venerdì 9 gennaio 2009
Davanti agli ambasciatori il Papa ribadisce il suo no alla violenza da ogni parte
Vedi anche:
La «ricetta» di Benedetto XVI: «Nuovi leader in Terrasanta» (Tornielli)
iBreviary - il Breviario per il tuo iPhone
Israele-Vaticano, l'ambasciatore Lewy: nessuna tensione, rapporti buoni. "Sopra le righe" le parole di Martino. Non forzare le parole del Papa!
Il Papa al Corpo Diplomatico: Le armi non sono una soluzione. Ogni violenza va sempre condannata (Osservatore Romano)
Vian: La voce del vescovo di Roma. Realistico e concreto il discorso che Benedetto XVI ha rivolto al Corpo diplomatico (Osservatore Romano)
Discorso del Papa al Corpo Diplomatico: il commento di Salvatore Izzo (Agi)
Il cardinale Renato Martino tira una molotov tra i piedi del Papa (Magister)
Benedetto XVI al Corpo Diplomatico: "Auspico che, nel mondo occidentale, non si coltivino pregiudizi o ostilità contro i Cristiani, semplicemente perché, su certe questioni, la loro voce dissente. Da parte loro, i discepoli di Cristo, di fronte a tali prove, non si perdano d’animo: la testimonianza del Vangelo è sempre un "segno di contraddizione" rispetto allo "spirito del mondo"!"
Tettamanzi rompe il silenzio ma non dice quel che pensa (Brambilla)
Anno nuovo, vita vecchia: un cardinale paragona Gaza ad un campo di concentramento e ci va di mezzo tutto il Vaticano!
E finalmente la curia milanese parlò (a modo suo): "A proposito della preghiera islamica in piazza Duomo"
Vangelo di Giovanni, il Papa come don Giussani (Galeazzi)
Card. Martino su Gaza: raccogliamo i frutti dell’egoismo. L’unica speranza è il dialogo (Sussidiario)
Moschea in piazza Duomo: Tettamanzi parla ma tace (Maglie)
INCONGRUENZE NEI DATI STATISTICI DIFFUSI DALLA PREFETTURA DELLA CASA PONTIFICIA SUL NUMERO DI FEDELI...URGE CORREZIONE: LO SPECIALE DEL BLOG
Benedetto XVI: «Nuovi leader per la pace»
Davanti agli ambasciatori il Papa ribadisce il suo no alla violenza da ogni parte
CITTÀ DEL VATICANO
A Gaza «l’opzione militare non è una soluzione» e «la violenza, da qualunque parte essa provenga e qualsiasi forma assuma, va condannata fermamente».
Ricevendo gli ambasciatori di 177 Paesi del mondo il Papa, sulla scia dei suoi accorati appelli degli ultimi giorni, ha ribadito la richiesta del ripristino della «tregua nella striscia di Gaza» e ha chiesto «l’impegno determinante della comunità internazionale» affinché «siano rilanciati i negoziati di pace, rinunciando all’odio, alle provocazioni e all’uso delle armi». Si è inoltre augurato che «in occasione delle scadenze elettorali» nella regione «emergano dirigenti capaci di far avanzare con determinazione» il processo di pace e di «guidare i popoli verso la difficile ma indispensabile riconciliazione».
Il tradizionale incontro con il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede per gli auguri di inizio d’anno, caduto all’indomani delle polemiche suscitate dal cardinale Renato Martino che ha paragonato Gaza a un campo di concentramento, ha dato occasione a Papa Ratzinger per ribadire la sua posizione sul conflitto in Medioriente, con un discorso molto calibrato che esprime tutta la preoccupazione per un conflitto che oltre ad apparire a volte senza via d’uscita, sta quotidiamente provocando «danni e immense sofferenze alle popolazioni civili». Parole apprezzate anche dall’ambasciatore presso la Santa Sede Mordechai Lewy, che con il Papa ha scambiato saluti e sorrisi e che ha poi spiegato all’Ansa che le relazioni bilaterali sono buone, che il card. Martino non rappresenta la posizione vaticana sul conflitto, e che certo non sa cosa sia un campo di concentramento.
L’ampio discorso papale ha preso le mosse dalle sofferenze patite dal mondo nell’anno appena trascorso a causa di «gravi catastrofi naturali» (Vietnam, Birmania, Cina, Filippine, America Centrale e Caraibi, Colombia e Brasile), ma anche dei «sanguinosi conflitti nazionali e regionali» e di «attentati terroristici» (Afghanistan, India, Pakistan e Algeria).
«Nonostante tanti sforzi la pace così desiderata è ancora lontana», ha commentato Benedetto XVI, esortando a «non scoraggiarci» e «raddoppiare i nostri sforzi per la sicurezza e lo sviluppo». Il cuore del testo ha interessato le conseguenze della crisi economica mondiale sui poveri e sulle nuove povertà, con la richiesta di politiche urgenti contro la fame e per un sistema economico che aiuti i «deboli».
© Copyright Corriere Canadese, 9 gennaio 2009 consultabile online anche qui.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento