato la bellezza di 68,7 milioni di dollari, superando anche i guadagni del primo weekend di "Independece Day", che aveva incassato 50,2 milioni di dollari. Per "2012" si prevedono incassi paragonabili a quelli di "Io sono leggenda" (77,2 milioni di dollari).
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R.
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7 commenti:
beh, è sincero, il signor regista cuor di leone.
che dici lella? Smettiamo di fargli pubblicità??
Comunque, fino a cambiamenti imprevisti, il capo dello stato italiano è il presidente della Repubblica e nel 2012 dovrebbe essere ancora Giorgio Napolitano. Qualcuno spieghi a Emmerich che da non credente, difficilmente si chiuderà in Vaticano a pregare. Non è detto invece che non venga voglia di pregare al "condottiero" americano, visto che ad inizio mandato ha anche giurato sulla Bibbia
Sì forse sarebbe il caso......! Questo signore se ne già fatta troppa di pubblicità con il suo comportamento che non si può qualificare.
A che cosa mira? Ovviamente a fare i soldi..... che faccia. Tanto poi il suo film tanto pubblicizzato finirà come il codice da vinci ed angeli e demoni a meno di € 10,00 in vendita sui banchetti del mercato. Mentre, la Cupola di S. Pietro resterà saldamente al suo posto accogliendo tutti coloro che si sentoni in comunione con Cristo ed il suo Vicario in terra.
Complimenti comunque a questo signore per il suo " coraggio " da milioni di dollari.
Beh, abbiamo dei motivi per non andare a vederlo... Marco
Caro marco come si dice a Roma :
abbiamo una fagottata di buoni motivi per non andarlo a vedere........!
Non me la sento di condannarlo. Se mi dicessero che a recarmi in una certa zona della mia città rischierei seriamente la vita, probabilmente non ci andrei, anche se ovviamente proverei rabbia per questa ingiusta limitazione della mia libertà.
Giusto, ma allora non se la prende solo con i Cristiani perche' non reagiscono.
Non vuole buttare giu' la Mecca? Bene! Lasci stare anche San Pietro.
R.
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