mercoledì 14 ottobre 2009
Salvatore Izzo: Non nascondiamo la poca credibilità dei giornalisti (PiuVoce.Net)
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Riceviamo e con grandissimo piacere e profonda gratitudine pubblichiamo:
NON NASCONDIAMO LA POCA CREDIBILITA' DEI GIORNALISTI
SALVATORE IZZO
Si e' parlato molto in questi giorni di liberta' di stampa e dei rischi ai quali essa sarebbe sottoposta nel nostro Paese. Il sindacato dei giornalisti e' anche sceso in piazza per questo.
Ma accanto alle classifiche nelle quali l'Italia sfigura, nessuno ha pensato di riportare anche i dati riguardanti la scarsa credibilita' di cui gode la nostra categoria: un'indagine dell'Istituto Astra Ricerche (commissionata dall'Ordine dei Giornalisti della Lombardia) testimonia ad esempio che quasi due terzi (precisamente il 68%) tra i lettori ci considera dei bugiardi.
Ci vengono infatti mossi rilievi riguardanti l'approssimazione, l'esagerazione, la mancanza di autonomia e indipendenza (52%), la partigianeria con cui vengono riportate le notizie, il narcisismo (30%) e l'autoreferenzialità.
In particolare ci viene rimproverata la tendenza a “gonfiare” le notizie (59%) e spaventa il nostro presunto essere al servizio di interessi specifici (52%).
Si tratta di una percezione diffusa, che trova conferma nelle conversazioni che ciascuno di noi puo' avere con i suoi vicini di casa o di scompartimento in treno, in genere delusi da come e' stato raccontato qualcosa a cui hanno assistito o che per qualche ragione li riguardava da vicino.
Ed e' questo il problema: troppi giornalisti non si accontentano di raccontare i fatti, preferiscono utilizzarli, piegandoli alla tesi da dimostrare.
In proposito, lo scorso luglio avevo elencato su Avvenire una serie di ''interessati fraintendimenti'' nei quali sono incorsi negli ultimi tempi i media occupandosi di Benedetto XVI, dai lanci d'agenzia sulla lectio magistralis di Ratisbona, che non inquadravano la citazione di Manuele Paleologo sulla pericolosita' dell'Islam nel contesto del ragionamento del Pontefice, alla sua risposta sull'inefficacia dei preservativi, tagliata ad arte da alcune agenzie per farlo apparire oscurantista.
Da allora la lista gia' corposa di questi errori non casuali si e' allungata con l'invenzione di un messaggio del Papa ai farmacisti cattolici, che non e' mai esistito, e l'aggiunta di un riferimento ai politici, che non c'era, nel monito sulla coerenza dei cattolici lanciato dal Pontefice a Praga.
Mentre, al contrario, l'omissione dell'aggettivo che contestualizzava nella crisi economica la invocata ricerca di nuove soluzioni ha trasformato su qualche organo di stampa il segretario della Cei, mons. Mariano Crociata, in un leader politico. Tutti episodi che espongono la Chiesa a polemiche e attacchi che certamente non aiutano un dialogo fruttuoso con le altre istanze della societa'.
Cosi' come sono fuorvianti - a mio parere - le letture che i due settimanali d'opinione piu' diffusi in Italia, Panorama e l'Espresso, hanno offerto nei giorni scorsi riguardo ai rapporti tra la Santa Sede e l'Episcopato Italiano, calcando la mano su una contrapposizione che in quei termini non esiste e descrivendo faide e fazioni che non hanno riscontri: un portato dei veleni del caso Boffo, basato su lettere anonime e claunnie. Questo solo nel settore dell'informazione religiosa. Ma se allarghiamo lo sguardo a temi diversi ci accorgiamo che ancha altrove non mancano forzature e disattenzioni. Cosi' sulla Stampa di martedi' scorso la RU 486 e' diventata l'apripista di nuovi prodotti per l'aborto fai da te, il cui uso e' pubblicizzato da un medico sulle colonne del quotidiano torinese nonostante quanto stabilito dalla legge 194.
Per non parlare delle recensioni al libro di Beppino Englaro sulle ultime ore di Eluana, alle quali il padre, peraltro, non ha assistito. Ma questo lo ricordano (e lo scrivono) in pochi.
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5 commenti:
da incidere nel marmo.
Izzo scrive verità sacrosante. Però, più che dai sondaggi, che come sappiamo sono facilmente manipolabili e strumentalizzabili, secondo me il vero polso della situazione è dato dal calo vendite dei giornali, dai commenti che si leggono sulla rete e dai discorsi che si possono ascoltare sui mezzi e luoghi pubblici. C'è molta, moltissima gente arrabbiata, delusa e disgustata, oggi e tanti, troppi, cattivi maestri.
Alessia
Gentile Raffaella,
Innanzitutto complimenti per la tempestività con cui Lei e i Suoi collaboratori inserite le notizie. Colgo l'occasione per commentare un articolo, in particolare:
"Noi cattolici tradizionalisti non abbiamo mai nascosto la poca credibilità di certa stampa, come denunciato da Salvatore Izzo, nell'articolo da Voi riportato. Oltre alla faziosità, la politicizzazione e la strumentalizzazione delle notizie, che hanno visto, probabilmente l'apice con l'esempio eclatante di Gennaio 2009, che ha coinvolto, da un lato Mons. Williamson e dall'altro, il nostro direttore spirituale don Floriano Abrahamowicz, noi vorremmo aggiungere un particolare: certo giornalismo, piuttosto che parlar male o bene di qualcuno, ritenuto scomodo o controcorrente o politicamente scorretto, preferisce tacere, censurare, nascondere. Il paradosso è che su certi giornali si trovino notizie del tipo: "anziano cade dal trattore durante la vendemmia" (naturalmente non abbiamo nulla contro l'anziano agricoltore e ci dispiace se un lavoratore si fa male durante l'esercizio delle sue funzioni...) ma vengano omesse importanti commemorazioni storiche, dal significato attuale (Lepanto, ad esempio) o comunicati e iniziative contro la blasfemia e a favore della dignità del co-patrono della propria città (San Pietro Martire da Verona). E' per questi motivi che i cattolici tradizionalisti veronesi hanno scritto all'Ordine dei Giornalisti, sia a Venezia che a Roma, chiedendo di essere anche sentiti personalmente, per amore di verità e correttezza dell'informazione. Ad oggi, nessuna risposta...
Grazie per l'attenzione.
Matteo C.
Sempre grande Siz.
Un saluto a tutti e un abbraccio a Raffaella.
F.
Ricambio, caro Gonzalo :-)
R.
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