sabato 3 ottobre 2009

Tutti a conclave i banchieri di Dio (Gianluigi Nuzzi)


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Tutti a conclave i banchieri di Dio

Gianluigi Nuzzi

Da Corrado Passera a Giampiero Pesenti, da Giovanni Bazoli a Francesco Merloni, da Emilio Riva a Guzzetti e Mazzotta: la grande finanza bianca si chiude in conclave tra gli stucchi e gli ori della Veneranda Biblioteca ambrosiana.
È la prima uscita ufficiale di Ettore Gotti Tedeschi, nuovo presidente dello Ior, la banca del Papa, dopo l’era Caloia, ma suona più come le prove generali per la riforma delle finanze d’Oltretevere che il segretario di Stato Tarcisio Bertone sembra voler imporre su volontà di Benedetto XVI.
Potenti banchieri, imprenditori cattolici e professionisti di particolare spessore, quasi tutti amanti dell’anonimato e del low profile, sono stati chiamati dalla fondazione Centesimus Annus a partecipare alla tavola rotonda «Etica e crisi economiche: strumenti e idee per un capitalismo sostenibile», coordinata dal professor Alberto Quadrio Curzio, presidente del comitato scientifico della fondazione. È un simposio a porte chiuse per 43 selezionatissimi ospiti.
Tema ufficiale: affrontare la politica economica della Santa Sede, «alla luce della nuova enciclica Caritas in Veritate – si legge nell’invito riservato - che il Santo Padre ha ufficialmente annunciato in occasione dell’udienza a noi concessa lo scorso 13 giugno».

L’agenda

In realtà gli impegni in agenda sono molti. Bisognerà individuare tra banchieri e imprenditori più vicini al Vaticano un comitato operativo, «un gruppo ad hoc che possa periodicamente riunirsi per affrontare tematiche di dottrina sociale e tentare di individuare soluzioni a problematiche sempre nuove da trasmettere poi alla Segreteria di Stato», ovviamente «perché possa farne l’uso che riterrà più opportuno». Tradotto in parole povere l’incontro di oggi segna una grande novità: sugli indirizzi economici e finanziari Bertone intende avvalersi dei consigli delle menti pensanti della finanza bianca per rilanciare conti e immagine delle operazioni dei banchieri del Papa. I nomi sono infatti di primo piano. Di tutti i soci della Centesimus Annus, fondazione creata da Giovanni Paolo II nel 1993, ne saranno ammessi solo 26, più i consiglieri della fondazione e qualche invitato. In tutto un gruppo ristretto, appunto 43 persone. Tra loro personaggi assai noti, come Bazoli, Passera (come relatore), Merloni, il vice presidente di Confindustria Alberto Bombassei, il re dell’acciaio Emilio Riva. Non poteva mancare il notaio bresciano Giuseppe Camadini già presidente della Cattolica assicurazioni, Federico e Cecilia Falck. Segue una nutrita pattuglia di numeri uno di istituto di credito, basti pensare a Roberto Mazzotta, Giuseppe Guzzetti presidente della fondazione Cariplo, Alessandro Azzi, presidente di Federcasse che raccoglie 446 banche rurali e di credito cooperativo, Aureliano Benedetti, presidente della Cassa di Risparmio di Firenze, un gruppo da 600 sportelli, sino al veronese Carlo Fratta Pasini del Banco popolare di Verona e Novara, Giovanni De Censi del Credito Valtellinese e Guido Leoni, ad di Bper.
Ci sono poi volti più noti ai tecnici come il panzer umbro Giovanni Boccolini che per Intesa cura la strategica divisione estero e dispone di ufficio anche a Zagabria, come presidente della Privedna Banka Zagreb. Ecco figure come l’ex presidente della Coldiretti Paolo Bedoni oggi al vertice della Cattolica assicurazioni, Camilla Borghese Kewenhueller, presidente dell’istituto biochimico italiano e il cavaliere del lavoro Grazia Bottiglieri Rizzo, della Compagnia d'armamento italiana Rizzo - Bottiglieri - De Carlini o il re del vino Giovanni Zonin.
Non c’era Caloia
I maligni segnalano l’assenza di Angelo Caloia fino a ieri l’altro presidente dello Ior e dimessosi con un anno d’anticipo dopo il bestseller Vaticano Spa. L’assenza? Una scelta che non può passare inosservata e che indica distanze un tempo difficilmente misurabili. A sorpresa, infatti, se Caloia mancherà troviamo invece un suo ex sottoposto come l’inaffondabile Andrea Gibellini, già direttore generale proprio dello Ior e oggi seduto tra i grandi banchieri italiani.
Altro dato significativo è l’assenza di prelati e cardinali. Quando si parla di denaro è meglio che siano i laici a trovare le strade si spera giuste per valorizzarlo. Sarà quindi presente solo l’arcivescovo Domenico Calcagno il cui compito indica ancora una volta la rilevanza dell’incontro. È infatti segretario dell’Apsa, l’agenzia che controlla e gestisce lo sterminato cespite d’Oltretevere, tutti gli immobili del Vaticano in ogni angolo del mondo.

© Copyright Libero, 2 ottobre 2009 consultabile online anche qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Dio non ha banchieri ne banche!