martedì 6 ottobre 2009

Meditazione del Papa sul Primato di Dio: il commento di Alberto Bobbio


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SINODO PER L'AFRICA (4-25 OTTOBRE 2009): LO SPECIALE DEL BLOG

«In futuro l'elezione di un Papa nero? Non è impossibile»

nostro servizio

Alberto Bobbio

Città del Vaticano
Il Papa apre il Sinodo speciale dei vescovi sull'Africa con una meditazione sul primato di Dio e sull'amore indispensabile, spiega, «per capire la radice delle ingiustizie e della corruzione» e il punto dove nascono «i vizi che distruggono la rete sociale e la pace nel mondo».
Non parla solo ai vescovi africani Benedetto XVI, quando dice che «Dio si dona a noi a gratis» e quando spiega che le cose più grandi della vita, cioè «Dio, amore e verità sono gratuite» e poi quando aggiunge che la «carità è universale» per cui occorre aprire realmente i confini «tra tribù, etnie e religioni all'universalità dell'amore di Dio». È una bella lezione che si inserisce nel solco di un pontificato segnato dalla narrazione dell'amore e della carità. Ha aperto una riflessione dedicata in particolare all'Africa, ma che deve coinvolgere tutti i cattolici. Perché i guai dell'Africa sono di tutto il mondo e di tutta la Chiesa. È un concetto che ha espresso subito il cardinale ghanese Appiah Turkson nella relazione introduttiva, quando ha denunciato che «molti giovani cattolici africani che vanno all'estero in Europa e in America, tornano non più cattolici, perché nelle Chiese di quei Paesi non si sono trovati a loro agio».
Il cardinale Turkson non ha eluso nessuno dei problemi ecclesiali, ma anche economici e politici del continente. Poi si è presentato ai giornalisti e con un largo sorriso, rispondendo a una domanda sull'elezione di Obama di cui è «contentissimo» non ha escluso la possibilità in futuro di un'elezione di un Papa nero: «Perché no? Non credo sia una cosa impossibile». Il cardinale ha risposto a molte domande. Sulla liturgia ha detto che occorre «il culto più africano che possiamo fare», sul celibato ha ammesso che «molti sacerdoti lo vivono con difficoltà», per cui «dobbiamo mantenere ben salda la guida, spiegando loro che la testimonianza della fede si rende anche con il celibato» e ha lamentato un certo ritardo nell'arrivo in Africa dell'ultima enciclica di Benedetto XVI.
Poi ha risposto a una domanda sulla prevenzione nella lotta all'Aids, sottolineando tre parole chiave: «astinenza, fedeltà e sesso sicuro». Ha detto che il «preservativo è importante, ma bisogna insieme rilanciare la fedeltà nell'ambito della coppia, che va di pari passo con l'uso del preservativo». Poi ha spiegato che vi sono «preservativi che danno una falsa sicurezza a causa della loro qualità e che fanno aumentare il contagio» e che bisogna aiutare i contagiati anche «dal punto di vista psicologico» per renderli consapevoli ad astenersi dai rapporti sessuali: «Certo io raccomanderei l'utilizzo del preservativo, ma anche questo è rischioso poiché in giro ce ne sono di non buona qualità. In ogni caso auspichiamo come fondamentale l'aspetto della fedeltà nella coppia».
Il ragionamento del cardinale invita a una seria riflessione sulla sessualità, come aveva fatto il Papa la scorsa primavera, quando aveva spiegato che la prevenzione deve rendere le persone più responsabili e coscienti del valore della sessualità. La Chiesa in Africa ha sempre sostenuto che le campagne di prevenzione, che si limitano alla distribuzione di profilattici, non educano alla stabilità dei rapporti. Invece insistere sulla fedeltà e la stabilità della coppia, significa anche educare a un uso responsabile del preservativo, se uno dei due coniugi o entrambi sono sieropositivi. Nella sua relazione il cardinale Turkson ha denunciato «l'avventurismo politico» spesso legato «al traffico di armi e droga» in Africa, il saccheggio dell'ambiente e la rovina del clima, che comportano danni per le popolazioni come la «nube di smog che copre praticamente la maggior parte dell'Africa orientale», ma anche, con una punta di autocritica, la «sindrome da dipendenza degli aiuti» che affligge molti Paesi africani. Ha citato la Cina, affamata di materie prime e di energia, come nuovo colonizzatore dell'Africa, spesso in accordo con governi corrotti e non rispettosi dei diritti umani. Infine ha annunciato il totale «sostegno della Chiesa cattolica alla Corte internazionale di giustizia» dell'Aja.

© Copyright Eco di Bergamo, 6 ottobre 2009

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