martedì 27 gennaio 2009

Card. Bagnasco: "Sui lefebvriani ingiusti attacchi al Santo Padre" (Galeazzi)


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"Sui lefebvriani ingiusti attacchi al Santo Padre"

Ma il cardinal Bagnasco esprime disappunto per le dichiarazioni del vescovo negazionista

GIACOMO GALEAZZI

CITTA’ DEL VATICANO

In un’Italia «a rischio di un anticlericalismo ottocentesco» nessun diritto a morire, no alla pillola Ru486 («produce enorme danni fisici»), bene il decreto Gelmini ma «le scuole cattoliche sono allo stremo», ingiuste le critiche dei rabbini al Papa per la grazia al vescovo negazionista.
Di fronte all’emergenza della crisi economica, i vescovi italiani chiedono al governo di «fare di più», di introdurre il quoziente familiare e di non fermarsi a provvedimenti come la «social card o il bonus», che peccano di «macchinosità eccessiva» e rischiano di lasciare penalizzate, «ancora una volta», le famiglie numerose. La Chiesa non può surrogare lo Stato di fronte alla crescente povertà: semplicemente non ne ha i mezzi, ha ribadito ieri a Roma il presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco che accusa i mass media di «screditare il Magistero».
Nell’aprire i lavori del Consiglio episcopale permanente, il capo della Chiesa italiana ha esortato la classe dirigente ad un impegno «bipartisan» per porre «finalmente» mano «alle riforme, indispensabili per svecchiare un apparato appesantito e farraginoso» ed ha chiesto ai politici di stemperare il clima di «sospetti continui e polemiche alimentate ad arte». E mentre si fa sempre più rovente la polemica sul perdono papale al vescovo scismatico Williamson che nega l’Olocausto, Bagnasco assicura che l’episcopato italiano si stringe attorno a Benedetto XVI contro ogni «critica ideologica e preconcetta», esprime «apprezzamento» per l’atto di «misericordia» da lui compiuto verso gli scismatici e definisce «ingiuste» le parole pronunciate da alcuni rabbini. Allo stesso tempo esprime «dispiacere» per le «infondate e immotivate» dichiarazioni di Williamson sulla Shoah.
Ma il mondo ebraico protesta. «La Chiesa con Karol Wojtyla ha fatto dei passi avanti per la pacificazione con il mondo ebraico, ora rischia di tornare indietro», lamenta il rabbino Shloma Bekhor.
E il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche (Ucei), Renzo Gattegna reclama «un gesto forte e positivo dalla Chiesa». L’Osservatore romano replica che «con tempismo frettoloso si è addossata a Benedetto XVI la colpa non solo di resa a posizioni anticonciliari, ma perfino, se non la connivenza, almeno l’imprudenza di sostenere tesi negazioniste sulla Shoah. Ipotesi smentite «dall’insieme del suo magistero». Con una correzione dell’ultim’ora: nel testo diffuso alla stampa si parlava di «dispiacere» per le dichiarazioni di Williamson, ma quando Bagnasco ha pronunciato il suo intervento ha sostituito «dispiacere» con «disappunto». Inoltre il capo della Cei, oltre a negare «ogni diritto a morire», perché la Costituzione prevede piuttosto un diritto alla vita», pone anche il problema degli aiuti statali alle scuole cattoliche che sono «allo stremo», spaziando da temi religiosi ed etici a problemi sociali e politici, fino a toccare alcune emergenze internazionali, come la crisi di Gaza, dove Bagnasco tiene a sottolineare la responsabilità di Hamas, oltre che di Israele; la sofferenza dei cristiani in Iraq e in India, la sorte ancora incerta delle due suore rapite in Kenya.
Il leader dell’episcopato traccia un quadro a tinte cupe della crisi economica internazionale che, in tante parti d’Italia, si è già trasformata in «emergenza», con la disoccupazione, il precariato giovanile, l’impossibilità per le famiglie di sostenere gli anziani e di arrivare a fine mese. «Sarebbe un guaio ancora peggiore - ammonisce il porporato - seminare panico e uccidere la speranza». La sfiducia, infatti, «accresce il disorientamento e paralizza la capacità di reagire in modo costruttivo». Dalla crisi «bisogna uscire insieme e non da soli», mentre lo Stato deve «fare per intero la sua parte». A livello centrale, «alcune decisioni destinate ad arrecare sollievo ai meno abbienti sono state adottate», soprattutto «la social card e il bonus familiare». Provvedimenti che «devono arrivare celermente a destinazione, malgrado la «macchinosità eccessiva». E, «sul fronte del bonus, le famiglie con figli a carico rischiano ancora una volta di essere le più penalizzate». Di qui la richiesta del quoziente familiare. La realtà delle famiglie «ha bisogno di ricevere la considerazione che merita, il riconoscimento non solo sociale ma anche politico». La Chiesa «è attivamente impegnata, attraverso la sua rete capillare di parrocchie, a sostenere il crescente numero di poveri e famiglie bisognose».
Ma «non vogliamo e non possiamo surrogare lo Stato e gli enti locali». Inoltre, «la Chiesa non lucra sulla scuola, e per la verità ci rimette solamente; ma lo fa sempre con forte convinzione», ora che la crisi delle vocazioni obbliga gli istituti ad assumere insegnanti laici. Preoccupati per l’imminente via alla pillola abortiva «Ru486» ma anche per l’acutizzarsi di tensioni tra cattolici e laici, i vescovi italiani rinunciano ai toni gridati degli attivisti «pro-life» e invitano a un ragionamento pacato. «L’argomento - rileva Bagnasco - è dei più intimi: le persone, le donne in particolare, lo sentono come proprio». Per questo, spiega, «come vescovi vorremmo appena sottovoce chiedere a quanti hanno responsabilità in questa scelta: siete sicuri di aver fatto gli approfondimenti necessari?».

© Copyright La Stampa, 27 gennaio 2009 consultabile online anche qui.

Leggo:

Ma il mondo ebraico protesta. «La Chiesa con Karol Wojtyla ha fatto dei passi avanti per la pacificazione con il mondo ebraico, ora rischia di tornare indietro», lamenta il rabbino Shloma Bekhor.

E chi era il principale di Giovanni Paolo II? Per favore!
R.

5 commenti:

euge ha detto...

Che strazio !!!!!!!! Sempre il solito nauseante confronto.

Anonimo ha detto...

Ma che fa Padre Lombardi ? Non accetabile di lasciare il Papa solo. Deve reagire! Mi manca il grande Navarro Valls.

Anonimo ha detto...

Raffa, ci sono due articoli in prima del Foglio. Terminano in quarta.
Alessia

Anonimo ha detto...

Ti segnalo anche l'articolo di Accattoli su cronache di Liberal si intitola Il dialogo e la memoria.
http://www.mascellaro.it/web/index.php
Sez. Zaccheo
Alessia

Anonimo ha detto...

Il Papa quando era in Polonia ha fatto un bellissimo e chiarissimo discorso sulla shoah proprio nel campo di concentramento,
gli ebrei che reclamano potrebbero andare a rileggerselo o rivederlo (questo potrebbero metterlo sul sito di youtube del Vaticano o no!)
e poi chiedersi se e' piu' facile che un vescovo possa scalfire o far cambiare idea al Papa ed alla intera chiesa oppure il contrario.