domenica 4 ottobre 2009

All'Angelus la solidarietà del Papa per le vittime dei disastri naturali in Asia, nel Pacifico e nel messinese. Appello alla pace per la Guinea (R.V.)


Vedi anche:

Sinodo africano, il Papa ricorda l'impegno di Wojtyla per il Continente (Izzo)

Guinea, il Papa: dialogo per equa e giusta soluzione (Izzo)

Benedetto XVI apre in San Pietro il secondo Sinodo dei vescovi per l'Africa, "polmone spirituale" di un mondo in crisi di speranza (Radio Vaticana)

Il sindaco di Messina ringrazia il Papa per la sua preghiera (Apcom)

Dal Papa un pensiero a Messina ed un appello per Asia e Samoa (Izzo)

Il Papa sui compiti del Sinodo: "Si ascoltano relazioni ed interventi in aula, ci si confronta nei gruppi, ma tutti sappiamo bene che i protagonisti non siamo noi: è il Signore, il suo Santo Spirito, che guida la Chiesa. La cosa più importante, per tutti, è ascoltare: ascoltarsi gli uni gli altri e, tutti quanti, ascoltare ciò che il Signore vuole dirci" (Angelus)

Il Papa: I tesori spirituali dell’Africa, intaccati dal materialismo e dal fondamentalismo (AsiaNews)

Sinodo, il Papa: famiglia e bambini, ricchezze da tutelare (Izzo)

Sinodo, il Papa: in Africa rischi neocolonialismo e fondamentalismo (Izzo)

Il Papa: Bambini non siano oggetto di pietismo o strumentalizzazione (Apcom)

Il Papa: Africa minacciata da 'virus' materialista e fondamentalista (Apcom)

Il Papa apre il Sinodo per l'Africa: "L'Africa rappresenta un immenso "polmone" spirituale, per un’umanità che appare in crisi di fede e di speranza. Ma anche questo "polmone" può ammalarsi. E al momento almeno due pericolose patologie lo stanno intaccando: anzitutto, una malattia già diffusa nel mondo occidentale, cioè il materialismo pratico, combinato con il pensiero relativista e nichilista...va segnalato un secondo "virus" che potrebbe colpire anche l’Africa, cioè il fondamentalismo religioso, mischiato con interessi politici ed economici..." (Omelia)

Card. Bagnasco: è dovere della Chiesa partecipare al dibattito pubblico (Izzo)

Il Papa apre Sinodo su Africa con messa in San Pietro

Il Papa torna da Castel Gandolfo e apre il Sinodo per l'Africa (Osservatore Romano)

Brutto segnale da parte di raiuno: si è deciso di non mandare in onda la diretta della Messa di apertura del Sinodo sull'Africa

Meglio tardi che mai! Avvenire: Papa spesso al centro di campagne faziose

Buon onomastico a tutte le "Francesche" ed a tutti i "Franceschi" del blog :-))

IL MISTERO DELL'INTERVISTA DEL CARD. CASTRILLON RIPROPOSTA DA ZENIT (Colafemmina)

L’allarme di Bagnasco: «Media anticlericali» (Il Giornale)

Bagnasco: sul Papa letture parziali e distorte (Izzo)

A colloquio con l'arcivescovo Sarah, segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli: Sacerdoti santi per evangelizzare l'Africa

Continuiamo a pregare per Caterina Socci. Un altro canto di Caterina, un altro presagio

I Media e il Papa: un anno difficile (il testo dell'intervento del card. Angelo Bagnasco)

All'Ambasciata di Francia presso la Santa Sede un dibattito su fede e scienza (Osservatore Romano)

L'Angola guarda al Sinodo come grande opportunità (Osservatore Romano)

Sinodo Africano: domenica il Papa apre i lavori con 244 vescovi (Izzo)

Santa Messa per l'apertura del Sinodo: libretto della celebrazione e notificazione

La vera intervista del Cardinale Castrillón sul caso Williamson (Zenit). La stampa tedesca ha modificato alcune risposte

Wtprs: il viaggio del Papa nella Repubblica Ceca è andato benissimo ed i giornalisti si ritrovano a corto di argomenti :-)

SINODO PER L'AFRICA (4-25 OTTOBRE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

All'Angelus la solidarietà del Papa per le vittime dei disastri naturali in Asia, nel Pacifico e nel messinese. Appello alla pace per la Guinea

L’apertura dei lavori sinodali nella Basilica vaticana ha occupato anche il pensiero rivolto da Benedetto XVI alle molte migliaia di persone radunatesi a mezzogiorno in Piazza San Pietro per la preghiera dell’Angelus. Ma a commuovere la folla sono state soprattutto le parole di cordoglio del Papa per le vittime e gli scampati ai numerosi disastri naturali, che a più riprese nei giorni scorsi hanno colpito vaste zone dell’Asia, oltre alla tragedia consumatasi in Sicilia nell’area di Messina. Parole concluse da un appello alla distensione in Guinea, teatro di sanguinosi scontri interni. Il servizio di Alessandro De Carolis:

I confini geografici si dissolvono davanti ai volti in lacrime di chi è appena scampato a immani castatrofi come quelle che nelle ultime settimane hanno disseminato di lutti e di distruzione interi quadranti del pianeta, a cadenza drammaticamente serrata come quasi mai avvenuto nella storia. Ed è dunque con un unico, addolorato abbraccio di solidarietà e preghiera che Benedetto XVI ha dedicato le parole successive alla recita dell’Angelus alle vittime che dal Pacifico al sudest asiatico alla zona siciliana di Messina hanno perso la vita in “violente calamità naturali”:

