mercoledì 2 settembre 2009
Il Papa: Dio persegue le colpe ma protegge i peccatori (Izzo)
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Riceviamo e con grande piacere e gratitudine pubblichiamo:
PAPA: DIO PERSEGUE COLPE MA PROTEGGE PECCATORI
(AGI) - CdV, 2 set.
Salvatore Izzo
''Dio persegue le colpe ma protegge i peccatori''. Questa frase di Sant'Oddone e' stata ricordata oggi dal Papa nella catechesi all'Udienza Generale, dedicata all'insegnamento del grande benedettino, seguace di San Martino e che fu il secondo abate di Cluny. ''La misericordia divina - ha ricordato Benedetto XVI, sempre citando il santo francese - e' sempre disponibile, essa aspetta la nostra decisione: amante degli uomini, infatti, Gesu' prese su di se' i flagelli che sarebbero stati destinati a noi''. Di questo ''vigoroso ma amabile abate medievale'', il Pontefice teologo ha ricordato la profonda pieta' mariana, si rivolgeva alla Vergine come ''Madre di misericordia, unica speranza del mondo, grazie alla quale ci sono state aperte le porte del paradiso'' e la sua profonda fede nella presenza reale di Cristo nell'Eucaristia, sacramento che lamentava fosse spesso ''negligentemente celebrato da sacerdoti indegni che macchiano il pane, cioe' Cristo''.
Di fronte alla ''vastita' dei vizi'' diffusi nella societa', il ''rimedio'' da proporre ''con decisione'' e' quello di ''un radicale cambiamento di vita, fondato sull'umilta', l'austerita', il distacco dalle cose effimere e l'adesione a quelle eterne'', ha scandito Papa Ratzinger attualizzando la figura di sant'Oddone nell'incontro settimanale con i fedeli che torna a tenersi nell'Aula Nervi dopo la pausa estiva. Tornando in Vaticano per l'occasione, il Papa che rientrera' poi a fine mattinata a Castelgandolfo, ha ripreso oggi la presentazione ''dei grandi scrittori della Chiesa di Oriente e di Occidente del tempo medievale'', e ovviamente lo schema da lui seguito e' stato preparato da tempo.
E tuttavia sembra molto attuale la figura di questo santo monaco che fu ''una vera guida spirituale sia per i monaci che per i fedeli del suo tempo''.
Egli, infatti, ''nonostante il realismo della sua diagnosi, non indulgeva al pessimismo ma con azione incisiva alimentava nei monaci, come anche nei fedeli laici del suo tempo, il proposito di progredire con passo solerte sulla via della perfezione cristiana''. Con il suo insegnamento, ha rilevato Benedetto XVI, Oddone ''pote' esercitare un vasto influsso sui monasteri del continente'', in particolare tramite ''il sorprendente diffondersi in Europa della vita e della spiritualita' ispirate alla Regola di San Benedetto''. In proposito, il Papa ha ricordato anche la descrizione che Oddone aveva fatto di ''Maria di Magdala che seduta ai piedi del Signore che con spirito attento ascoltava la parola del Signore'', che il santo indicava come un ideale per la vita monsatica che deve guardae al mondo come a ''una realta' fragile e precaria, segnata dalla presenza del male nelle varie categorie di uomini''.
''La concordia tra i re e i principi, l'osservanza dei comandamenti, l'attenzione ai poveri, l'emendamento dei giovani, il rispetto per i vecchi'': queste, ha elencato ancora il Pontefice oltre alla ''virtu' della pazienza'', le ''grandi aspirazioni'' di Oddone, grazie al quale nel ''moltiplicarsi di chiostri'', Cluny ''fu tra i piu' illustri e celebrati per l’intensa dedizione all'ascesi, allo studio e al culto divino, avvolto di decoro e di bellezza''.
''Della guida e della riforma di sant’Oddone, ha ricordato Benedetto XVI, si giovarono anche in Italia diversi cenobi', tra i quali quelli di san Paolo fuori le mura. Oddone - tra l'altro - visito' ''piu' di una volta'' Roma, raggiungendo anche Subiaco, Montecassino e Salerno. Fu proprio a Roma che, nell'estate del 942, cadde malato e volle tornare presso il suo monastero, dove mori' nell'ottavario di San Martino.
''E vogliamo sperare che la sua bonta', la gioia che viene dalla forza della fede per mezzo dell'austerita' del no ai vizi del mondo - ha concluso a braccio Benedetto XVI al termine della catechesi – tocchi anche il nostro cuore''.
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1 commento:
Questo è il messaggio che dobbiamo tenere a mente. Nella lettera di San Giacomo si legge "confessate i vostri peccati gli uni gli altri, fratelli, e pregate gli uni per gli altri per essere guariti". Chi non ha bidogno di esere perdonto? Grazie Santo Padre!
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