“Lo tsunami nelle Isole Samoa e Tonga; il tifone nelle Filippine, che successivamente ha riguardato anche Vietnam, Laos e Cambogia; il devastante terremoto in Indonesia. Queste catastrofi hanno causato gravi perdite in vite umane, numerosi dispersi e senzatetto e ingenti danni materiali. Penso, inoltre, a quanti soffrono a causa delle inondazioni in Sicilia, specialmente nella zona di Messina. Invito tutti ad unirsi a me nella preghiera per le vittime e i loro cari. Sono spiritualmente vicino agli sfollati e a tutte le persone provate, implorando da Dio sollievo nella loro pena. Faccio appello perché non manchi a questi fratelli e sorelle la nostra solidarietà e il sostegno della Comunità internazionale”.

In precedenza, Benedetto XVI aveva spiegato alle persone in Piazza S. Pietro l’importanza della cerimonia conclusa poco prima nella Basilica vaticana. Il Sinodo, ha detto, “costituisce sempre un’intensa esperienza ecclesiale” e quello appena inaugurato dei vescovi dell’Africa è importante perché, ha sottolineato, riguarda un continente di quasi un miliardo di persone, di “straordinaria ricchezza umana”, che registra il più alto tasso di natalità al mondo mentre resta purtroppo segnato da povertà e “pesanti ingiustizie”. Ma il Pontefice ha voluto anche spiegare alla gente in cosa differisca una riunione sinodale da qualsiasi altro tipo di convocazione:

“E’ importante sottolineare che non si tratta di un convegno di studio, né di un’assemblea programmatica. Si ascoltano relazioni ed interventi in aula, ci si confronta nei gruppi, ma tutti sappiamo bene che i protagonisti non siamo noi: è il Signore, il Suo Santo Spirito, che guida la Chiesa. La cosa più importante, per tutti, è ascoltare: ascoltarsi gli uni con gli altri e, tutti quanti, ascoltare ciò che il Signore vuole dirci. Per questo, il Sinodo si svolge in un clima di fede e di preghiera, in religiosa obbedienza alla Parola di Dio”.

E dell’Africa, dopo la preghiera mariana, Benedetto XVI ha pure ricordato i conflitti che, attualmente, ha constatato, “mettono a rischio la pace e la sicurezza” dei popoli del continente:

“In questi giorni ho seguito con apprensione i gravi episodi di violenza che hanno scosso la popolazione della Guinea. Esprimo le mie condoglianze alle famiglie delle vittime, invito le parti al dialogo, alla riconciliazione e sono certo che non si risparmieranno gli sforzi per raggiungere un'equa e giusta soluzione”.

Sabato pomeriggio prossimo, assieme ai Padri sinodali il Papa guiderà nell’Aula Paolo VI una speciale recita del Rosario “con l’Africa e per l’Africa”, animata dai giovani universitari di Roma. Si uniranno alla preghiera, in collegamento via satellite, gli studenti di alcuni Paesi africani, che il Pontefice ha esortato a partecipare numerosi, per affidare a Maria Sede della Sapienza, ha detto, “il cammino della Chiesa e della società nel continente africano”. Infine, Benedetto XVI ha rivolto saluti particolari a vari gruppi, tra quali quello degli Oblati benedettini riuniti in congresso mondiale, ai giovani partecipanti alla missione “Gesù al Centro”, organizzata in questi giorni a Roma dal Servizio diocesano di pastorale giovanile, e ai motociclisti impegnati in favore della sicurezza stradale.

Nel Pacifico, intanto, le vittime del sisma che ha colpito l'isola indonesiana di Sumatra, ricordate dal Papa, potrebbero essere più di un migliaio. Fra le macerie si cercano i sopravvissuti. Il servizio è di Valentina Fizzotti:

In Indonesia, si scava a mani nude per cercare i superstiti del terremoto di magnitudo 7.6 che quattro giorni fa ha colpito l’isola di Sumatra, cui giovedì è seguita una seconda una scossa. Le escavatrici non riescono a raggiungere i centri abitati, sprofondati di trenta metri sotto una gigantesca frana di pietre, terra e alberi, che ha spazzato via quattro interi villaggi. In uno di essi, più di trecento persone stavano festeggiando un matrimonio e sono state sepolte vive. Se dovesse essere confermato l’ultimo bilancio, il numero dei morti salirebbe a più di 1.300, cui vanno aggiunte le 3.000 persone che ancora risultano disperse. Nel frattempo, le speranze di trovare ancora qualcuno in vita cominciano a vacillare: dopo quattro giorni, ha detto il vicepresidente indonesiano Kalla, “aspettiamo soltanto i funerali”. Oggi, all’aeroporto di Padang, epicentro delle scosse, sono arrivati aerei stranieri con a bordo cibo, tende e medicinali, ma soprattutto medici, infermieri ed esperti in operazioni di salvataggio. Ma per percorrere una strada lunga 25 chilometri ora ci vogliono dieci ore. Questa mattina nella Papua occidentale, a 3.500 chilometri da Sumatra, si è registrato un sisma di 7.6 gradi della scala Richter ma per il momento non ci sono notizie di morti o feriti.

© Copyright Radio Vaticana

Nessun commento: